Vienna ha annunciato che saranno previsti lockdown selettivi per i non vaccinati: l’Austria usa il pugno duro.
In Europa torna la parola lockdown. Dopo gli aumenti dei contagi nei paesi dell’Est, nel Regno Unito, e dopo la decisione di varare un nuovo lockdown in Lettonia, l’Austria traccia la sua linea.
Vienna ha deciso di prevedere dei lockdown selettivi per chi non voluto sottoporsi alla vaccinazione. La misura scatterà nel momento in cui si dovesse raggiungere la soglia di 500 posti in terapia intensiva nel territorio austriaco.
L’annuncio del piano di Vienna è stato emanato dal neocancelliere Alexander Schallenberg, in carica da appena due settimane dopo le dimissioni di Sebastian Kurz.
I lockdown selettivi
Il governo ha previsto dei livelli di allerta misurati in base ai contagi ed alle terapie intensive occupate. Il livello massimo di allerta è il 5, con più di 600 persone in terapia intensiva, con cui scatterebbe il lockdown per i non vaccinati.
Se viene superata la soglia delle 500 terapie intensive, i non vaccinati non potranno accedere a bar, luoghi di cultura, attività ristorative e ricreative.
Nel caso del superamento della soglia del livello 5 (600 posti in terapia intensiva) chi non si è sottoposto alla vaccinazione non potrà uscire di casa se non per motivi lavorativi o per comprovati motivi di necessità.
Nei vari Stati membri le misure per fronteggiare il virus vanno dal green pass obbligatorio per il lavoro, il caso dell’Italia, alla sospensione degli stipendi ai non vaccinati, nel caso della Germania. Il modello austriaco sarà recepito da qualche altro paese europeo?
La situazione Covid in Austria
In questo momento l’Austria si trova al primo livello di allerta, anche se nelle ultime settimane i contagi sembrano aumentare: il 18 ottobre 2021 i contagi registrati erano 1.897, oggi al 23 ottobre 2021 sono aumentati a 3.756.
La popolazione che ha completato il ciclo vaccinale è pari a 5.5 milioni: il 62,4 % della popolazione totale; mentre le dosi somministrate sono 11.3 milioni.
I contagiati totali durante la pandemia si attestano intorno ai 794.000, i decessi sono 11.245, 12 nelle ultime 24 ore.
Il trend dei nuovi contagiati è in risalita. Il picco del 2020 fu raggiunto intorno al 14 novembre, la curva iniziò a salire verso la fine di ottobre, scenario che pare si stia ripresentando.
Il totale della popolazione austriaca è di circa 9 milioni, quindi il numero critico di posti in terapia intensiva e di contagi per far scattare il livello di allerta 5 è più basso rispetto all’Italia. La decisione, seppur dura, è stata presa nell’ottica di mitigare l’impatto sul ricovero, e quindi sul sistema sanitario.
Il resto d’Europa
In Europa il clima è sempre più teso. Dopo l’aumento dei contagi nel Regno Unito - qualche giorno fa erano circa 50.000 - e il numero crescente di decessi in Russia, la Lettonia ha deciso di varare un nuovo lockdown per tutta la popolazione.
Il lockdown è entrato in vigore due giorni fa. In Russia il governo ha deciso di prevedere l’obbligo di green pass per accedere ad eventi e competizioni sportive. Oltre la manica, Johnson ha annunciato che questo sarà: “un inverno difficile”.
Anche sulla sponda orientale le notizie non sono delle migliori. In Polonia i contagi hanno visto un aumento dell’85% nelle ultime due settimane. In Romania invece, a metà ottobre si registravano circa 19.000 casi. Sembra che un altro inverno stia arrivando.
La maggioranza dei governi dei paesi europei sta chiedendo alla popolazione di sottoporsi alla vaccinazione, pratica che dovrebbe debellare il virus più velocemente e con meno danni di tipo sanitario ed economico; per non parlare delle rispettive ricadute in termini di costi.
La partita contro il Covid sembra non essere ancora chiusa, mentre l’Europa sembra pronta a ripartire il virus torna a far parlare di sé.
© RIPRODUZIONE RISERVATA