Sembra paradossale e invece la Cina è di nuovo in lockdown. Vediamo come una delle più grandi potenze al mondo sta cercando di contenere la nuova ondata di coronavirus.
Interi quartieri in lockdown, tamponi di massa e l’apertura di nuovi reparti Covid negli ospedali, però non stiamo parlando del 2020. Infatti, una nuova ondata di contagi da coronavirus sta interessando la Cina proprio in queste ore.
Mentre in Italia tornano a salire i contagi, in Cina sono già circa 17 milioni le persone tornate in quarantena. Le autorità di Pechino hanno lanciato l’allarme e hanno imposto nuove – o già conosciute – direttive affinché si stabilizzi un secondo scenario di sicurezza per far fronte alla recrudescenza dei casi Covid.
C’è bisogno che le contromisure vengano applicate il prima possibile perché nella sola Cina continentale si è già raggiunto il massimo storico dei casi Covid, con numeri che non si vedevano da febbraio 2020.
Sappiamo bene quali sono state le conseguenze della prima ondata di coronavirus e della prima quarantena. Cosa succederà adesso?
Lockdown Cina: cosa sta succedendo?
È la variante Omicron a diffondersi nelle città della Cina, sicuramente nel momento peggiore, con la Russia che dichiara guerra all’Ucraina e forse all’intero Occidente.
Nelle ultime ore i casi Covid si sono moltiplicati in tutto il Paese, creando un vero e proprio cortocircuito nella politica zero-Covid ribadita dalla plenaria del Parlamento cinese. La situazione non concede tentennamenti e così le autorità hanno già chiuso molte città e province:
- la città di Jilin, centro dell’epidemia nel nord-est, è stata chiusa parzialmente sabato scorso;
- Yanji, un’area urbana di quasi 700mila abitanti al confine con la Corea del Nord, domenica è stata chiusa in una quarantena serrata;
- il polo industriale di Changchun, con 9 milioni di abitanti, è stato chiuso venerdì;
- a Shanghai sono state chiuse tutte le scuole, le aziende i ristoranti e i centri commerciali, mentre le autorità consigliano di non lasciare la città se non per casi di estrema emergenza;
- l’autorità di Shenzhen, importante polo tecnologico che ospita circa 13 milioni di persone, ha imposto la quarantena ai residenti;
- a Hong Kong oggi il virus incide più che in altre città e si registra uno dei tassi di mortalità più elevati al mondo, anche più alti del 2020.
Come funziona il lockdown in Cina?
Ci sono circa 200 milioni di telecamere posizionate in tutto il Paese, aggiornate con software d’Intelligenza artificiale che riescono a individuare i cittadini che non rispettano gli obblighi.
Tolleranza zero quindi, e lockdown ferrei non solo per le città e le province, ma anche per residenti di distretti cittadini e singoli complessi residenziali. Le regole da rispettare sono le seguenti:
- si potrà uscire per fare la spesa massimo una volta ogni tre giorni per i membri di un unico nucleo familiare;
- tornano le mascherine obbligatorie senza alcuna differenza fra cittadini contagiati e sani, la pena è l’arresto;
- ogni famiglia riceverà le indicazioni delle restrizioni e gli eventuali sviluppi tramite la piattaforma messaggistica “WeChat”;
- per contenere la diffusione del virus, la Cina mette in campo, oltre ai lockdown, anche i test di massa per milioni di persone.
Quali sono i pericoli dettati da questi lockdown?
Le difficoltà e i pericoli di questo lockdown sono gli stessi che abbiamo già visto per la prima ondata.
Le restrizioni imposte obbligano la maggior parte delle attività commerciali a rimanere chiuse: solamente i supermercati, i mercati agricoli, le farmacie, le strutture mediche e i servizi di consegna espressa saranno autorizzati a rimanere aperti. Trattandosi della Cina, una delle potenze commerciali più attive del mondo, una scelta del genere può incrinare la situazione economica a livello mondiale.
In più, eventuali e ulteriori interruzioni della catena di approvvigionamento globale rappresenterebbero un contraccolpo perché aziende già in difficoltà per i fermi imposti, non potrebbero nemmeno contare sui prodotti in arrivo dall’estero per sostenersi e sostenere i consumatori.
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