Digital Transformation: banche e assicurazioni a passo di gambero. Spaventate dalle fintech?

Giulia Adonopoulos

5 Marzo 2019 - 15:15

Per l’industria dei servizi finanziari la strada per la padronanza digitale è ancora lunga: ecco come banche e assicurazioni tradizionali restano indietro rispetto ad altri settori e cosa devono fare per rimettersi in carreggiata.

Digital Transformation: banche e assicurazioni a passo di gambero. Spaventate dalle fintech?

Mentre assistiamo al boom del fintech e a una crescita del mercato anche in Italia, si scopre che banche e assicurazioni sono in ritardo nel loro percorso di digital transformation rispetto alle aziende di altri settori.

È quello che emerge dal report di Capgemini Research Institute dal titolo “Where are banks and insurers on their digital mastery journey?” (“Dove sono le banche e le assicurazioni nel loro viaggio verso la padronanza digitale”. Istituti bancari e assicurativi dichiarano di avere scarsa fiducia nelle proprie competenze digitali, a cui si aggiungono una carenza di skill, leadership e vision collettiva per definire il proprio futuro digitale.

Un quadro desolante se pensiamo che l’industria dei servizi finanziari è nell’epicentro di una tempesta digitale perfetta e dovrebbe dimostrare di riuscire a domarla. Le banche oggi sono chiamate a soddisfare le crescenti aspettative dei clienti e le sfide del mercato, implementando l’esperienza dell’utente, semplificando e agevolando i processi, stando al passo con la concorrenza di giovani startup fintech e aziende native digitali... Insomma, devono munirsi di tutti gli strumenti e competenze utili a fronteggiare le sfide poste dall’innovazione. Il modo in cui banche e assicurazioni stanno affrontando questa tempesta, e la loro capacità di attuare e condividere strategie digitali, però, è critico.

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Ricerca Capgemini: banche e assicurazioni sanno innovare?

Per effettuare la sua ricerca sulla trasformazione digitale Capgemini ha intervistato più di 1.300 dirigenti di oltre 750 aziende in tutto il mondo. Per il focus sui servizi finanziari i ricercatori hanno raccolto le opinioni di più di 360 dirigenti di 213 tra banche e assicurazioni che nel 2017 hanno realizzato guadagni per più di mille miliardi.

Il report Capgemini fa luce su 3 aree chiave: in che modo le imprese di servizi finanziari si confrontano con altri settori in termini di capacità digitali e di leadership; come il settore bancario e quello assicurativo si misurano l’un l’altro in capacità digitali, leadership e sfide che ostacolano il raggiungimento dei loro obiettivi; quali sono le best practise adottate da chi sta riuscendo a raggiungere la piena padronanza digitale, e a che punto sono le banche e le assicurazioni.

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Poche capacità digitali e leadership

La stessa indagine effettuata nel 2012 da Capgemini ha rivelato che le skill digitali e di leadership delle aziende oggetto di studio non hanno tenuto il passo. Sei anni prima, infatti, il 41% delle società di servizi finanziari aveva dichiarato di possedere le capacità digitali di cui avevano bisogno, mentre oggi, invece di progredire e guadagnare terreno, solo il 37% crede di avere le capacità richieste.

Sempre nel 2012 il 51% delle società dichiarava di possedere le doti di leadership necessarie alla digital transformation, ma nel 2018 il numero è sceso al 41%.

Il motivo di questo calo risiede probabilmente nella maggiore consapevolezza delle sfide richieste oggi da una trasformazione digitale di successo.

Va meglio il bancario o l’assicurativo? I risultati

Il viaggio delle banche verso la trasformazione digitale è in corso: le banche cercano di soddisfare i bisogni crescenti dei clienti, gestire le pressioni sui costi e competere con le tecnologie all’avanguardia, ma meno della metà delle banche (solo il 38%) dichiara di avere le capacità digitali e la leadership necessaria richieste per la trasformazione.

Il settore assicurativo risulta più indietro: solo il 30% afferma di avere le capacità digitali richieste, e ancora meno (il 28%) le capacità di leadership necessarie. Se circa un terzo (il 34%) degli istituti di credito può contare su un progetto digitale che coinvolge tutti i reparti delle aziende, per il settore assicurativo il percorso è ancora lungo visto che solo il 24% possiede una visione complessiva.

Tuttavia un’area nella quale le compagnie di assicurazione sono in vantaggio rispetto alle banche è quella dell’automazione operativa, con il 42% dei dirigenti che afferma di utilizzare la Robotic Process Automation (RPA), contro il 41% degli intervistati del settore bancario, mentre il 34% fa uso dell’intelligenza artificiale nelle operations (rispetto al 31% dei dirigenti bancari).

Dal punto di vista della cultura dell’innovazione, solo il 33% delle banche e il 25% delle compagnie di assicurazione ritiene che i propri manager stiano adottando dei nuovi modelli comportamentali necessari per la digital transformation, contro il 37% delle aziende del settore dei servizi non finanziari.

Fintech e Insurtech: le migliori strategie da seguire

Lo studio Capgemini ha individuato alcuni player virtuosi, ossia quelli che stanno attuando le best practise in termini di trasformazione digitale. I ricercatori hanno scoperto che questi si focalizzano sul miglioramento della customer journey e investono nella customer intelligence; lavorano per garantire agilità e buona user experience; fanno allineare team interfunzionali; il 64% delle banche “maestre del digitale” ha creato servizi e modelli incentrati sul cliente, offerte personalizzate che soddisfano i desideri e le esigenze contestuali.

Rivestono un ruolo importante le API aperte, che permettono a banche e assicurazioni di avviare collaborazioni con terze parti e offrire ai clienti nuovi servizi e prodotti migliori. Si è scoperto che più della metà (il 64%) di queste banche lavora attivamente con un’ampia gamma di partner tra startup, incubatori, imprese tecnologiche e persino competitor per poter co-sviluppare soluzioni nuove ed efficaci.

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