In Irlanda Microsoft, tramite la sussidiaria Round Island One Limited, ha registrato nel 2020 profitti record da 314,7 miliardi di dollari. Neanche un cent, tuttavia, è finito nelle casse di Dublino: ecco il trucco.
La stay-at-home-economy dell’ultimo anno, si sa, ha gonfiato le tasche dei paperoni della Silicon Valley, da Elon Musk e Jeff Bezos. Tra questi anche Bill Gates, che in Irlanda con il colosso tech Microsoft ha messo in tasca profitti record grazie alla vendita dei software protetti da copyright, 314,7 miliardi di dollari.
La cifra, in realtà, è finita nelle casse della sussidiaria Round Island One Limited, con base a Dublino. Il fisco irlandese, però, non ha incassato neanche un cent dal boom degli utili del gigante di Redmond: ecco il trucco.
Microsoft, profitti record in Irlanda ma zero tasse pagate: ecco il trucco
Round Island One Limited, per conto della controllante Microsoft, riscuote i canoni di licenza per l’utilizzo dei software proprietari. Un giro d’affari enorme, se pensiamo al portafoglio di programmi su cui può puntare la casa madre, dal segmento educational al digital media.
La sussidiaria, e qui sta il nodo, opera nella sede fisica al numero 70 di Sir John Rogerson’s Quay, a Dublino, ma la residenza fiscale è in realtà in un crocevia del dumping, l’arcipelago delle Bermuda, dove non sono previste tasse sugli utili aziendali. L’organico, oltretutto, è ridotto all’osso: nessun dipendente, tre amministratori, tutti statunitensi.
Dietro il boom dei ricavi, che hanno fatto arrivare a Microsoft due tranche di dividendi da 55 miliardi complessivi, c’è lo smantellamento e la conseguente liquidazione di altre due controllate, con gli asset che hanno finito per confluire in Round Island One Limited. Così, nel giro di un anno, i profitti sono passati da 10 ad oltre 300 miliardi.
L’ombra della tassa minima su Microsoft
Ingranaggi ben oliati che ora si trovano però a fare i conti con la proposta avanzata dal duo Biden-Yellen, e cioè una tassa minima globale sulle multinazionali – con aliquote non ancora fissate, ma si va verso il 15% - che finirebbe per frenare la diffusa elusione fiscale dei grandi Gruppi.
Oggi e domani, a Londra, si terrà la riunione dei ministri delle Finanze del G7, e la corporate tax sarà uno dei faldoni sul tavolo. Una volta trovata una quadra definitiva sull’aliquota, è probabile che la nuova tassa possa essere approvata entro la fine dell’anno.
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