L’evento, organizzato da ProfessioneFinanza oggi a Milano, ha gettato le basi per una consulenza patrimoniale davvero evoluta e ha offerto il punto di vista dei massimi esperti del settore in termini di agile finance, cyber security, sistemi di automazione, wealth architecture, cultura finanziaria e molto altro.
Oggi, una consulenza patrimoniale davvero evoluta può e deve passare dall’uso consapevole della tecnologia, dalla crescente attenzione alle tematiche legate alla sostenibilità e da una collaborazione sempre più salda tra professionalità diverse come avvocati, notai, commercialisti e, ovviamente, consulenti finanziari, nella logica di una “wealth architecture”.
Questi i tre temi al centro dell’edizione 2020 di PFEXPO, l’evento di riferimento per i professionisti della finanza e della gestione patrimoniale organizzato oggi a Milano da ProfessioneFinanza.
Mariarosaria Taddeo, professoressa dell’Università di Oxford, Joe Colombano, testimonial per la sostenibilità con la sua esperienza all’ONU e tra i protagonisti della scrittura degli ormai celebri SDGs, l’avvocato patrimonialista Cristina Rossello, testimonal della wealth architecture, che ha fornito importanti indicazioni sulla relazione con i clienti di alto standing.
E ancora, Luisella Giani, manager di Oracle, alcuni dei nomi che hanno portato il proprio prezioso contributo alla ricca agenda dell’evento che, al Palazzo delle Stelline, ha ospitato 18 conferenze.
Innovazione al centro della consulenza finanziaria
Proprio Luisella Giani, ha aperto i lavori del filone “innovazione”, uno dei più caldi sul quale l’appuntamento ha puntato il focus, con l’obiettivo di aggiornare i professionisti della consulenza finanziaria e del private banking e rispondere in maniera pronta e risoluta per interagire quotidianamente con il cambiamento e con tutto quello che ne consegue. Head of EMEA Industry Transformation di Oracle, ha delineato nel suo speech lo scenario di “come la tecnologia sta cambiando il mondo della consulenza finanziaria”.
Agile finance: a che punto siamo?
Ma quali sono gli step che un’azienda deve fare concretamente per “innovare”, calarsi nei processi di business e raggiungere gli obiettivi auspicabili? Non si tratta di parlare in ottica futuristica, ma di insight spendibili nel presente. Proprio questo l’obiettivo del keynote, offrire una carrellata di consigli pratici per chi opera sul mercato nell’era “post digitale”.
Blockchain, AI e IOT sono le tecnologie considerate oggi meno esplorate, alla base delle quali vi è un’attività che le accomuna: l’analisi dei dati. Questa, è ancora spesso una vera e propria barriera all’ingresso, poiché la quantità di dati a disposizione è molto ampia e dunque non semplice da processare. Inoltre, con l’avvento del 5G, si prevede che i dati prolifereranno in modo ancor più massiccio.
La reazione di moltissime aziende nel settore finanziario è mediamente lenta, il 13% dichiara di essersi dotato di bot molto semplici per automatizzare processi, ma solo a livello molto standard. Pochissimi al momento hanno adottato in modo effettivo l’Intelligenza Artificiale e abbracciano il concetto di “agile finance” scalabile, meno del 12% a livello mondiale. In Italia la situazione è ancor meno evoluta. Questo dimostra un interesse da parte del settore, ma dimostra che c’è ancora molta strada da fare.
L’intelligenza artificiale nel mondo finanziario
L’automation è uno dei processi più diffusi nel mondo finanziario, legata all’utilizzo di tecnologie smart come machine learning e deep learning. I processi di automazione più diffusi sono anche quelli più semplici da adottare, ad esempio quei processi di calcolo che possono dare spazio all’errore umano, come la compilazione delle note spesa. Ma anche per ridurre i costi di processing e la latenza delle informazioni e per dare un supporto nella prevenzione delle frodi digitali.
Gli algoritmi sono anche al centro del mondo dello “smart working”, ossia l’uso di queste tecnologie per aiutare la forza lavoro a prendere le migliori decisioni per mettere in campo iniziative strategiche.
L’adaptive intelligence per ottimizzare l’engagement dei clienti
“Un istituto finanziario – ha spiegato Giani - può utilizzare la tecnologia anche per l’engagement dei propri clienti e prospect nei momenti in cui ne hanno maggiore bisogno anzi nei ‘micro momenti’, ad esempio attraverso il social listening o analizzando in generale il loro comportamento online e mixando fonti di dati di prima, seconda e terza parte, per riuscire a personalizzare annunci e promozioni da servire esattamente quando i clienti risultano più ricettivi, addirittura in logica predittiva”.
Una prima interazione che ne deriva può, ad esempio, essere gestita da un chatbot, che renda la user experience fluida e scongiuri il rischio che l’utente abbandoni la customer journey e perda interesse. Sistemi mobile da utilizzare in realt time, raccomandazioni e servizi innovativi di pagamento, sono altri deterrenti tecnologici per essere vicini alle esigenze del target.
“Abbracciare la tecnologia, in tutti i casi, non significa abbandonare il fattore umano che, soprattutto nel settore della consulenza, resta necessario e di grande importanza”.
Mobile first: la banca tra le dita
Secondo una ricerca di CeTIF, il 79% degli intervistati utilizzerebbe volentieri un servizio offerto da un soggetto diverso rispetto alla propria banca per effettuare pagamenti, il 48% sceglierebbe operatori tecnologici come Satispay e PayPal. L’uno, tra l’altro, non esclude la controparte e il mobile è ormai quasi a tutti gli effetti il canale preferenziale di accesso ai servizi bancari e finanziari. Questo impone agli operatori del settore di abbandonare i silos e aprirsi all’integrazione anche all’esterno del proprio business.
“Il digitale abilita una nuova economia cosiddetta delle piattaforme, che se vista in ottica collaborativa, ovvero abbandonando la logica della concorrenza, può creare anche un circolo virtuoso per offrire servizi e tassi vantaggiosi non solo per i clienti ma per gli stakeholder stessi”, ha spiegato Angela Gemma, Head of Digital innovation di Deutsche Bank Italia. Logica “agile” è anche e soprattutto questo.
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