Il prezzo del petrolio si avvicina in zona 80 dollari. Quando la quotazione tornerà a toccare i 100 dollari? Le previsioni degli analisti di Wall Street.
Gran rialzo per il prezzo del petrolio, che negli ultimi mesi segna un aumento della quotazione di oltre il 45%. Il ritorno dell’attenzione degli investitori sull’oro nero - che spinge al rialzo anche le borse oggi - porta a domandarsi quali siano le prospettive per la quotazione e se questa abbia davvero la possibilità di raggiungere e superare i 100 dollari al barile. Al momento il WTI viaggia sui $75,05 (-0,24%), il Brent a 75,65 (-0,25%).
Prezzo del petrolio verso i $100? La view degli analisti
Alcuni analisti di Wall Street sono convinti che la quotazione del petrolio possa continuare a salire nei prossimi mesi, giustificando la previsione attraverso gli ultimi dati pubblicati da OPEC e IEA (International Energy Agency) - secondo cui la domanda di greggio è destinata a salire nella seconda metà del 2021.
Al momento la quotazione del petrolio sembra direzionata verso gli 80 dollari al barile per la prima volta in oltre due anni e mezzo.
Il raggiungimento di livelli che non si vedevano dal 2018 è giustificato da una serie di fattori, tra cui spiccano:
- il proseguimento della campagna vaccinale a livello mondiale contro il Covid-19;
- l’allentamento delle misure rispettive in diversi Paesi;
- il taglio alla produzioni dei Paesi membri dell’OPEC+.
Sul fronte delle previsioni, gli analisti di Goldman Sachs non sembrano avere dubbi: il prezzo del Brent si muoverà sopra quota $80 nel terzo trimestre del 2021 ed ha il potenziale di salire ben al di sopra di tale livello grazie all’innalzamento della domanda a livello mondiale. Più cauta JPMorgan, che vede il prezzo del petrolio salire sopra zona 80 solo nell’ultimo trimestre dell’anno.
Decisamente più rialzisti gli analisti di Bank of America, convinti che la quotazione del Brent raggiungerà quota 100 dollari al barile durante l’estate del 2022. Qualora dovessero aver ragione, si tratterebbe di un ritorno alle tre cifre viste l’ultima volta ormai nel lontano 2014.
Secondo Morgan Stanley, per bocca dell’analista capo specializzato in petrolio Martijn Rats, la situazione è difficile da analizzare a causa delle molte incertezze. Se la domanda di petrolio smetterà di crescere così velocemente, molti altri processi economici industriali ne sarebbero influenzati, innescando una spirale negativa. La previsione sul prezzo del petrolio della banca d’affari americana vede quindi la quotazione incanalata in un range tra i 75 gli 80 dollari al barile fino alla metà del prossimo anno.
L’impatto della domanda sul prezzo del petrolio
Le tre agenzie principali a livello mondiale dedite allo studio delle previsioni sul fronte della domanda - OPEC+, EIA (la statunitense Energy Information Administration) e l’IEA - si aspettano una decisa accelerazione nel corso degli ultimi sei mesi dell’anno.
Le scorte di petrolio sono in fase di diminuzione, contribuendo all’innalzamento del prezzo del petrolio, «una tendenza destinata a continuare per il resto dell’anno» secondo Tamas Varga, analista in PVM Oil Associates.
I fattori di rischio per la ripresa del prezzo del petrolio
Tuttavia, all’orizzonte appaiono dei possibili rischi che andrebbero a bloccare il rally del prezzo del petrolio, primo su tutti quello legato a un eventuale innalzamento improvviso dei tassi di interesse, in risposta a un aumento eccessivo dell’inflazione, da parte delle banche centrali. A seguire, un aumento della produzione al di sopra ai livelli di domanda da parte dei Paesi dell’OPEC potrebbe far tornare ad una situazione di sovraffollamento di barili invenduti a livello mondiale, contesto che ha una chiara influenza negativa sul prezzo del petrolio.
Ma non è tutto: la diffusione della variante delta sta causando non poca preoccupazione, come anche una possibile riapertura dell’export di petrolio da parte dell’Iran.
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