Il nome di Elsa Fornero continua a essere oggetto di polemiche da parte di cittadini e politici. Vediamo cosa sta succedendo.
Il dibattito sulla riforma delle pensioni si infiamma: in pochi vogliono il ritorno della Fornero, né per quanto riguarda le regole per l’accesso alla pensione definite dalla riforma del 2011 né tanto meno della stessa Elsa, richiamata da Mario Draghi per far parte del neonato Consiglio d’indirizzo per la politica economica.
La riforma delle pensioni del 2011 - che molti definiscono “di lacrime e sangue” - crea ancora oggi diverse polemiche. E c’è chi attribuisce la colpa di quella riforma a chi effettivamente l’ha attuata, la professoressa Elsa Fornero, Ministro del Lavoro per l’allora Governo Monti, dimenticando che in realtà quello fu un atto quasi dovuto vista la crisi economica che l’Italia stava attraversando.
Il nome di Elsa Fornero, quindi, ancora oggi è oggetto di attacchi da parte dei cittadini e adesso, con la decisione di Mario Draghi di richiamarla per un ruolo di consulenza - che non verrà retribuito e tra l’altro non c’entra nulla con le pensioni - anche da parte della politica.
Pochi, quindi, tifano per il ritorno della Fornero: ma quali sono gli scenari possibili e cosa effettivamente sta per cambiare sul fronte pensioni? Scopriamolo.
Elsa Fornero richiamata da Mario Draghi: gli attacchi della politica
La decisione di Mario Draghi di convocare anche Elsa Fornero nel team di esperti che prenderà parte del nuovo Consiglio d’indirizzo per la politica economica non è passata inosservata alla politica.
Specialmente da parte della Lega, vista la propaganda fatta contro la Legge Fornero (ma non sono mancati gli attacchi personali) da parte di Matteo Salvini, c’è stata una dura reazione, probabilmente senza capire il ruolo per cui la professoressa è stata chiamata da Draghi. Lo dimostra il fatto che dopo la decisione del Presidente del Consiglio, questi hanno chiesto un’interrogazione parlamentare al Ministro Orlando, il quale però è totalmente estraneo a questa decisione in quanto non ha nulla a che fare con l’ambito di competenza del neonato Consiglio.
Anche Fassina, di LeU, ha attaccato la decisione di Mario Draghi, pur precisando di “non avere nulla contro Elsa Fornero”. Secondo Fassina, infatti, questa nomina “è contradditoria in quanto conferma l’assenza di pluralismo di cultura economica nel Governo”.
Il ritorno della Legge Fornero: chi non lo vuole
Ribadiamo che il ritorno della Fornero nella scena istituzionale non è legato al ritorno delle regole per il pensionamento dettate dalla sua riforma. In realtà, infatti, la Legge Fornero non è mai stata cancellata, né tanto meno è stata messa in stand by.
Semplicemente, con Quota 100 è stata introdotta un’alternativa alle regole dettate dalla Fornero, quindi alle opzioni di pensione di vecchiaia e anticipata, che ha permesso di anticipare l’accesso alla pensione all’età di 62 anni.
Di fatto, però, sono appena 300 mila le persone che - secondo i dati forniti dall’Inps - nell’arco di questo triennio hanno utilizzato Quota 100 come alternativa alla Legge Fornero, ragion per cui non si può parlare di “ritorno” dal 1° gennaio 2022. Semplicemente dal prossimo anno potrebbero non esserci misure di flessibilità alternative alla riforma Fornero e dunque verrà data piena attuazione della stessa.
Da parte degli italiani, i quali ovviamente vorrebbero una sostanziale riduzione dei requisiti per la pensione, non mancano le polemiche a riguardo ed è anche per questo motivo che la politica si sta schierando contro questo “fantomatico” ritorno della riforma Fornero. In particolare, si sono schierati contro questa possibilità la Lega, ma anche il Movimento 5 Stelle (che Quota 100 l’ha votata). Lo stesso vale per i sindacati, i quali da mesi hanno presentato una loro proposta per superare la Legge Fornero.
Chi invece ritiene che ci siano altre priorità e che comunque non si può pensare di stravolgere il sistema pensionistico è Italia Viva, con Matteo Renzi che ha sempre attaccato Quota 100, come pure il Partito Democratico. Dal PD proviene il Ministro del Lavoro Andrea Orlando, il quale per il 27 luglio ha convocato i sindacati proprio per discutere della riforma. In quell’occasione vedremo qual è la sua intenzione ma l’impressione è che nulla ostacolerà il “ritorno” delle regole imposte dalla Legge Fornero.
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