Il governo australiano e il suo ministro dell’Immigrazione, Alex Hawke, hanno annullato il visto di Novak Djokovic per entrare nel Paese: cosa succede ora al tennista serbo? Verrà subito espulso?
Visto annullato e rischio espulsione immediata: per Novak Djokovic, tennista numero 1 al mondo e tra i più vincenti della storia di questo sport, la partecipazione agli Australian Open sembra compromessa. Il governo australiano ha deciso di annullare il visto del serbo e questo vorrà dire che presto potrebbe essere espulso dal Paese.
Djokovic è atterrato in Australia nonostante non fosse vaccinato: l’ingresso nel Paese, ricordiamo, è consentito solamente ai vaccinati. L’esenzione presentata da Djokovic non viene quindi ritenuta sufficiente dal ministro dell’Immigrazione, Alex Hawke, che ha formalizzato in queste ore la decisione di revocare il visto del tennista serbo.
Il ministro australiano revoca il visto di Djokovic
Il ministro ha fatto ricorso ai suoi poteri personali per annullare il visto, secondo quanto previsto dalla legge sulla migrazione. In particolare Hawke ha spiegato di aver preso questa decisione per “motivi di salute e buon ordine”, basandosi anche sul fatto che questa scelta rientrava “nell’interesse pubblico”.
La revoca del visto - ha spiegato ancora il ministro - fa seguito anche alle ordinanze del Circuito federale e del Tribunale della famiglia del 10 gennaio. Hawke ha ribadito: “Il governo Morrison è fermamente impegnato a proteggere i confini dell’Australia, in particolare in relazione alla pandemia di Covid-19”.
Il visto di Djokovic e la partecipazione agli Australian Open
Il visto di Djokovic era stato già annullato una volta dal governo dello Stato di Victoria, ovvero quello di Melbourne (dove si giocano gli Australian Open, primo Slam dell’anno), il 5 gennaio. Poi la Corte federale aveva annullato la revoca. Dopo l’annullamento il tennista serbo aveva iniziato ad allenarsi regolarmente in vista dell’inizio del torneo, previsto per lunedì. Il numero 1 al mondo era stato sorteggiato nel tabellone e al primo turno avrebbe dovuto affrontare il connazionale Kecmanovic.
Djokovic in Australia, cosa succede ora
I legali di Djokovic hanno predisposto un ricorso immediato. La loro speranza è che, chiedendo di discutere il provvedimento con urgenza, si possa arrivare a una nuova decisione entro il fine settimana. In particolare l’auspicio del tennista serbo è che arrivino novità giudiziarie entro domenica per potergli permettere di restare nel tabellone degli Australian Open, torneo che ha vinto nove volte nella sua carriera e di cui è campione uscente.
Dopo la presentazione del ricorso la giustizia australiana ha deciso di sospendere l’espulsione di Djokovic: il governo ha comunque chiesto il fermo del tennista che sarà trattenuto in detenzione ma potrà partecipare alle udienze giudiziarie e conferire con i suoi legali. Dovrà, inoltre, presentarsi a un colloquio con i funzionari dell’immigrazione.
Ora Djokovic dovrà quindi lasciare l’hotel dell’organizzazione del torneo per ritornare al Park, ovvero la struttura in cui vengono ospitati gli immigrati senza visto. Diventa complicato, quindi, anche svolgere le sessioni di allenamento in vista del torneo, sempre che riesca poi a partecipare (ipotesi al momento difficile).
Per il momento gli organizzatori del torneo non hanno cancellato Djokovic dal tabellone, ma una decisione potrebbe essere nelle prossime ore o a ridosso dell’inizio dello Slam australiano. Djokovic ora, in teoria, dovrebbe essere espulso dal Paese, sempre che venga confermata la decisione del governo. L’unica speranza che ha il tennista serbo è che il suo ricorso venga accolto in tempi rapidi.
L’altro grosso problema per Djokovic avrà sviluppi più a lungo termine: infatti in Australia se viene cancellato un visto non è poi possibile rientrare nel Paese per i tre anni successivi. Il che vorrebbe dire rinunciare agli Australian Open (e agli altri tornei australiani) per tre anni.
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