Per chi rientra in Italia dopo un viaggio in Spagna o in Portogallo (luoghi in cui al momento dilaga la variante Delta) è necessaria la quarantena?
La variante Delta preoccupa, specialmente per i ritorni dalle vacanze. Ed è per questo che si sta riflettendo sulla possibilità di prevedere regole più severe per chi torna dai luoghi più colpiti dalla variante, come Spagna e Portogallo.
Il suggerimento di evitare di andare a trascorrere le vacanze in Spagna e Portogallo come misura preventiva per tutelarsi dal contagio della variante Delta del Sars-CoV-2 era arrivato già da qualche giorno e in particolare dall’area francese.
Per chi non deve andare, ma invece torna da Spagna o Portogallo in Italia c’è bisogno della quarantena? Pare che si stiano valutando misure più rigide in merito ai viaggi di rientro da quell’area, ma un’effettiva decisione ancora non è stata presa. Vediamo nel dettaglio.
Le misure più rigide per il rientro in Italia da Spagna o Portogallo
Gianni Rezza, il direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, a dichiarare - durante una conferenza stampa sull’analisi dei dati di monitoraggio Regione per Regione del Covid-19 - che si stavano valutando “misure più restrittive” per tutti quei viaggiatori che rientrano dalla zona d’interesse spagnola e portoghese.
Per di più, anche per quanto concerne gli altri spostamenti all’interno dell’Unione Europea, in linea del tutto generale, si sta pensando a un restringimento delle misure, dovuto alla forte preoccupazione generalizzata da parte della Cabina di Regia per la circolazione della variante Delta. Gianni Rezza, in merito al restringimento delle misure di sicurezza, si dichiarava tra coloro che da sempre sono stati favorevoli all’inserimento obbligatorio di quarantene e ulteriori controlli in merito alla questione viaggi.
E ora qualche rimedio è stato preso. Infatti, i timori legati alla risalita del tasso di positività che sta arrivando a sfiorare l’1% ha fatto comprendere che bisogna fare qualcosa per tutti quei viaggiatori che rientrano in Italia dopo vacanze in Spagna o Portogallo.
Irientri in Italia e le misure attuate: le nuove disposizioni
“Non è facile attuare controlli sui rientri”, continua a dichiarare il direttore generale della Prevenzione del Ministero della salute.
Mente per la partenza è tutto più semplice, per il ritorno in Italia l’intera faccenda di controllo e contenimento del contagio sembra essere molto più complicata. Infatti, esistono dei “vettori” che non applicano misure di controllo rigide - continua Gianni Rezza. È invece necessario che i controlli si facciano più stringenti, rigidi e anche immediati.
Le nuove disposizioni che il governo sta prendendo in considerazione per tentare di evitare che prenda luogo una quarta ondata, prevedono per oltre al green pass, una quarantena di 5 giorni per chi arriva da Paesi a rischio. C’è da dire, però, che ancora è tutto sul tavolo delle decisioni.
Il green pass è utile davvero?
Il dubbio sull’utilità del Green Pass sorge pressoché spontaneo nel momento in cui non esistono norme inerenti a esso che regolino il rientro in patria.
Un cittadino deve ottenere una certificazione tramite vaccinazione completa, test durante le 48 ore antecedenti al viaggio di partenza o aver contratto il Covid-19 per poter partire, ma nulla di tutto questo sembrerebbe servire per rientrare poi in Italia.
Non solo: se si sostiene in modo anche palese che la variante Delta arriverà comunque e in modo del tutto inevitabile in Italia pur contingentando gli ingressi dall’estero - e pur comprendendo l’idea di limitare l’impatto del contagio -, perché allora sottoporre i cittadini a un lungo iter di ottenimento del green pass che è anche un percorso burocratico? In altre parole: serve davvero questo green pass o sarebbe più utile istituire un sistema di controlli e quarantene veramente efficienti?
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