Gli investimenti finanziari alternativi permetteranno una ripartenza delle piccole e grandi aziende italiane rendendole anche più competitive sul mercato.
Non è una novità che durante l’emergenza pandemica l’economia italiana abbia subito una brutta battuta d’arresto, e da qui la necessità di pensare una strategia in grado di garantire il rilancio del Paese, ma soprattutto delle tante piccole e grandi aziende, spesso a conduzione familiare, dislocate da nord a sud della Penisola.
Nel prossimo futuro si prospetteranno diversi scenari che influenzeranno il modo di fare impresa, infatti, per il momento, non è possibile sapere se si continuerà a preferire l’investimento “mordi e fuggi” o se invece verrà data maggiore importanza alla resilienza e alla capacità di superare le difficoltà. Dunque, quali potranno essere i nuovi scenari nel settore delle sovvenzioni e dei finanziamenti che si potranno prospettare alle aziende? Questo è stato il tema trattato nel corso della terza conferenza della Family Economy Week, rivolta a piccoli e grandi imprenditori.
Sovvenzioni e finanziamenti per le aziende: quali scenari?
All’interno di questa economia, desiderosa di ripartire e di tornare nuovamente alle tendenze di crescita antecedenti all’emergenza sanitaria, gli strumenti di investimento finanziario alternativo al classico credito bancario, stanno prendendo sempre più piede, essendo disponibili non solo per le imprese, ma anche per gli investitori privati. Ecco dunque che strumenti come i Fondi di Private Equity, Private Debt, Venture Capital, strumenti PIR, dapprima conosciuti solo da pochi, iniziano ad acquisire popolarità. Ma cosa sono, e quali sono i loro vantaggi?
La borsa come strumento di visibilità
La quotazione in borsa è uno strumento che senza ombra di dubbio porta con sé diversi vantaggi in grado di permettere la ripartenza di un’azienda. Come spiega Barbara Lunghi di Borsa Italiana, Piazza Affari può essere un valido alleato non solo in grado di dare visibilità, ma soprattutto per far nascere nuove occasioni di business sia nel mercato nazionale che in quello internazionale.
Attraverso la quotazione le aziende possono inoltre svincolarsi dalla figura dell’imprenditore singolo “e puntare a una crescita sostenuta. Permette di avere maggiori patrimoni, dando in prospettiva una maggiore forza anche per affrontare i momenti critici come quello attuale”.
L’importanza dei Piani Individuali di Risparmio
Un altro strumento, solitamente preferito sia da aziende che da privati, sono i PIR, ossia i Piani Individuali di Risparmio, spiega Fabrizio Barini, Segretario Generale di AssoFintech, precisando che l’obiettivo di questi piani è proprio quello di fa convergere i risparmi all’interno dell’economia reale.
Secondo Barini “più dell’80% del credito alle imprese è bancario, ma a livello globale e anche in Italia si sentiva la necessità di diversificare. Dunque c’è stata l’idea dei privati, anche per dar loro anche la possibilità di spostare i soldi dai conti correnti, dove purtroppo è bloccata ancora troppa liquidità. I PIR sono stati un successo perché hanno offerto vantaggi fiscali e rendimenti agli investitori, fornendo capitali alle imprese”.
Il ruolo dei private equity
Anche i fondi pensione nell’ultimo periodo hanno iniziato ad interessarsi anche ad asset alternativi, primi fra tutti i private equity, spiega Federico Motta, presidente del Fondo Pensione Byblos, aggiungendo che “stiamo effettuando una revisione dell’asset allocation strategica, necessaria per stabilire qual è l’allocazione del comparto su questi strumenti, per procedere sugli investimenti alternativi in modo più sicuro”.
L’intento di Motta è proprio quello di utilizzare i private equity, tenendo in considerazione anche gli asset immobiliari. In questo tipo di investimenti infatti è necessario combinare il rendimento, che di fatto è il principale interesse degli iscritti, con gli investimenti da far convergere nelle realtà dotate di una “cultura industriale ed economica adeguata per riceverlo e sfruttarlo al meglio”.
L’importanza dei fondi di private equity viene riportata anche da Luca Foresti, CEO del Centro Medico Santagostino, che ha illustrato la crescita della sua attività. Fin dal 2010 il Centro Medico Santagostino è cresciuto del 40% l’anno, con l’intenzione di continuare in questa direzione al fine di diventare una realtà nazionale e per raggiungere questo obiettivo ambizioso nel 2020 un fondo di private equity ha acquisito l’85% dell’azienda.
Anche il Comune di Roma, una volta messo in sicurezza il bilancio della città, ha deciso di instituire dei fondi da destinare al finanziamento delle startup che rispettassero i criteri di sostenibilità, ha concluso Gianni Lemmetti, assessore al bilancio del Comune di Roma. Lametti inoltre precisa che “abbiamo dato anche la possibilità agli investitori di accompagnare il Comune in questi investimenti. Un altro punto chiave per Roma è il miglioramento della mobilità, perché quello può essere un volano per la crescita della città e delle imprese, oltre che per il benessere dei cittadini”.
In collaborazione con Fidelity International
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