In pensione con Quota mamma: cos’è lo strumento di anticipo per le donne proposto dai sindacati

Teresa Maddonni

6 Maggio 2021 - 11:20

In pensione con Quota mamma: è questa una delle proposte avanzate dai sindacati nel loro programma di riforma che si articola in diversi punti. Vediamo cos’è lo strumento per anticipare l’uscita dal lavoro delle donne con figli.

In pensione con Quota mamma: cos’è lo strumento di anticipo per le donne proposto dai sindacati

Pensione con Quota mamma: il nuovo strumento di anticipo per le donne è stato proposto dai sindacati che ieri hanno incontrato a Palazzo Chigi il ministro dell’Economia Daniele Franco e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli per parlare del Recovey Plan.

Nell’incontro però i sindacati hanno anche affrontato la questione delle pensioni come anche quella del blocco dei licenziamenti, che vogliono per tutti fino a ottobre.

Tra le varie proposte di riforma delle pensioni avanzate dai sindacati troviamo, oltre alla flessibilità in uscita a 62 anni per superare Quota 100 di cui diremo, anche Quota mamma, ma cos’è nel dettaglio questo strumento? Come può favorire l’accesso alla pensione delle donne con l’anticipo? Vediamolo nel dettaglio.

In pensione con Quota mamma: cos’è e come funziona

Al momento la possibilità di andare in pensione con un anticipo grazie a quella che è stata ribattezzata come Quota mamma è solo una delle tante proposte avanzate dai sindacati per la prossima riforma delle pensioni e gli stessi chiedono infatti al governo, che ha rimandato la questione, di accelerare.

Di fatti il pressing è aumentato e i sindacati hanno già un piano nel quale spunta anche Quota mamma.

Con Quota mamma si può andare in pensione prima perché alle donne vengono riconosciuti 12 mesi per ogni figlio. Vale a dire che vengono “tolti” 12 mesi per ogni figlio, così che le donne possano andare in pensione in anticipo.

Non solo, sempre le donne si vorrebbe farle andare in pensione in anticipo con la possibilità di riconoscere un anno di contributi in più ogni 5 anni di lavoro di cura per anziani o disabili a carico.

In alternativa a scelta della lavoratrice, sempre per la pensione delle donne, i sindacati chiedono di incrementare il coefficiente per il calcolo della pensione, come da proposta del segretario della Cisl Luigi Sbarra.

Quota mamma per la pensione delle donne, sebbene al momento si tratti solo di una delle tante proposte messe in campo, è stata salutata con entusiasmo anche dalla ministra per il Sud Mara Carfagna:

“La maternità è (anche) un lavoro da riconoscere: apprezzo l’idea dei sindacati di dare alle donne un anno di sconto sull’età pensionabile per ogni figlio. È la proposta di legge su “Quota mamma” che presentai nel 2020, è arrivato il momento di discuterne sul serio.”

In pensione a 62 anni o con 41 anni di contributi

E se da una parte spunta Quota mamma, tra le altre proposte dei sindacati per la pensione troviamo l’anticipo a 62 anni o con 41 anni di contributi. Che significa? Che i sindacati chiedono che si possa andare in pensione in modo flessibile dai 62 anni o con la famosa Quota 41 che tiene conto solo dei contributi versati indipendentemente dall’età.

“Per noi non sono accettabili penalizzazioni sulla parte retributiva della pensione come previsto anche da recenti proposte di legge che pretenderebbero di far pagare a una medesima generazione per la terza volta una misura peggiorativa attraverso la prospettiva di un ricalcolo interamente contributivo della pensione anche del periodo precedente al 1996. Per questo pensiamo che sia possibile ragionare di una flessibilità nell’accesso alla pensione a partire dai 62 anni di età.”

Così il segretario della Cisl Luigi Sbarra sulla riforma delle pensioni. Si eliminerebbe lo scalone fino ai 67 anni di età che si andrebbe a creare da gennaio 2022 con l’abbandono di Quota 100. Pare resti in piedi, per le pensioni dal prossimo anno, anche la proposta del presidente dell’INPS Pasquale Tridico per la divisione in due dell’assegno di pensione a 62 e a 67 anni.

Intanto i sindacati non mollano e chiedono un tavolo per le pensioni al più presto al ministro del Lavoro Andrea Orlando che comunque ha assicurato un testo di riforma degli ammortizzatori sociali pronto per luglio.

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