Gli Stati Uniti hanno lanciato l’allarme di una possibile guerra nucleare in Ucraina, evidenziando anche il rischio di un utilizzo di armi chimiche e biologiche da parte di Mosca. Dobbiamo veramente avere paura di Vladimir Putin?
Il conflitto in Ucraina può veramente diventare una guerra nucleare? C’è la possibilità di un utilizzo da parte della Russia di armi chimiche e biologiche? Per la Casa Bianca la risposta è raggelante: il rischio è concreto per entrambe le ipotesi.
Andiamo per ordine. Dopo che il presidente americano Joe Biden ha definito Vladimir Putin un “criminale di guerra” e “un dittatore omicida”, il segretario di Stato Antony Blinken ha dichiarato che “pensiamo seriamente che il Cremlino possa ricorrere ad armi chimiche e biologiche, i russi potrebbero fabbricare un falso pretesto per condurre un attacco devastante”.
In contemporanea su Bloomberg è stato pubblicato un articolo dove, citando come fonte la Dia ( l’Agenzia d’intelligence a stelle e strisce), si parla di un possibile utilizzo di armi nucleari da parte della Russia se la guerra dovesse trascinarsi.
“Dal presidente Vladimir Putin - si legge nell’articolo - possiamo aspettarci che possa brandire la minaccia di un utilizzo di armi nucleari contro l’Occidente se la forte resistenza dell’Ucraina all’invasione della Russia dovesse continuare”.
In sostanza se l’offensiva russa dovesse impantanarsi a causa della resistenza ucraina, con Kiev che a breve riceverà nuovi armamenti dall’Occidente (Italia compresa) per un totale di oltre 2 miliardi di dollari, Vladimir Putin potrebbe considerare l’ipotesi di spingersi fino a una guerra nucleare.
C’è veramente il rischio di una guerra nucleare in Ucraina?
Mentre la guerra in Ucraina sta facendo registrare un rallentamento dell’avanzata russa, con le città sotto assedio che starebbero strenuamente resistendo nonostante gli incessanti bombardamenti, i timori di Washington in merito all’utilizzo di armi nucleari o chimiche hanno fatto scattare diversi campanelli di allarme.
Sulla questione delle armi chimiche da tempo è in corso uno scambio di accuse tra Stati Uniti e Russia, visto che Mosca più volte ha parlato di laboratori presenti in Ucraina finanziati dalla Casa Bianca.
Per il People’s Daily, ovvero l’edizione in inglese del giornale dell’organo del Partito comunista cinese, la Russia “sta rafforzando le sue accuse contro gli Stati Uniti di aver sviluppato armi biologiche in Ucraina, con documenti e prove ritrovati durante le sue operazioni militari nel Paese vicino”.
Secondo il quotidiano Domani “queste accuse si basano sul fatto che l’Ucraina possiede ancora dozzine di laboratori chimici nel suo territorio”, strutture che in passato sono state finanziate anche dagli Stati Uniti. Di recente l’Oms ha chiesto a Kiev di distruggere gli agenti patogeni nei propri laboratori ucraini per evitare il rischio che, vista la guerra in corso, possano sfuggire dal controllo e fare danni enormi.
Quanto alle armi non convenzionali in possesso della Russia, c’è da dire che Mosca ha aderito alla Convenzione sulle armi chimiche del 1997, con gli osservatori internazionali che hanno dichiarato come sia stato distrutto il 99% degli armamenti non consentiti che erano in possesso dei Paesi che hanno firmato il patto.
Per l’intelligence britannica, in questa guerra in Ucraina la Russia avrebbe usato missili termobarici, banditi contro i civili, oltre che le altrettanto terribili bombe a grappolo che sarebbero state sganciate negli anni scorsi anche in Siria.
A oggi non è dato sapere se la Russia sia in possesso di armi chimiche o biologiche, anche se la Casa Bianca non sembrerebbe avere dubbi a riguardo, mentre è certo come in questo momento Mosca abbia 1.600 testate nucleari pronte a essere utilizzate, più circa altre 4.000 in magazzino.
Il timore degli Stati Uniti in merito a una guerra nucleare è questo: se la Russia dovesse ritrovarsi spalle al muro tra disfatte militari e problemi economici dovuti alle sanzioni, a quel punto Putin potrebbe decidere di fare un atto di forza.
Scatenare una guerra nucleare a ridosso dei propri confini sarebbe però un disastro anche per la Russia, con l’Occidente che a quel punto reagirebbe in maniera durissima per una sorta di catastrofe globale.
Al momento nessuno può sapere quali siano le reali intenzioni di Putin, ma molti analisti internazionali temono le sue possibili reazioni di fronte a un fallimento dell’invasione dell’Ucraina: se la guerra dovesse protrarsi a lungo, a quel punto tutti gli scenari anche quelli più apocalittici sarebbero tristemente possibili.
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