Allarme inflazione: la variante Omicron rischia di far crollare i consumi

Riccardo Lozzi

3 Dicembre 2021 - 12:48

L’inflazione e la variante Omicron rischiano di far crollare i consumi in tutto il mondo, di conseguenza l’inflazione.

Allarme inflazione: la variante Omicron rischia di far crollare i consumi

L’inflazione record e la nuova variante Omicron del Covid rischiano di portare a un crollo dei consumi in tutto il mondo.

Il primo segnale di allarme proviene da indiscrezioni e fonti anonime provenienti da Apple e raccolte da Bloomberg nei giorni scorsi. I vertici della società di Cupertino avrebbero rilevato che la domanda per il nuovo iPhone 13 si è indebolita rispetto agli anni scorsi. Si tratta di voci non confermate ufficialmente, ma che dimostrerebbero una tendenza che si sta registrando in particolare per i prodotti tecnologici.

Come è stato riportato da diversi analisti, i consumatori starebbero adottando un atteggiamento di maggior prudenza per questo genere di beni, soprattutto se la spesa non viene giustificata da un sostanziale miglioramento tecnologico. Nel caso specifico, l’iPhone 13 sarebbe percepito come un dispositivo che apporta solo delle modifiche modeste al precedente iPhone 12.

Questo atteggiamento più cauto deriverebbe dall’aumento dei prezzi che sta coinvolgendo l’intera economia globale e l’incertezza per una piena ripresa post pandemica, dovuta alle nuove varianti che stanno causando apprensioni alle istituzioni e ai singoli cittadini.

Rischio crollo dei consumi causa variante Omicron

Infatti, come riportano le indagini condotte da Adobe Analytics, sia il Black Friday che il Cyber Monday hanno subito negli Stati Uniti una lieve flessione nel 2021. Rispetto ai livelli di spesa del 2020, questi sono passati rispettivamente da 9 a 8,9 miliardi di dollari e da 10,8 a 10,7 miliardi di dollari.

Oltre le cifre assolute, che potrebbero sembrare quasi irrilevanti, il focus riguarda la tendenza: per la prima volta dal 2012 si segna un ribasso.

Proprio negli USA, il dato elaborato dalla Conference Boardriguardo alla fiducia dei consumatori nel mese di novembre 2021, si è attestato a 109,5 punti. Una cifra al di sotto sia al livello di ottobre, pari a 113,8 punti, che delle previsioni degli analisti, i quali stimavano 110,8 punti.

La situazione in USA, Europa e Cina

Non solo negli States. Anche nelle altre parti del mondo si registra un pessimismo di fondo. Nell’Eurozona il sentiment dei consumatori, secondo le rilevazioni, dopo un aumento nella prima metà del 2021 è in discesa. Discorso simile anche nel Regno Unito, dove i britannici appaiono preoccupati in particolare per le loro finanze personali.

Anche in Cina le vendite al dettaglio hanno osservato un brusco declino, con la popolazione locale che si trova ad affrontare anche i guai del settore immobiliare che stanno rallentando la ripresa del Dragone.

Per diversi esperti, il rallentamento del livello dei consumi sarebbe solo temporaneo. Tuttavia, nel lungo periodo, il trend potrebbe portare comunque a un cambiamento della domanda, che potrebbe prediligere la spesa in servizi rispetto a quella riguardante i beni, in particolare quella relativa ai prodotti tecnologici.

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