Pil rallenta e prezzi aumentano: è stagflazione in Eurozona?

Violetta Silvestri

29 Aprile 2022 - 12:33

L’Eurozona in stagflazione? Gli ultimi dati Eurostat, preliminari, hanno evidenziato una crescita indebolita e un’inflazione ancora da record. Il vecchio continente rimane avvolto da un’aria di crisi.

Pil rallenta e prezzi aumentano: è stagflazione in Eurozona?

Europa sempre più pressata dalla crisi economica legata ai fattori guerra, energia, stress delle catene di approvvigionamento.

La crescita dell’economia dell’Eurozona si è indebolita durante il primo trimestre, mentre l’inflazione è salita a un nuovo record ad aprile, aumentando lo spettro della stagflazione in una regione segnata dall’impennata dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari.

Cosa hanno rivelato i nuovi dati Eurostat preliminari e perché l’Europa è in difficoltà.

Europa verso la stagflazione: cosa svelano i nuovi dati

Il Prodotto interno lordo nei 19 Paesi che condividono l’euro è cresciuto dello 0,2% nei primi tre mesi dell’anno, rispetto allo 0,3% del trimestre precedente, secondo i dati flash Eurostat.

Di contro, l’inflazione si è spinto verso un nuovo massimo storico, aumentando la pressione sulla Banca centrale europea per rimuovere gli stimoli e aumentare i tassi di interesse.

I prezzi al consumo sono balzati del 7,5% rispetto all’anno precedente ad aprile. Un indicatore che esclude articoli volatili come cibo ed energia è aumentato al 3,5%.

L’energia ha registrato un rialzo del 38%, mentre i prezzi dei prodotti alimentari non trasformati sono incrementati del 9,2%.

I dati mostrano che le pressioni sui prezzi continuano a crescere nell’Eurozona, mantenendo l’inflazione ben al di sopra dell’obiettivo del 2% della Bce..

L’invasione russa dell’Ucraina ha offuscato le prospettive per l’economia europea. Gli economisti temono che un’escalation delle sanzioni occidentali porti a carenze di gas, che colpirebbero duramente l’industria e manderebbero i prezzi dell’energia ancora più in alto, erodendo il reddito delle famiglie e indebolendo la fiducia dei consumatori.

Nel dettaglio dei dati, una contrazione si è registrata per l’economia italiana, pari allo 0,2%, mentre la Francia ha avuto una crescita zero e quella spagnola è rallentata allo 0,3%.

L’appiattimento del Pil francese nel primo trimestre segna un forte rallentamento rispetto all’aumento del tasso di crescita dello 0,8 per cento negli ultimi tre mesi dello scorso anno.

La crescita dello 0,2% della Germania nel primo trimestre ha segnato un rimbalzo dalla contrazione dello 0,3% nel trimestre precedente, il che significa che la più grande economia europea ha evitato una recessione tecnica, definita come due trimestri consecutivi di crescita negativa.

Tuttavia, l’agenzia statistica federale ha affermato che l’espansione dell’economia è stata dovuta soprattutto a maggiori investimenti, mentre il commercio ha avuto un impatto negativo sulla crescita. Il Pil era ancora dello 0,9% al di sotto del livello pre-pandemia nell’ultimo trimestre del 2019.

Inflazione e Bce

I funzionari della Bce sono sempre più preoccupati. Le pressioni sui prezzi ostinatamente persistenti potrebbero portare a un’inflazione più duratura al di sopra del loro obiettivo del 2%, segnalando che la fine degli acquisti di attività su larga scala e dei tassi di interesse ai minimi storici potrebbe arrivare in estate.

Ma queste decisioni - all’ordine del giorno della riunione della BCE dell’8-9 giugno - sono complicate dall’estrema incertezza sulle prospettive, poiché la guerra in Ucraina danneggia la fiducia e solleva timori per la carenza di energia.

Il vicepresidente della Bce Luis de Guindos ha dichiarato giovedì 28 aprile che l’inflazione è “molto vicina” al picco, anche se ha avvertito che non scenderà al di sotto del 4% quest’anno.

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