Quando Trump va su Twitter, i mercati tremano. Ma cosa succede quando il Presidente USA fa più di 1 tweet al minuto nell’arco di un’ora?
Meno male che i mercati sono chiusi. Nuovo record per Donald Trump, che nell’arco di un’ora ha ritwittato ben 62 volte. Quello con Twitter, per il Presidente degli Stati Uniti, è un rapporto quasi compulsivo. Lui twitta, e i mercati tremano. Ieri, un suo post sull’estensione della guerra commerciale fra USA e Cina a causato la perdita di 300 punti in Borsa per il Dow Jones. Ma ciò pare non aver fermato il tycoon, che oggi, sabato 11, si è compulsivamente scatenato sul social network rilanciando tweet sui temi più disparati: l’inchiesta di Mueller sul Russiagate, la trade war con la Cina, le elezioni 2020 per la Casa Bianca, il muro al confine con il Messico e tanti altri.
Record di Trump su Twitter: 62 post in un’ora
È un’attività ormai compulsiva quella del tweet di Trump, che dal giorno del suo insediamento alla Casa Bianca ha continuato ad alimentare la sua campagna social, che può raggiungere una platea di oltre 50 milioni di elettori/lettori.
Dopo il tweet esplosivo sulla guerra commerciale, il Presidente USA ha inondato il social network di un flusso ininterrotto di retweet, più di uno al minuto. Ma la velocità con cui i tweet si succedono non può evidentemente permettere a certi temi di essere trattati con la giusta profondità.
E non si tratta solo di delicate relazioni internazionali con avversari e alleati che, secondo Trump, non fanno il proprio dovere nei confronti dell’America, ma di questioni che i suoi predecessori avevano cautamente evitato come la Fed, la Borsa, i tassi d’interesse. Quello di Trump è un modo di fare politica che aumenta, insomma, la volatilità in un sistema in cui l’incertezza economica e finanziaria dilaga.
Nuova ondata di tariffe sui prodotti cinesi in arrivo
Intanto si attende per lunedì prossimo la nuova stangata di dazi che investirà beni cinesi per altri 300 miliardi di dollari, oltre ai 200 miliardi già tassati.
Ad annunciarla in via ufficiosa è stato il rappresentante del Commercio USA Robert Lighthizer, smentendo quindi il segretario del Tesoro Steve Mnuchin che aveva invece concesso alla Cina altre tre o quattro settimane per raggiungere un accordo.
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