L’Italia è il Paese dei bonus: soldi a pioggia per evitare le riforme strutturali

Stefano Rizzuti

18/05/2022

L’ultimo è il bonus 200 euro per lavoratori e pensionati: anche il governo Draghi non cambia rotta e punta su sostegni estemporanei a famiglie e imprese. Così l’Italia diventa la Repubblica dei bonus.

L’Italia è il Paese dei bonus: soldi a pioggia per evitare le riforme strutturali

Sono l’incubo dei commercialisti. E ora anche della Commissione europea. Eppure il governo Draghi non sembra volerli cancellare: parliamo dei bonus, i tantissimi bonus previsti per famiglie e imprese. Dai più ai meno utili.

Il problema, però, è che forse iniziano a essere un po’ troppi. E così le critiche del commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, sembrano proprio rivolte a chi, come l’Italia, ne ha introdotti altri con la crisi energetica scaturita dalla guerra in Ucraina.

Dai bonus per la casa (ce ne sono decine) a quelli in busta paga, dalla benzina ai trasporti, passando per televisioni, giovani, docenti e chi più ne ha più ne metta, c’è una misura per tutto e per tutti. Decine di miliardi di euro spesi ogni anno in bonus. E sempre meno destinati a misure strutturali.

Così l’Italia sembra diventare sempre più una Repubblica fondata sui bonus. Più che sul lavoro, per citare l’articolo 1 della Costituzione. Con un conseguente caos per i commercialisti e, soprattutto, con miliardi di euro che - a giudizio di analisti ed esperti - potrebbero essere investiti per misure strutturali e forse più efficaci.

Gentiloni contro i bonus: l’avvertimento dell’Ue

Il tema dei bonus torna alla ribalta dopo le parole del commissario europeo Gentiloni. La crisi ucraina non è come quella sanitaria dovuta al Covid e - dice chiaramente - “non può giustificare lo stesso livello di sostegno da parte delle politiche fiscali”. Per rispondere alla crisi energetica servono sostegni più mirati e basta bonus a pioggia e scostamenti di bilancio, insomma.

Tutti i bonus del governo Draghi

Palazzo Chigi dà ragione a Gentiloni e si associa, almeno a parole, alle dichiarazioni del commissario europeo. Eppure le cose sembrano stare diversamente: basti guardare le mosse del governo Draghi nel 2022.

L’ultima la conosciamo tutti: il bonus 200 euro per lavoratori e pensionati per contrastare il caro energia e l’inflazione. In contemporanea è arrivato anche il bonus 60 euro per l’acquisto degli abbonamenti al trasporto pubblico. E poco prima era stato il turno del bonus 200 euro per la benzina. Niente male per essere un governo contrario ai bonus.

Non solo, perché l’esecutivo di recente ha reintrodotto gli incentivi per l’acquisto delle auto, rinnovando l’Ecobonus per comprare vetture poco inquinanti. Altra novità degli ultimi mesi, ma ancora non operativa, è il bonus psicologo da 600 euro l’anno, introdotto per sostenere la salute mentale degli italiani dopo la pandemia.

La sfilza di altri bonus esistenti

E questi sono solo gli ultimi arrivati. Perché la sfilza di bonus già esistenti (e ancora attivi) è lunghissima. E qui non possiamo che farne un breve riepilogo tutt’altro che esaustivo. Pensiamo solamente agli incentivi che riguardano la casa.

Partiamo dal bonus idrico (in scadenza a giugno), alle detrazioni per le tende da sole o per la caldaia o per i condizionatori. Poi ci sono quelli che ormai sono diventati dei bonus storici: dal bonus mobili ed elettrodomestici al bonus ristrutturazione, passando per il Sismabonus.

E come dimenticare il tanto discusso Superbonus al 110% o il bonus facciate. Ma anche il bonus ascensori per la rimozione delle barriere architettoniche e gli incentivi come il bonus affitto per i giovani e il bonus prima casa per gli under 36.

Dei giovani l’Italia non si dimentica, almeno se si parla dei bonus: come per il bonus cultura per i 18enni o del bonus patente. Non dimentichiamo il bonus docenti per acquistare libri o biglietti per eventi culturali, ma neanche il bonus matrimoni per le imprese (e quelli previsti dalle singole Regioni per gli sposi).

Non può mancare qualche incentivo dedicato alla tecnologia e così esiste non solo il bonus internet per gli abbonamenti e l’accesso alla rete veloce, ma anche il bonus tv e il bonus rottamazione tv. Tanto per non farci mancare nulla.

La Repubblica dei bonus

C’è poi qualche bonus leggermente diverso, come quello sociale per le bollette di luce e gas, destinato alle famiglie con Isee inferiore ai 12mila euro (soglia innalzata proprio dal governo Draghi). O, anche se non è un vero bonus, il reddito di cittadinanza.

Qualche bonus, in effetti, negli ultimi tempi è sparito. Per esempio quelli per le famiglie con figli: misure come il bonus bebè e il bonus nascita sono confluiti nell’assegno unico. Ma anche il cashback o il bonus vacanze non esistono più: entrambi erano stati introdotti con la pandemia,

Un altro bonus, quello forse più conosciuto, è stato eliminato: il bonus 80 euro o bonus Renzi. Prima è diventato un taglio del cuneo fiscale da 100 euro poi, con la riforma fiscale, è scomparso per i redditi superiori a 15mila euro venendo riassorbito nella riforma delle aliquote Irpef.

I bonus per nascondere la mancanza di riforme strutturali

Nonostante qualche bonus in meno, però, la sostanza non cambia. Da qualche anno i bonus sembrano essere la soluzione a ogni problema, qualsiasi sia il governo: da Renzi a Draghi, poco è cambiato. E così si rimandano tutti gli interventi strutturali che potrebbero fare un po’ di ordine e utilizzare al meglio le risorse investite attualmente per finanziare decine di bonus, spesso complessi, caotici e magari anche di scarso effetto.

Il bonus è diventato uno strumento utile a nascondere la mancanza di progetti strutturali e sostituisce riforme essenziali come quella del lavoro, delle pensioni, dei trasporti, tanto per citarne alcune. E neanche il Pnrr sembra aver colmato questo vuoto. Certo, i progetti di riforma ci sono. Ma ancora l’Italia - e, va sottolineato, nessun governo negli ultimi anni - non è riuscita a mettere in campo risposte di fronte ai problemi urgenti che vadano oltre l’approccio emergenziale. Soldi a pioggia una tantum e passa la paura.

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