La PSD2 spiegata: cos’è e cosa cambia con l’Open Banking

Giulia Adonopoulos

22 Settembre 2020 - 11:04

Cos’è la PSD2, come funziona l’Open Banking e cosa cambia davvero nel modo in cui gestiamo e spendiamo i soldi nella vita di tutti i giorni? Ecco tutto quello che c’è da sapere, spiegato con parole semplici.

La PSD2 spiegata: cos’è e cosa cambia con l’Open Banking

“Il banking è necessario, le banche no” diceva Bill Gates nel lontano 1990. Una previsione di 30 anni fa che ad oggi appare incredibilmente lucida dopo l’introduzione della nuova direttiva europea sui servizi di pagamento, anche detta PSD2, ufficialmente operativa in Italia da settembre 2019.

La PSD2 porta diverse novità nel nostro rapporto con i pagamenti e la gestione del denaro. Solo per dirne alcune: i sistemi bancari diventano aperti e integrano di più le nuove tecnologie digitali (“Open Banking”); i clienti possono avere offerte più personalizzate e costi inferiori; vengono rafforzate le misure di sicurezza grazie a nuovi standard di autenticazione per autorizzare le operazioni bancarie e limitare il rischio di frodi.

In questo articolo cerchiamo di spiegare in modo molto semplice cos’è la PSD2, cosa cambia, come funziona l’Open Banking e che impatto ha/avrà sulla nostra vita quotidiana e sul modo in cui gestiamo i nostri soldi.

Cos’è la PSD2 e perché esiste

La PSD2 è la seconda direttiva sui servizi di pagamento entrata in vigore nell’UE dal 2016 e recepita dagli Stati membri due anni dopo. La prima direttiva risale al 2009, ma aveva dei limiti, e col tempo nuove abitudini e tecnologie hanno richiesto un aggiornamento della PSD. Così è arrivata la PSD2.

Con la PSD2 la Commissione Europea ha imposto alle banche di aprire a terze parti autorizzate le “porte” dei conti e dei dati in loro possesso. Ciò consente ai clienti delle banche, sia privati che aziende, di utilizzare provider di soggetti non bancari (o Operatori Terzi) per gestire le proprie finanze e le operazioni di pagamento, e per accedere alle informazioni sui propri conti anche se si trovano in banche diverse. In sostanza, per fare pagamenti dal proprio conto corrente online non è necessario passare per il proprio istituto di credito, ma si può fare tutto su siti e app di soggetti autorizzati.

Perché l’UE ha introdotto la PSD2? Per creare condizioni di parità e un ambiente bancario più democratico; per aumentare la concorrenza e l’innovazione nel mercato tra gli Stati membri; per rafforzare la protezione dei consumatori e migliorare la sicurezza dei pagamenti su internet e l’accesso al conto.

Con la PSD2 si concretizza il concetto di Open Banking grazie all’apertura delle API bancarie a soggetti terzi autorizzati, che possono così accedere in sicurezza ai dati della banca e proporre nuovi servizi e prodotti innovativi e focalizzati sull’utente e le sue esigenze. Le banche entrano così in competizione non solo con le banche ma con chiunque offra servizi finanziari.

PSD2: cosa sono AISP, PISP e CISP

La nuova direttiva sui pagamenti introduce 3 nuovi attori nel panorama finanziario, o gli Operatori Terzi di cui parlavamo prima. Ecco un breve e utile glossario per orientarsi:

1) gli AISP (Account Information Service Provider) sono fornitori di servizi con accesso alle informazioni sul conto dei clienti delle banche in grado di analizzare il comportamento di spesa di un utente o aggregare i dati da diverse banche in un’unica piattaforma.

2) i PISP (Payment Initiatin Service Provider) sono fornitori di servizi in grado di prelevare i soldi dal conto dell’utente e inviare un pagamento, ovviamente previo consenso dell’utente. Nei paesi del Nord Europa (Norvegia, Svezia, Danimarca) i PISP sono già ampiamente utilizzati poiché permettono, ad esempio, di accedere alla propria banca online per pagare le fatture ma anche per fare acquisti nei negozi fisici e online. Gli esperti pensano che in futuro anche Facebook offrirà questa opportunità.

3) i CISP (Card Issuing Service Provider) sono prestatori di servizi di pagamento basati su carta che permettono di sapere se sul conto del pagatore vi è disponibilità dell’importo richiesto perché la transazione vada a buon fine. Il CISP non vede quanti soldi ci sono sul conto dell’utente, ma fornisce solo risposta positiva o negativa al momento dell’operazione di pagamento.

Essere scettici e temere per la sicurezza del proprio conto in banca è legittimo, ma attenzione: per usare i servizi degli Operatori Terzi è necessaria la nostra autorizzazione, ed è nostra facoltà scegliere se avvalercene oppure no. È inoltre possibile revocarne l’autorizzazione dal proprio Internet Banking in qualsiasi momento.

