Life coach: chi è, cosa fa, percorso formativo e guadagni. La guida rapida

Claudio Garau

21 Febbraio 2022 - 22:04

Quella del life coach è una professione che sta prendendo piede anche in Italia e che, se svolta con la dovuta preparazione, può garantire nel tempo dei guadagni soddisfacenti.

Life coach: chi è, cosa fa, percorso formativo e guadagni. La guida rapida

Si tratta di una professione di origine anglosassone e molto conosciuta negli USA, che piano piano si sta diffondendo anche nel nostro paese e che ha tutte le carte in regola per permettere di costruirsi un solido percorso di carriera. Stiamo parlando del life coach, un lavoro adatto a chi ha una mentalità positiva e sa ascoltare ed aiutare gli altri.

Le stime ci dicono che nel pianeta ci sono alcune decine di migliaia di allenatori motivazionali riconosciuti - ossia life coach in italiano - ma soltanto una ristrettissima percentuale di essi vive e lavora in Italia.

Vero è che è una professione emergente e non deve sorprendere che anche da noi ogni anno siano sempre di più coloro che scelgono di rivolgersi a detti professionisti, al fine di modificare in meglio la propria vita e il proprio rapporto con la sfera lavorativa.

Di seguito intendiamo fornire una serie di informazioni utili a chi è interessato a prendere contatto con questo lavoro e indicheremo altresì quali sono i possibili obiettivi di guadagno di un life coach. Ecco i dettagli.

Life coach: il suo profilo

Dare una definizione generale del lavoro di life coach non è complesso: è una nuova figura professionale che si pone l’obiettivo di supportare le persone a individuare il percorso di uscita da un problema di un certo rilievo o da una fase di stallo esistenziale. Attenzione però: il life coach non si limita a dare consigli o suggerimenti, piuttosto egli fornisce ai propri clienti gli strumenti idonei a trovare una soluzione ai loro problemi.

In altre parole, un life coach preparato ha il ruolo di affiancare le persone nel loro percorso individuale di miglioramento e crescita personale, sia emotiva-psicologica che professionale. L’allenatore motivazionale è dunque una guida nel rintracciare i propri obiettivi e incentiva a trovare le risorse personali e la motivazione per raggiungerli. Questa figura si rivela determinante nel sostenere le persone per ciò che attiene alla gestione di emozioni come l’insicurezza, la paura, lo stress o l’infelicità.

Molto importante ricordare che uno dei punti cardine del lavoro del life coach è rappresentato dal fare domande chiare ed efficaci alla persona, ossia quelle che in inglese sono dette powerful questions. Queste ultime si riveleranno determinanti a fare chiarezza nell’io del soggetto che si rivolge al life coach.

Grazie alle risposte date, colui che è seguito da questa figura professionale potrà avere davanti a sé un più nitido percorso di crescita personale, e comprenderà autonomamente quali passi compiere per migliorarsi.

Tramite le domande, il metodo di lavoro del life coach si collega al cd. modello maieutico, di antichissima origine. Detto modello non opera a livello di immissione di informazioni, concetti, regole o istruzioni nella persona, ma piuttosto sul ’far emergere’ risorse personali, capacità e qualità già incluse nella persona stessa, ma di frequente trascurate o sottovalutate.

Da rimarcare dunque che un life coach non dice mai al proprio cliente cosa deve fare, ma piuttosto indirizza a capire che cosa fare, come reagire ad un problema, dando supporto in un iter di autonomia decisionale.

Life coach: quali sono le sue mansioni in sintesi

Ricapitolando, le attività di un life coach possono fondamentalmente riassumersi nelle seguenti:

  • effettuazione di domande per far emergere la condizione psicologica, sentimentale e/o professionale ed economica attuale e passata del cliente;
  • spinta all’adozione di nuove e differenti abitudini e comportamenti, che possano condurre ad una maggiore consapevolezza di se stessi e delle proprie potenzialità, sia nella vita privata che in ambito lavorativo;
  • appoggio continuo nei confronti del proprio cliente, al fine di velocizzarne la crescita personale;
  • collaborazione con altre figure professionali, come ad es. il medico o il nutrizionista, che a loro volta stanno aiutando il cliente a migliorarsi;
  • controllo con il cliente degli obiettivi raggiunti e di quelli da raggiungere.

Le mansioni svolte implicano un ciclo di incontri tutto sommato breve: di solito non più di una decina, distribuiti in un arco temporale di circa un semestre.

Chiaramente non ci si può improvvisare e, come vedremo tra poco, per lavorare come life coach serve svolgere un percorso formativo ad hoc.

