Perché uno Stato può fallire: cos’è il default e precedenti storici

Claudia Mustillo

16/03/2022

La Russia rischia oggi di andare ufficialmente in default, ma cosa succede quando uno Stato fallisce? Ecco quali sono gli Stati che hanno dichiarato fallimento negli ultimi anni.

Perché uno Stato può fallire: cos’è il default e precedenti storici

Con la guerra in Ucraina e le numerose sanzioni nei confronti della Russia si torna a parlare di rischio default per uno Stato. Ma in che cosa consiste l’insolvenza sovrana? Così come per le società, anche gli Stati, sono a rischio fallimento.

In particolare la situazione di default si ha nel momento in cui lo Stato si trova in una fase di deficit pubblico, ossia le entrate finanziaria statali - tipicamente le tasse - risultano insufficienti per coprire le uscite e quindi le spese pubbliche. Questo genera un ulteriore deficit pubblico, con annesso incremento del debito pubblico, che porta all’incapacità dello Stato di restituire il debito nelle scadenze prefissate.

Una situazione simile si ha anche quando gli interessi sui titoli di Stato diventano talmente alti da risultare insostenibili, come accade con lo spread, e a questo consegue la mancata emissione di nuovi titoli che possano coprire o finanziare il deficit.

Cosa vuol dire che uno Stato va in default?

In economia il default -inadempienza- è l’incapacità di un debitore di ripagare le proprie obbligazioni, ovvero il suo debito.

L’insolvenza di uno Stato, così come per una società o impresa può portare alla dichiarazione di fallimento. In poche parole lo Stato diventa insolvente nei confronti dei creditori e non è in grado di restituire quanto ha ricevuto. Questo è quello che sta accadendo in Russia, come diretta conseguenza delle sanzioni imposte a Mosca: la chiusura della Borsa e la caduta del rublo, l’impennata dei tassi di interesse, il blocco dei capitali in uscita, il congelamento dell’impiego delle riserve in valuta della Banca centrale russa. A cui bisogna aggiungere l’esclusione dal sistema di pagamenti Swift.

Per questo motivo la Russia, al momento, rischia di non poter più ripagare i suoi debiti e, in particolare, non poter sostenere il debito pubblico e ripagare gli investitori. Lo Stato non sarà più in grado di pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici, delle pensioni, gli ammortizzatori sociali e gli effetti si estenderanno a catena anche sull’amministrazione pubblica che rischierà il blocco completo. Coloro che rischiano maggiormente sono tutti quelli che hanno sottoscritto crediti allo Stato nell’acquisizione di titoli di Stato, primi fra tutti le banche e poi i clienti.

Cosa comporta il fallimento di uno Stato?

Come anticipato, nel momento in cui uno Stato si trova in default e non è in grado di restituire quanto è stato investito le conseguenze per la popolazione e per l’economia sono davvero significative. I servizi pubblici, come le scuole, gli ospedali, le università e molto altro ancora smetteranno di funzionare. Così come tutte le imprese di Stato falliranno in diretta conseguenza del default sovrano.

Acquistare beni o servizi dall’estero diventerà sempre più difficile e costoso, nel momento in cui uno Stato ha dichiarato il fallimento, tantissime persone perderanno il lavoro e le tasse aumenteranno.

I fallimenti di Stato più famosi nella storia

Sebbene possa sembrare strano i fallimenti di Stato non sono rari. La stessa Russia, che oggi - 16 marzo - è a rischio default già nel 1998 subì un default del debito sovrano. Gli Stati Uniti, invece, hanno sfiorato il default quando lo scorso anno il Congresso decise di alzare il tetto del debito per evitare il peggio. Questo perché negli Stati Uniti è previsto un limite alla quantità del debito pubblico che lo Stato può sopportare, una volta raggiunto il limite: si può accettare il default oppure si cambia la legge aumentando il tetto del debito, come è accaduto nel 2021.

Nel corso del 2020, complice la pandemia e la crisi economica da questa generata, si è raggiunto il più alto numero di stati in default: sette. Prima del 2020 il numero più alto, sei Stati, era stato raggiunto nel 2017.

Gli Stati falliti nel 2020 sono Argentina, Belize, Ecuador, Suriname (per ben due volte), Zambia e Libano. Tutti Stati che hanno dovuto dichiarare il fallimento come conseguenza diretta della pandemia da Covid-19, tranne il Libano dove la situazione economica era giù instabile prima della pandemia.

Ci sono Stati come l’Ecuador e il Venezuela che hanno dichiarato fallimento per 10 volte, mentre Uruguay, Costarica, Brasile, Cile seguono con 9 default e Argentina, Perù, Messico e Turchia con 8.

Anche la Germania è fallita per quattro volte; nel corso del Novecento è andata in default nel 1919, nel 1932, nel 1939, e nel 1948 così come la Grecia per effetto della crisi del 2008. L’Italia, invece, dal 1861 anno dell’Unità di Italia, non è mai andata in default.

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