NASpI: quali tasse si pagano sull’indennità di disoccupazione

Simone Micocci

09/06/2021

La NASpI fa reddito ed è soggetta a tassazione: di seguito le informazioni su sostituto d’imposta e obbligo della dichiarazione dei redditi.

NASpI: quali tasse si pagano sull’indennità di disoccupazione

Hai appena smesso di lavorare e stai percependo la NASpI. A un certo punto, però, ti sorge un dubbio e ti chiedi se l’importo che stai percependo è netto o lordo, o comunque se in futuro dovrai pagare altre tasse su quanto corrisposto.

A differenza di altre prestazioni corrisposte dall’Inps, come ad esempio può essere il Reddito di Cittadinanza, l’indennità di disoccupazione NASpI non è esente da tassazione. Questa, infatti, fa reddito ed è dunque soggetta alle varie imposte.

Ci sono, comunque, diversi aspetti da chiarire riguardo alla tassazione prevista per la NASpI; lo faremo in questa guida dedicata, dove trovate tutte le risposte sui vostri dubbi.

Sulla NASpI si pagano le tasse?

Come anticipato, sull’indennità di disoccupazione si pagano le tasse.

Nel dettaglio, in base a quanto stabilito dall’articolo 6, II comma, del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), la NASpI costituisce reddito della stessa categoria di quello perduto o sostituito. Visti quali sono i casi in cui spetta l’indennità di disoccupazione, dunque, questa viene considerata al pari del reddito da lavoro dipendente e quindi anche le imposte dovute saranno le stesse.

Sulla NASpI, quindi, si paga l’Irpef, per una percentuale variabile a seconda di quanto percepito. Ricordiamo quali sono gli scaglioni Irpef e le relative percentuali:

  • 0-15 mila euro: aliquota del 23%;
  • 15.001-28 mila euro: aliquota del 27%;
  • 28.001-55 mila euro: aliquota del 38%;
  • 55.001-75 mila euro: aliquota del 41%;
  • oltre 75 mila euro: aliquota del 43%.

A queste si aggiungono poi le addizionali Irpef regionali e comunali (che variano, dunque, a seconda di dove ci si trova).

La NASpI pagata è già tassata?

È bene sottolineare comunque che l’indennità di disoccupazione pagata mensilmente è già stata tassata ab origine. Quanto ricevete ogni mese, dunque, è già l’importo netto.

Essendo erogato dall’Inps, infatti, sarà questo ad agire come sostituto d’imposta, prelevando alla fonte - a titolo di ritenuta d’acconto - quanto dovuto lato Irpef.

L’Istituto, quindi, agisce come il datore di lavoro, erogando direttamente l’importo netto dell’indennità di disoccupazione. Sarà, dunque, sempre l’Inps a effettuare il conguaglio Irpef di fine anno, applicandovi nel contempo anche le detrazioni di cui potete godere (ad esempio in caso di familiari a carico). Sempre l’Inps, a fine anno rilascia la Certificazione Unica della NASpI in base a quanto previsto dall’articolo 4, comma 6-ter, del DPR 322/1998.

Chi prende la NASpI deve fare la dichiarazione dei redditi?

Mettiamo il caso che lo scorso anno avete avuto un lavoro dipendente poi interrotto che ha dato, quindi, luogo alla NASpI. In questo caso è obbligatorio, in quanto si hanno due Certificazioni Uniche, presentare la dichiarazione dei redditi.

Aver percepito solamente la disoccupazione, invece, non vi pone davanti a quest’obbligo.

Dichiarazione dei redditi mentre si prende la NASpI: con o senza sostituto d’imposta?

Diverso il caso di coloro che quando presentano la dichiarazione dei redditi stanno percependo la NASpI. Questi, infatti, si trovano di fronte a un interrogativo: meglio indicare l’Inps come sostituto - come ad esempio vale per chi è in pensione - oppure presentare dichiarazione senza sostituto ricevendo l’eventuale rimborso dall’Agenzia delle Entrate?

È possibile scegliere tra entrambe le opzioni; tuttavia, dal momento che la NASpI è una misura non definitiva sarebbe meglio evitare di mettere l’Inps come sostituto d’imposta. Nel caso in cui nel contempo sopravvenga un motivo che porta alla sospensione del beneficio, o alla sua decadenza, bisognerebbe infatti correggere la dichiarazione dei redditi modificando la voce relativa al sostituto d’imposta.

Argomenti

# Tasse
# IRPEF
# Naspi

Iscriviti a Money.it