Le licenze software sleali distorcono la concorrenza nel mercato delle infrastrutture cloud

Redazione

27 Ottobre 2021 - 14:46

Uno studio commissionato dal CISPE e condotto dal professor Frédéric Jenny ha rivelato come i termini sleali di licenza del software applicati da alcune società possano distorcere la correnza cloud.

Le licenze software sleali distorcono la concorrenza nel mercato delle infrastrutture cloud

È stato pubblicato uno studio del professor Frédéric Jenny, rinomato esperto di diritto della concorrenza, dove si illustra come i termini sleali di licenza del software applicati da alcune società di software legacy possano distorcere la concorrenza nel nascente mercato dei servizi di infrastruttura cloud in Europa.

In particolare si documentano le pratiche attraverso le quali le aziende, con potere di mercato nei productivity software e di database software, possono indirizzare i clienti aziendali verso i propri servizi di infrastruttura cloud. Lo studio evidenzia come se questa pratica continuasse nel tempo si andrebbe a danneggiare in modo significativo la concorrenza nel cloud, danneggiando così la crescita, l’innovazione e la redditività di che fornisce le infrastrutture cluod in Europa.

Lo studio, che è stato distribuito ai membri del Parlamento europeo, della Commissione europea e del Consiglio durante l’esame, il dibattito e il voto sul Digital Markets Act (DMA), indica chiaramente una serie di pratiche utilizzate dalle società di software legacy atte a limitare la scelta delle imprese europee che cercano di passare al cloud.

I termini di licenza tipici identificati dallo studio del professore come restrittivi della concorrenza leale sono:

  • rimozione delle offerte Bring Your Own License (BYOL), costringendo il cliente a pagare di nuovo per utilizzare il software che già possiede su un’infrastruttura cloud concorrente;
  • raggruppamento e collegamento di prodotti software con l’infrastruttura cloud per rendere le offerte di altri fornitori di servizi cloud meno attraenti/più costose;
  • limitazione contrattuale della possibilità di utilizzare il software nel modo più efficiente dal punto di vista hardware, costringendo i clienti all’uso di un’infrastruttura cloud dedicata;
  • aumento dei prezzi per i partner che utilizzano la propria infrastruttura cloud;

Il professor Frédéric Jenny ha commentato:

“Nel corso di diversi mesi ho parlato con utenti di software aziendali di tutte le dimensioni e di tutti i settori. Alcuni utenti temevano possibili ritorsioni qualora avessero rivelato le presunte pratiche sleali. Anche alcuni grandi utenti di servizi cloud hanno riconosciuto di non poter fare a meno delle suite di produttività di base che queste società di software controllano".

Il presidente del CISPE, che ha commissionato lo studio, ha concluso: “

Avevamo sentito dai nostri membri e dai loro clienti che alcuni fornitori di software legacy stavano limitando la scelta nell’infrastruttura cloud con condizioni di licenza sleali. Abbiamo incaricato il professor Jenny a effettuare uno studio su queste pratiche e sul loro impatto, per supportare il principio di licenza software equa che abbiamo creato con Cigref. Lo Studio dimostra chiaramente la necessità che i Principi e il DMA li includano nelle disposizioni. Questo è un problema importante che richiede una legge e l’adozione volontaria dei nostri Principi per garantire la conformità e condizioni migliori per le imprese e i consumatori europei".

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