Germania, anche la Merkel chiede più debito: 180 miliardi contro la crisi

Violetta Silvestri

27/11/2020

Anche la Germania ha bisogno di più debito per far fronte alla crisi economica da pandemia. Il Governo Merkel spinge per aumentare ancora di più l’indebitamente netto.

Germania, anche la Merkel chiede più debito: 180 miliardi contro la crisi

Crisi economica da Covid-19 e debito pubblico: il pericoloso binomio è di attualità anche nell’austera Germania.

La nazione tedesca, alle prese con la seconda ondata di contagi come il resto dell’Europa, ha imposto nuove restrizioni che proseguiranno fino a dicembre.

Intanto, come tutti gli Stati europei, il Governo Merkel si appresta a completare la manovra finanziaria 2021. Con quale ricetta?

La Germania ha bisogno di più debito, seppure con evidenti vantaggi rispetto alle ripercussioni che questa mossa avrà in altri Stati, Italia in primis.

La Germania si indebita: il piano Merkel anti-crisi

Il Governo della cancelliera Angela Merkel insiste sulla linea del maggior debito nazionale per arginare i danni della crisi da pandemia, evidenti anche nella potenza economica europea.

E così, l’esecutivo tedesco chiederà ai legislatori di approvare un piano di spesa per il prossimo anno che aumenti il ​​livello di debito - da quanto già previsto - di circa il 70% per pagare le ricadute di restrizioni e lockdown.

Da Berlino, quindi, si cerca l’approvazione in Parlamento per aumentare il nuovo indebitamento netto a quasi 180 miliardi di euro (190 miliardi di dollari) dai 96,2 miliardi di euro dell’ultima bozza.

In commissione Finanze, il budget tedesco per il 2021 è stato così definito: 179,8 miliardi di indebitamento con l’emissione di titoli e 498,6 miliardi di euro di spesa pubblica.

Gli aiuti alle aziende che lottano per sopravvivere tra i blocchi imposti dal governo rappresenterebbero la maggior parte del fabbisogno di risorse, così come il finanziamento della Cig.

In realtà, Berlino potrebbe dover prendere in prestito meno del previsto quest’anno poiché non tutti i fondi saranno utilizzati dalle società. Questa la previsione del ministro delle finanze tedesco Olaf Scholz:

“Abbiamo previsto di prendere in prestito poco più di 300 miliardi di euro per il 2020 e il 2021 messi insieme. Ciò rimarrà così, con lievi modifiche. Possiamo già vedere ora che non dovremo spendere tutti gli stanziamenti di credito che abbiamo per il 2020 e che dovremo spendere di più per il 2021.”

Certo è che le condizioni economiche e le previsioni per il prossimo futuro non sono rosee nemmeno per la Germania.

Le restrizioni continueranno almeno fino al 20 dicembre, con probabile allungamento a gennaio secondo quanto annunciato dalla Merkel. Questo significa che anche le imprese beneficeranno ancora per un mese degli incentivi.

Con i cosiddetti aiuti di novembre, le aziende possono ottenere il 75% delle entrate dell’anno precedente. Estendere tale beneficio a dicembre sarebbe “finanziariamente impegnativo” aveva affermato Scholz. Tuttavia, tale schema è stato confermato.

E, dunque, ne è emersa la necessità di aumentare il debito nazionale e derogare al principio del pareggio di bilancio.

Ora la richiesta di un ulteriore indebitamento dovrà essere approvata dal Bundestag che si appresta a sigillare il piano di bilancio 2021 il 7 dicembre prossimo.

Più debito in Germania? I vantaggi di Berlino

In un tempo in cui si parla molto di debito pubblico e del rischio di uno tsunami per molte economie globali, la Germania resta fuori dall’allarme indebitamento.

La notizia di voler aumentare il deficit, infatti, non sconvolge più di tanto i conti pubblici della nazione, dove il rapporto debito/PIL in questo anno disastroso dovrebbe essere del 73,28% secondo le previsioni FMI. Basti pensare che in Italia la soglia stimata è del 160%.

Il vantaggio nella sostenibilità finanziaria della Germania è noto e frutto di diverse valutazioni, ovviamente. Inoltre, gli ultimi dati hanno mostrato una certa solidità nella crescita della produzione.

L’indice mensile dell’attività del settore privato di IHS Markit si è indebolito a novembre, ma è rimasto al di sopra del livello chiave 50 a segnalare la continua espansione. La lettura è in contrasto con la Francia, per esempio, dove l’indice composito dei responsabili degli acquisti è precipitato a 39,9.

Resta il colpo alla vendita al dettaglio e ai servizi, che si sta rivelando un freno per l’economia in generale anche nella nazione tedesca.

Gli economisti intervistati da Bloomberg si aspettano che la Germania, la più grande economia europea, stagnerà in questo trimestre, e la Bundesbank ha affermato che c’è una possibilità di un’altra contrazione.

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