Volodymyr Zelensky avrebbe un piano per arrivare allo stop della guerra in Ucraina entro l’estate: fondamentale sarà la scesa in campo della Cina nelle trattative diplomatiche, ma anche l’arrivo dei missili americani e britannici.
Come fermare la guerra in Ucraina? Dallo scorso 24 febbraio questa è la sciarada che buona parte delle cancellerie di tutto il mondo, senza grandi risultati, sta cercando di risolvere.
I tentativi più concreti in questi tre mesi di guerra sono stati quelli fatti dalla Turchia e dall’Italia: se Ankara molto ha lavorato per cercare di far sedere attorno allo stesso tavolo Ucraina e Russia, la Farnesina ha elaborato un piano di pace in quattro punti che però sembrerebbe essere stato cestinato sia da Kiev sia da Mosca.
Difficile poi che in tempi brevi possa arrivare una vittoria sul campo per uno dei due eserciti. La Russia dopo aver rinunciato, forse solo momentaneamente, a issare la propria bandiera sulla capitale ucraina, sta concentrando tutti i suoi sforzi bellici nel Donbass dove l’avanzata delle sue truppe sarebbe lenta ma continua.
Dal canto suo l’Ucraina da oltre cento giorni sta opponendo una straordinaria resistenza di fronte all’invasione del nemico, ma anche con l’arrivo di nuove armi dall’Occidente non potrà resistere per molti mesi all’assedio russo.
Mettendo insieme tutti questi tasselli, dalle indiscrezioni che circolano sembrerebbe che Volodymyr Zelensky abbia messo a punto un preciso piano per fermare la guerra, con l’appello fatto alla Cina nei giorni scorsi che non sarebbe per nulla casuale.
Come Zelensky pensa di fermare la guerra
In un’intervista al The Global Boardroom del Financial Times, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha auspicato che la Cina possa usare “la sua influenza sulla Russia per porre fine a questa guerra”.
Zelensky poi ha aggiunto che “quanto accade può portare alla terza guerra mondiale, e questo dovrebbe essere una priorità per tutti i leader”. Parole queste molto importanti, anche perché Kiev non sembrerebbe avere molto tempo a disposizione.
L’Ucraina infatti potrebbe non riuscire a resistere a lungo, visto che i russi bombardano sistematicamente le città e le linee di rifornimento. Il sentore è che in questa situazione difficilmente la popolazione rimanente possa riuscire a tenere duro oltre l’estate.
Se Zelensky accettasse in questo momento di aprire una trattativa concreta con Putin per la pace, appare scontato che sarebbe Mosca ad avere il coltello dalla parte del manico visti i successi militari nel Sud del Paese e nel Donbass.
Il presidente ucraino allora starebbe con ansia aspettando l’arrivo dei missili a medio e lungo raggio che a metà mese arriveranno dagli Stati Uniti e dal Regno Unito. Con queste nuove armi Kiev potrebbe imbastire una efficace controffensiva nel Donbass per ricacciare indietro il nemico.
In sostanza Zelensky potrebbe volersi presentare al tavolo diplomatico forte di alcuni successi sul campo e dell’impegno della Cina nel porre fine a questa guerra. Solo così l’Ucraina avrebbe delle chance di strappare un buon accordo, anche se l’integrità territoriale che continua a essere considerata come irrinunciabile appare essere una chimera se si vuole arrivare a una fumata bianca.
Come potrebbe Vladimir Putin, dopo aver conquistato molte città a Sud e la quasi totalità del Donbass, decidere di ritirarsi non solo da questi territori, ma anche dalla Crimea che di fatto controlla dal 2014?
Di conseguenza qualcosa Kiev dovrà concedere a Mosca se vuole arrivare alla pace, ma prima ci sarà da convincere Putin ad accettare un cessate il fuoco: soltanto la Cina a riguardo potrebbe toccare i tasti giusti, sempre che gli Stati Uniti non continuino a “stuzzicare” Pechino sul tema Taiwan prolungando di fatto la durata di questa guerra.
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