La Francia così come il mondo intero è sotto shock per quello che è successo alla cattedrale di Notre Dame di Parigi: i motivi dell’incendio con l’Italia che potrebbe contribuire alla ricostruzione.
Sono state domate le fiamme dai solerti Vigili del Fuoco di Parigi, ma la Francia e il mondo intero sono ancora sotto shock per l’incendio che ha devastato la cattedrale di Notre Dame nella serata del 15 aprile.
Spente le fiamme inizia adesso la triste conta dei danni: sia la guglia che il tetto della cattedrale sono crollate, mentre la struttura è rimasta in piedi ma ci sono dei dubbi sulla sua stabilità. In salvo fortunatamente tutte le opere d’arte.
Per quanto riguarda le cause dell’incendio, gli inquirenti pensano che le fiamme siano scaturite in maniera accidentale dalle impalcature posizionate per dei lavori di restauro nella parte poi crollata.
Il presidente Emmanuel Macron ha subito dichiarato “la ricostruiremo, tutti insieme, è quello che i francesi si aspettano”, mentre è subito iniziata una gara di donazioni milionarie per Notre Dame con anche l’Italia che sarebbe pronta a fare la sua parte per la ricostruzione della cattedrale, uno dei simboli della Chiesa Cristiana in Europa.
Le cause dell’incendio alla cattedrale di Notre Dame
Da quasi 700 anni la cattedrale metropolitana di Nostra Signora di Parigi, conosciuta universalmente con il nome di Notre Dame, è il simbolo della Chiesa Cristiana in Francia oltre a essere patrimonio UNESCO.
Nel 2018 sono stati 1,2 milioni i turisti che hanno visitato Notre Dame, in aumento del 40% rispetto l’anno precedente dopo il rallentamento dovuto all’allerta terrorismo, con la cattedrale che è una delle massime espressioni dell’architettura gotica.
La sera di lunedì 15 aprile intorno alle ore 18.50, mentre si stava celebrando la messa, una densa colonna di fumo si è innalzata dal tetto e precisamente dalle impalcature che erano state posizionate per dei lavori di restauro.
Le fiamme sono divampate immediatamente, provocando dopo circa un’ora il crollo della guglia e del tetto della cattedrale. Soltanto a notte fonda, grazie al coraggioso lavoro dei Vigili del Fuoco di Parigi, uno di loro è ricoverato in gravi condizioni, è stato domato l’incendio.
Salve le opere d’arte presenti all’interno della cattedrale come la Corona di Spine e i due campanili, la struttura di Notre Dame è rimasta in piedi ma ci sono forti dubbi sulla sua tenuta anche se si dovrà aspettare il raffreddamento dell’edificio per una valutazione più accurata.
Le impalcature situate intorno alla guglia del tetto erano state montate alcuni giorni fa per dei lavori di restauro coordinati dalla Sovrintendenza architettonica dei monumenti storici e dello Stato. Al momento dello scoppio dell’incendio tutti gli operai era andati via da una ventina di minuti.
Gli inquirenti al momento escludono il movente doloso o terroristico, ritenendo che le cause dell’incendio siano accidentali e riconducibili ai lavori di ristrutturazione che stavano interessando le parti della cattedrale poi crollate.
La ricostruzione e il ruolo dell’Italia
Visto il valore storico e culturale di Notre Dame, è impossibile fare al momento una stima dei danni provocati dall’incendio. Certo invece è il solenne impegno preso dal presidente francese Emmanuel Macron di ricostruire al più presto la cattedrale.
Come le immagini del rogo hanno iniziato a fare il giro del mondo, immediatamente è iniziata anche la gara di solidarietà con 300 milioni di euro che già sarebbero stati garantiti per la ricostruzione.
La famiglia Arnault e il gruppo Lvmh, leader nel settore del lusso e proprietari di marchi come Fendi e Bulgari, hanno già annunciato una donazione di 200 milioni per Notre Dame. La famiglia Pinault, altro colosso del lusso, ha invece messo sul piatto altri 100 milioni.
Anche fuori dalla Francia fioccano le donazioni, con la creazione di numerose campagne di crowdfunding per dare un contributo. Mentre Vladimir Putin è pronto a mettere a disposizione i suoi migliori esperti per la ricostruzione, anche l’Italia a riguardo si appresta a fare la propria parte.
“Siamo tutti mobilitati - si legge in una nota di Giorgia Meloni - Fratelli d’Italia parteciperà alla raccolta fondi e presenterà in Parlamento una mozione per impegnare il governo italiano a contribuire e a mettere a disposizione le nostre migliori energie”.
Fratelli d’Italia quindi ha intenzione di partecipare alla raccolta fondi per la ricostruzione di Notre Dame, chiedendo anche al governo di contribuire. Nelle ultime ore l’idea che si è fatta avanti è quella di una sorta di colletta internazionale per far risorgere la cattedrale di Notre Dame.
Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha infatti chiesto a tutti i 28 Stati membri dell’UE di aiutare nella ricostruzione, con nessun paese che al momento ha negato questa disponibilità.
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