Cosa cambia con la PSD2

I dati condivisi tra banche e soggetti terzi possono essere informazioni basilari come la posizione delle filiali e i dettagli relativi a determinati prodotti bancari; la localizzazione delle banche con accesso per disabili o le caratteristiche dei diversi conti per poter fare un confronto e scegliere l’offerta migliore.

Ma la novità principale della PSD2 riguarda probabilmente i dati contenuti nelle transazioni. Le banche tengono traccia di tutto ciò che facciamo con i nostri soldi, sanno come li spendiamo, se chiediamo o diamo un prestito, quanto spendiamo in bollette, rate del mutuo, viaggi, caffè...

L’Open Banking, attraverso le API aperte, consente di trasmettere queste informazioni complete a terze parti che possono così entrare nel mercato finanziario superando le “pesantezze” della burocrazia e dell’infrastruttura tipica delle banche tradizionali, e creare nuovi prodotti e servizi moderni orientati alle esigenze dei clienti.

La natura esatta di questi prodotti in realtà resta un po’ un mistero, e il terreno spianato dall’Open Banking è ancora da definire. Per capirci: quando Google ha creato Maps, chi avrebbe potuto prevedere Uber? Tuttavia in questa fase possiamo già vedere alcune tendenze.

Ecco spiegati 5 principali cambiamenti legati alla PSD2 e all’Open Banking.

1. Aumenta la competizione

Questo è forse il più importante e apprezzabile effetto della PSD2. Lo scopo del legislatore era proprio quello di eliminare il monopolio delle banche nella gestione dei conti correnti online, aprendo a nuovi soggetti, per la maggior parte appartenenti al settore delle startup e del fintech, che possono offrire servizi simili sul mercato. Ciò è molto importante poiché una maggiore concorrenza spinge gli istituti tradizionali a migliorare costantemente prodotti e servizi, e a implementare la componente tecnologica e digitale, a beneficio soprattutto dei consumatori.

2. Acquisti online più agili ed economici

Un altro grande vantaggio della PSD2 riguarda l’e-commerce. Oggi per comprare un prodotto su Amazon, al momento dell’acquisto il rivenditore contatta l’acquirente che entra in contatto con Visa o MasterCard per prelevare il pagamento dalla tua carta.

La PSD2 elimina l’intermediazione, permettendo alla piattaforma, al negozio di accedere direttamente al conto, previo permesso del titolare della carta. L’intero processo di pagamento diventa più agile, veloce e permette di abbattere i costi delle commissioni per le operazioni.

A livello pratico saremo in grado di fare acquisti tramite social media con un solo clic, di utilizzare Facebook o Google per pagare le bollette o monitorare le spese pur avendo i soldi depositati in modo sicuro nel “buon vecchio” conto bancario.

3. Tutti i conti in un unico luogo

Al momento se hai due conti in due banche diverse puoi esaminarli e gestirli separatamente perché i due sistemi sono incompatibili. Grazie all’Open Banking abilitato dalla PSD2 siamo in grado di aggregare e gestire le carte su un’unica dashboard anche avendo due o più conti su banche diverse. Vengono anche abilitati strumenti che analizzano il comportamento di spesa, trovano offerte competitive per i servizi e permettono di spostare denaro da un conto all’altro con un clic.

Banche e fintech stanno già sviluppando app e dashboard in cui è possibile visualizzare entrate e uscite di conti diversi. Pensiamo a Yolt, la piattaforma di smart money della banca olandese ING che permette di gestire in maniera intelligente il proprio denaro, ponendo fine ai continui salti tra più applicazioni e consentendo di visualizzare i propri conti e le proprie carte di credito in un’unica interfaccia chiara e trasparente.

Di recente anche la banca mobile Revolut ha introdotto la funzionalità Open Banking, che permette al cliente di collegare il conto corrente della banca tradizionale all’app per fare tutto in un solo luogo, senza dover passare da un conto all’altro.

4. Nuovi dati per il credit scoring

Quando chiedi un prestito devi mostrare i dettagli delle tue finanze per dimostrare la tua affidabilità. L’Open Banking consente di fornire queste informazioni online, per esempio offrendo ai finanziatori un accesso una tantum a 12 mesi di entrate e spese. Esistono già servizi che lo fanno, ma per poterli utilizzare è necessario dare i tuoi dati di accesso. Questo metodo sarà più sicuro e più preciso e potrà fornire anche informazioni più “sottili”. Dirà se non hai lavorato per un tot di mesi o se sei stato all’estero per un lungo periodo, per esempio.

5. Maggiore sicurezza

Dal punto di vista della sicurezza l’Open Banking è sicuro quanto l’online banking. Le API sono affidabili e la legge impone agli account provider di verificare l’identità dell’utente e del servizio. Solo le startup approvate dall’autorità dei servizi finanziari potranno utilizzare il sistema. Una cosa importante da ricordare è che chiunque utilizzi un servizio di Open Banking non avrà bisogno di condividere il proprio login o password bancaria con nessuno fuorché la banca. Questo è un miglioramento rispetto ai servizi esistenti che a volte lo richiedono.

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