In caso di bocciatura all’esame di avvocato si può fare ricorso al Tar nei tempi previsti dalla legge (anche per il 2021). Ecco cosa devi sapere.
Fare ricorso dopo la bocciatura all’esame di avvocato (per la prova scritta e orale) conviene davvero? E quali sono i casi che consentono l’accoglimento da parte del Tar?
Ogni anno l’esame di avvocato “miete” molte vittime, con una percentuale di bocciati che supera il 50%. Contro la bocciatura nelle tre prove scritte e all’esame orale è possibile presentare ricorso al Tar, tuttavia le possibilità di accoglimento e di vittoria non sono molto rassicuranti.
Ciò perché i giudici non possono entrare nel merito delle scelte della Commissione esaminatrice (anche se la correzione delle prove spesso ha fatto nascere dei dubbi sui criteri applicati). In altre parole, per vincere il ricorso contro la bocciatura all’esame di abilitazione servono errori palesi e vizi di forma.
Quest’ano poi, con il doppio orale a causa dell’emergenza Covid-19, è prevista una pioggia di ricorsi, ma i criteri di accoglimento restano un mistero (per ora).
Quanto costa il ricorso e quali tempistiche rispettare? Vediamolo in questo vademecum.
RICORSO ESAME AVVOCATO: COSTI, TEMPI E MOTIVI
Ricorso esame avvocato 2021 con doppio orale
In via del tutto eccezionale, l’esame di abilitazione alla professione forense si svolgerà con due prove orali, rispettando il criterio dell’abbinamento a sorteggio delle Corti d’appello per la correzione.
Fino ad ora, il Ministero della Giustizia non ha dato indicazioni sui motivi che potranno giustificare il ricorso al Tar in caso di bocciatura nella prima o nella seconda prova orale. E non ci son spunti o esempi che la Giurisprudenza possa offrire, dato che si tratta della prima volta in assoluto che l’esame si svolge in queste modalità.
Dopo le dichiarazioni del commissario di Lecce (“non possiamo promuovere tutti”)è facile immaginare che quest’anno i ricorsi saranno più del solito. Ma, secondo le indicazioni generali, per contestare la bocciatura servono ragioni oggettive ed errori materiali e non basta asserire la “disparità di trattamento rispetto ad altri candidati” e non si può contestare la discrezionalità degli esaminatori.
Ricorso esame avvocato: quando conviene farlo
Prima di procedere con il ricorso al Tar, che può essere lungo e costoso, occorre analizzare le possibilità di accoglimento della richiesta e di vittoria. Per portare avanti il ricorso servono delle motivazioni valide, solide e comprovate, che possano dimostrare l’ingiustizia della bocciatura del candidato ricorrente. Per facilitare la decisione ecco in quali casi fare ricorso “conviene”:
- quando il punteggio finale delle tre prove scritte non è giustificato da nessuna indicazione scritta (ad esempio quando sulla prova compare unicamente la cifra numerica assegnata senza l’esposizione di un giudizio argomentato);
- se la Commissione esaminatrice non è composta secondo le indicazioni di legge e, quindi, la correzione risulta viziata;
- se la Commissione esaminatrice ha violato le norme in merito all’anonimato delle prove scritte;
- se la prova viene annullata per asserita copia senza che la Commissione fornisca la prova del testo copiato.
Questo è soltanto un elenco esemplificativo e, naturalmente, alla base del ricorso vi possono essere anche altre motivazioni. Tuttavia per aumentare le possibilità di vittoria occorre che i motivi siano di carattere formale e facilmente dimostrabili, altrimenti il ricorso potrebbe risolversi in un buco nell’acqua.
Naturalmente ogni caso è a sé e la scelta di fare ricorso al Tar spetta al singolo candidato.
Quando non conviene fare ricorso
Vincere il ricorso contro la bocciatura non è un gioco da ragazzi. Anzi, senza motivazioni concrete e comprovate, è davvero difficile avere delle speranze di vittoria. I Tar accolgono soltanto i ricorsi che si fondano su motivi di natura formale, ad esempio l’errata composizione della commissione oppure violazioni evidenti nel corso della correzione; in tutti gli altri casi le chance di accoglimento e vittoria sono poche o pochissime.
Tra le motivazioni che vengono considerate “futili” ci sono tutte quelle che hanno carattere meramente discrezionale: ai giudici, infatti, non compete entrare nel merito della correzione e non possono contestare la discrezionalità degli esaminatori.
In questi casi, quindi, il ricorso è fortemente sconsigliato perché potrebbe tradursi in una perdita di tempo e denaro.
Procedimento e tempistiche del ricorso
Chi ritiene di avere i requisiti per presentare il ricorso deve come prima cosa chiedere l’accesso agli atti alla Corte d’appello dove ha effettuato le prove scritte e l’orale. Il cartaceo delle prove, infatti, sarà fondamentale per l’avvocato per elaborare la difesa e per il giudice per poter emettere il giudizio.
Il ricorso deve essere presentato al Tar della Regione in cui si ha la residenza, entro il termine tassativo di 60 giorni dalla pubblicazione dei risultati e per il tramite di un avvocato specializzato in diritto amministrativo.
Se il ricorrente non rispetta il termine previsto oppure se i motivi del ricorso non sono validi, il ricorso viene rigettato. In caso contrario, il giudice del Tar accerta la validità dei motivi e le prove in questione saranno sottoposte ad un’ulteriore correzione. Se il motivo è l’illegittima composizione della Commissione esaminatrice la prova o le prove dovranno essere corrette da una Commissione diversa.
Quanto costa fare ricorso?
È difficile stabilire quanto costi esattamente un ricorso al Tar per l’esame di avvocato. Possiamo, però, fare una stima: il ricorso costa in media dai 3.500 ai 4.000 euro ma naturalmente la cifra dipende dalla parcella dell’avvocato, che varia sensibilmente in base all’esperienza e al prestigio dello studio legale a cui ci si rivolge.
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