Il life coach non è un counselor, né uno psicologo, né tanto meno un medico

Attenzione però a non fare confusione. La figura del life coach è diversa da quella del counselor, ossia un professionista deputato ad offrire sostegno in particolare con l’ascolto, ma è differente anche dallo psicologo, che invece ha il ruolo di identificare le cause che hanno portato ad una certa situazione per provare a risolverla.

E ovviamente come le due figure professionali citate, il life coach non è un medico, e dunque non può di certo prescrivere cure o farmaci, non potendosene assumere la responsabilità.

Ribadiamo che l’attività di supporto del life coach si svolge in genere per un periodo tutto sommato breve, e non al di sopra dei 6 / 9 mesi. Ciò rileva in particolare se confrontato con il lavoro di psicoterapeuti o psicologi, che spesso si protrae per diversi anni e che ha a che fare con tematiche molto complesse della sfera individuale.

Life coach: il percorso per diventarlo

Interessante notare che questa professione in Italia è regolamentata dalla legge n. 4 del 2013, sulle professioni non organizzate. Ma vero è che nel nostro paese non vi è alcun ordine o albo riconosciuto in materia di life coaching, a differenza di altre professioni legate alla dimensione psicologica dell’individuo.

Non stupisce allora il fatto che non esiste un percorso univoco o un corso di laurea ad hoc per diventare life coach - a differenza ad es. del caso degli psicologi. Tuttavia chi intende fare questa professione dovrà comunque seguire dei corsi per diventare life coach presso una struttura abilitata.

Grazie a questi periodi di formazione, l’interessato a lavorare come life coach affinerà le sue capacità di ascolto e soprattutto apprenderà alcuni nozioni chiave per il miglior rapporto professionista-cliente. In particolare, nei corsi saranno svolte lezioni su come porre le domande utili a sviluppare l’autoconsapevolezza da parte dei clienti e su quali sono le preoccupazioni etiche da porsi per non avere problemi nell’ambito dello svolgimento del lavoro di life coach.

Solitamente un corso di life coaching dura tra le 90 e le 120 ore, in base alla società di formazione che lo svolge. Oggi è possibile seguirne uno sia in presenza che online.

Da rimarcare che, al termine del percorso formativo, può essere emesso o meno un attestato, ma è sempre meglio rivolgersi ad un ente di formazione che prevede la possibilità di ottenere una certificazione riconosciuta presso associazioni professionali ufficiali.

I costi dei corsi non sono generalmente esigui e, salvo i periodi di promozioni e sconti, prevedono di versare una cifra tra i mille e i 3mila euro.

Life coach: alcune doti innate fanno la differenza

In verità, per diventare dei bravi life coach o coach motivazionali, occorre anche e soprattutto avere una naturale predisposizione, ossia occorre un carattere positivo, comunicativo ed aperto all’ascolto del prossimo.

Un life coach deve possedere altresì capacità di decisione, di organizzazione e di problem solving e deve sapersi mostrare solidale ed empatico nei confronti del cliente e delle sue difficoltà. Al contempo non dovrà mancare autorevolezza e fermezza.

Questa figura professionale dovrà anche mostrare rispetto della privacy ed etica professionale e, nell’ambito degli incontri con i clienti, farà bene a non far mai prevalere idee o giudizi personali. Ciò infatti si contrappone a quanto richiesto al profilo di un life coach.

Life coach: quanto guadagna? Le prospettive economiche

In considerazione di quanto detto sopra, vero è che il life coach non è una figura professionale che può inserirsi in una struttura sanitaria pubblica o privata, ma piuttosto si tratta di un libero professionista, che svolge il suo lavoro in piena autonomia. Ecco perché sarà necessario aprire una partita Iva per lavorare.

Sul piano dei possibili guadagni, vero è che quella di life coach è una attività emergente e ricca di prospettive, anche economiche. Essendo una libera professione, gli incassi possono essere molto diversi a seconda del professionista e sono legati sia al numero di clienti che alla singola tariffa per incontro. Ed ovviamente anche l’esperienza del life coach ha un peso ai fini dei compensi.

Si stima che un life coach con poca esperienza non potrà chiedere più di 50-70 euro l’ora, ma uno con più di 5 anni di esperienza può arrivare anche a 150-200 euro all’ora. Chi svolge questo mestiere per le aziende, al fine di favorire la crescita personale dei dipendenti, potrà guadagnare molto di più ed anche 300-400 euro orarie.

Concludendo, non bisogna dimenticare che un life coach dovrà comunque sottrarre le spese legate al mantenimento dell’attività (ad es. le utenze per lo studio professionale) e quelle riferite a tasse e contributi. Perciò è chiaro che ad una figura di questo tipo non potranno mancare doti di pianificazione e organizzazione.

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