Sentenza storica? Non proprio, più una delle tante sconfitte che popolano la rete in questi tempi di ricorsi al green pass obbligatorio.
Alla fine di luglio Mario Draghi è comparso in conferenza “stampa” per annunciare la nuova linea del Governo in merito alla pandemia. Il 22 luglio è stato annunciato così il nuovo Decreto Covid-19, nel quale sono state descritte lelinee guida per l’uso obbligatorio del green pass che da domani, 1° settembre, entreranno in vigore.
Dalla conferenza si sono susseguite una serie di critiche, sempre più aspre, che in questi giorni stanno esplodendo in forme di protesta violenta, come nel caso delle aggressioni e minacce o manifestazioni di dissenso come nel caso del blocco delle stazioni che coinvolgerà, proprio domani, 54 stazioni.
Alcune di queste critiche al sistema green pass sono state portate in tribunale, ma l’esito ha dato torto all’associazione Diritto e Mercato in difesa del consumatore. Il Tribunale Civile di Roma ha dichiarato il ricorso inammissibile, ma l’Associazione da parte sua è pronta a continuare a lottare contro il green pass.
Il tribunale civile di Roma dichiara inammissibile il ricorso: non spetta a loro decidere e chiude la faccenda
Il 28 luglio, poco dopo la conferenza stampa nella quale Mario Draghi annunciava le nuove norme di sicurezza, i nuovi parametri per il cambio di colorazione e l’obbligo di green pass (22 luglio), l’Associazione “Diritto e Mercato” ha iniziato la sua battaglia personale.
La richiesta da parte dell’associazione era la seguente:
[...] per contrastare la recente proroga governativa dello stato di emergenza e per fare dichiarare illegittima l’introduzione del Green Pass nei termini in cui è stato introdotto, ossia in modo discriminatorio nei confronti di ampie fasce di cittadini.
A questo punto l’Associazione chiede supporto economico a suoi seguaci, poco meno di 1.400 persone, pari a 50 euro per sostenere l’azione presso il Tribunale Civile di Roma. La risposta del magistrato è arrivata oggi, in tempi relativamente brevi.
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché l’azione contro il certificato verde (il green pass) non può essere presentato in termici generici, ma solo in termini di interesse di un singolo cittadino. Inoltre il giudice ha dichiarato che l’associazione:
sembra confondere un’astratta res controversa, che si sostanzia nell’asserita violazione dei diritti costituzionalmente protetti, con un giudizio autonomo e distinto, condizione normativa imprescindibile per adire la Corte costituzionale.
Diritto e Mercato continuerà a tentare
La sconfitta non ha destato preoccupazione nell’Associazione, che poche ore fa ha deciso di ribadire la sua posizione sui social. La pagina Facebook a cui fa riferimento è l’unica forma di informazione possibile su di loro, infatti il sito non è raggiungibile, e da questa veniamo a sapere qualche informazione in più.
L’Associazione Diritto e Mercato, la cui pagina è nata nel 2012, si descrive come un’Associazione di “cultura libertaria a tutela del cittadino, del consumatore e dell’investitore” che da poco si è imbarcata nell’impresa di fronteggiare i ricorsi contro le normative dei decreti Covid-19 e le seguenti sanzioni in caso di violazione.
Nulla di nuovo sotto al sole, infatti la pagina Facebook reitera un messaggio ormai molto discusso, ovvero quello del green pass come strumento di limitazione della libertà individuale di autodeterminarsi. Dietro al green pass, spiegano quelli di Diritto e Mercato, si nasconde l’intenzione di obbligare tutti al un vaccino non autorizzato, ma solo approvato.
Per l’Associazione la battaglia continua e tramite il social ha risposto che il ricorso era più che fattibile e che l’ordinanza è impugnabilissima, soprattutto per via della debole motivazione del giudice monocratico. “La partita è appena cominciata - scrivono - alla faccia dei gufi”.
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