Processo di internazionalizzazione: i fattori per avere successo nei mercati esteri

Martino Grassi

04/09/2020

Sempre più aziende decidono di approdare nei mercati esteri. Ecco quali sono i fattori fondamentali e come deve essere attuato il processo di internazionalizzazione per avere successo.

Processo di internazionalizzazione: i fattori per avere successo nei mercati esteri

La stagnazione del mercato interno e della crescita economica spingono sempre più imprenditori a lanciarsi nei mercati esteri, con l’obiettivo di operare in nuovi contesti economici ed ampliare il proprio target di riferimento.

Un percorso che può rivelarsi impegnativo, soprattutto per chi sta varcando i confini nazionali per la prima volta, ma che può, tuttavia, essere attuato con meno difficoltà se vengono seguite delle precise strategie.

Ne parliamo con Carlo Russo, CEO e founder di Affariesteri.it, manager che da anni si occupa del settore dell’internazionalizzazione, operando, principalmente, in diverse aree dell’Europa, come nei Paesi Balcanici, in Francia ed in Spagna, ma anche nell’area dell’ex Unione Sovietica ed in quella del Golfo.

Gli elementi necessari per i mercati esteri

Per poter avviare un progetto volto allo sviluppo internazionale è necessario concentrarsi sulla struttura di gestione e, quindi, sulla composizione del consiglio di amministrazione, colonna portante di ogni società, spiega Russo.
A fortiori, un autorevole cda, con la presenza di amministratori indipendenti -figura introdotta nel nostro sistema di corporate governance nel 1999 -, è fondamentale ed imprescindibile per supportare le imprese ad espandersi all’estero con successo:

“La mia esperienza personale, i tanti casi di successo dei miei clienti e sempre più studi accreditati suggeriscono che uno dei fattori di buona riuscita dell’internazionalizzazione dell’impresa è che il CDA includa amministratori indipendenti, esperti nel governare la complessità propria dell’internazionalizzazione”, specifica Russo.

Le molteplici attività, che devono essere affrontate durante il difficile processo di approccio ai mercati esteri, richiedono, infatti, una serie di esperti provenienti dall’area legale, fiscale e finanziaria. Queste risorse, insieme al CEO, andranno ad elaborare il programma dell’azienda mediante piani strategici e finanziari. È, dunque, il CDA che gestisce in toto il progetto di espansione dell’azienda, per questo motivo “il mancato supporto al CEO o la insufficiente comprensione dei rischi e dei vantaggi costituiscono le principali cause frenanti le operazioni internazionali delle imprese, soprattutto nel caso delle imprese familiari, dove i manager, anche esperti di internazionalizzazione, non sono sempre in grado di mitigare e di superare, in modo convincente, l’avversione al rischio della proprietà”.

Il ruolo dello specialista di internazionalizzazione

Un’ottima strutturazione del consiglio di amministrazione non è, tuttavia, l’unico requisito necessario per approdare nei mercati esteri in modo proficuo. La gestione del processo deve essere, infatti, affiancata anche all’expertise e al know how di figure dedicate, come lo specialista di internazionalizzazione, che è in grado di apportare valore e, secondo Russo, “pone le proprie capacità al servizio dell’impresa, in particolare le proprie competenze sui processi, le risorse, le competenze e la conoscenza dei mercati esteri e delle loro logiche, necessarie non solo per migliorare la performance ma, anche, per cogliere nuove opportunità commerciali”.

Attraverso queste nuove introduzioni e modifiche, l’azienda potrà assumere i requisiti necessari ad affrontare le diverse sfide che verranno a interporsi nel percorso -prosegue Russo- portando oltre che ad una maggiore capacità di aprirsi ai mercati esteri, anche ad una semplificazione dei rapporti con i consulenti esterni.

La competitività delle imprese nei mercati internazionali può essere migliorata con l’operato di un consiglio di amministrazione e di una governance che comprenda, altresì, amministratori indipendenti con specifiche competenze in tale ambito e che “possano agire, anche con la loro autorevolezza e la propria reputazione”, collegando l’azienda al mondo esterno e “mettendo in gioco le proprie relazioni per facilitare l’accesso alle risorse necessarie all’internazionalizzazione”.

In collaborazione con Affariesteri.it

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