Facebook, WhatsApp e Instagram completamente in down. Le app social più usate al mondo hanno smesso di funzionare per sei ore causando un danno all’economia mondiale. Perché è successo?
Per circa sei ore è stato come se Facebook, WhatsApp e Instagram non fossero mai esistite. Le app di Zuckerberg hanno smesso di funzionare lasciando milioni di utenti scoperti.
Lunedì 4 ottobre è stata una delle giornate sicuramente più lunghe e da dimenticare per il colosso della comunicazione social, Mark Zuckerberg, e per i suoi dipendenti. Le app di messaggistica e social media sono sparite nel nulla lasciando spaesati gli utenti di tutto il mondo.
Nelle ore successive le segnalazioni si sono rincorse e moltiplicate a vista d’occhio: dopo essere riusciti a risolvere il problema, lo stesso creatore ha chiesto scusa pubblicamente per il danno, anche economico, causato dal down delle sue app.
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Tutti almeno per un momento avranno pensato: “Non è possibile che WhatsApp, Instagram e Facebook non funzionino”. Invece è stato proprio così. Il 4 ottobre alle 17, ore italiane, le app più usate al mondo sono andate contemporaneamente e completamente in down, smettendo di funzionare. È sembrato come se qualcuno avesse deciso di staccare la spina del Wi-Fi all’intero colosso Facebook Inc.
In realtà il problema non era della Wi-Fi ma delle tre app di cui Zuckerberg è proprietario. Un problema che non solo ha interrotto i canali di comunicazione, ma ha anche impedito a migliaia di aziende e social media manager di poter lavorare, causando un danno all’economia mondiale. Dopo sei ore i servizi sono stati ripristinati e lo stesso creatore di Facebook si è scusato pubblicamente:
Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger sono tornati online. Mi dispiace per l’interruzione di oggi, so quanto vi affidate ai nostri servizi per rimanere in contatto con le persone a cui tenete.
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Nonostante - e per fortuna - il problema sia stato risolto rimane il dubbio su come sia potuto accadere un fatto del genere. A spiegare la faccenda sono stati gli stessi operatori di Facebook. Il problema non è stato causato da nessuna “attività dannosa” ma dovrebbe essersi trattato di un semplice errore umano.
La colpa dovrebbe essere stata di alcune modifiche errate alla configurazione BGP, con la conseguenza che sono stati resi inaccessibili i Nameserver di Facebook, i quali risolvono - tramite il protocollo DNS - il dominio “facebook.com” in indirizzo IP. Dominio su cui poggia sì Facebook, ma anche Whatsapp e Instagram.
Pensate: è come se a un certo punto si togliessero tutti i nomi delle vie da una città. Un postino sa l’indirizzo, ma non deve andare. È proprio così che funzionano i DNS: come gli indirizzi di una città, ti dicono dov’è di preciso una casa a partire da un nome.
Le modifiche avrebbero quindi erroneamente causato un’interruzione del traffico di rete che ha poi avuto un effetto domino interrompendo del tutto i servizi e non solo: gli stessi badge dei dipendenti avrebbero smesso di funzionare, rallentando la risoluzione del problema avvenuta ore dopo.
Per i più esperti, segnaliamo un articolo che spiega quanto successo nel dettaglio; potete cliccare qui per consultarlo.
Facebook, WhatsApp e Instagram in down: danno all’economia
Il blackout di Facebook e le altre app in realtà non ha causato problemi solo a circa tre miliardi e mezzo di utenti, ma ha creato un vero danno all’economia mondiale. L’azienda avrebbe perso circa 60 milioni di dollari in pubblicità, ma il danno sarebbe di portata mondiale tanto d’aver causato anche il crollo del 5% del titolo a New York.
A farne le spese sono state milioni di aziende in tutto il mondo. Molte sono le app legate a Facebook e utilizzate dagli enti per ricevere ordini, fare pubblicità. La società inglese Netblocks, che si occupa di monitorare la cyber-security, ha quindi deciso di calcolare con parametri accurati il costo per l’economia mondiale arrivando a stimare il danno di circa è stato di circa un miliardo di dollari.
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