Nessuna cancellazione del reddito di cittadinanza, sì alla riforma: il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, svela i piani del Governo Draghi.
Da tempo si parla di riforma del reddito di cittadinanza, e in alcuni casi persino di cancellazione. Probabilmente stiamo parlando della misura per il sostegno al reddito più contestata della storia italiana (qui proviamo a spiegarvi il perché), tanto che da parte di Matteo Renzi è partita persino una raccolta firme per la cancellazione dello stesso tramite un referendum abrogativo (che tuttavia ha raccolto meno di 5.000 firme e quindi, per il momento, non si farà).
Chi ha in mano il destino del reddito di cittadinanza è il Ministro per il Lavoro, Andrea Orlando, il quale è stato protagonista di un’intervista per Dataroom di Milena Gabanelli. Un confronto utile per far chiarezza sul destino della misura, visto che non mancano i beneficiari che temono che il prossimo anno dovranno rinunciare al sostegno.
Nessuna cancellazione, Orlando lo spiega subito: anche perché in tal caso saremmo uno dei pochi Paesi d’Europa a non disporre di una misura per il contrasto alla povertà. Il reddito di cittadinanza rimarrà, ma il Governo “sta lavorando” per migliorarlo.
I furbetti del reddito di cittadinanza
Secondo i dati aggiornati, l’Inps ha revocato il reddito di cittadinanza a più di 123 milioni di persone colpevoli di aver dichiarato il falso o di aver omesso importanti comunicazioni. La domanda fatta a Orlando riguarda i controlli a monte e sul “perché questi non funzionano”.
Il Ministro del Lavoro non è d’accordo e precisa che questi dati dimostrano invece che i controlli funzionano. Vero, ma il problema resta quello che noi stessi abbiamo più volte messo in risalto: i controlli ex post dimostrano l’efficienza della fase successiva al riconoscimento della misura, ma quella che va assolutamente migliorata è la fase precedente.
Perché non si può controllare fin da subito che un nucleo familiare sta dichiarando il falso e dunque non è nella condizione di poter beneficiare del reddito di cittadinanza? Orlando conferma che nel nostro Paese c’è un problema d’incrocio tra le varie banche dati e che dunque bisognerà anzitutto migliorare questo aspetto.
Stiamo lavorando su questo fronte, ma non solo per il reddito di cittadinanza, bensì per tutte le misure di sostegno al reddito. Anche perché i dati per quest’ultime non sono molto lontani da quelli del RdC.
Un aiuto potrebbe essere l’anagrafe nazionale, alla quale - annuncia Orlando - il Governo sta lavorando fin dal suo insediamento.
Reddito di cittadinanza: importi più alti con incentivi comunali
La banca dati consentirà anche di rivedere gli importi riconosciuti nei vari territori.
In alcune realtà, infatti, si potrebbe aggiungere un contributo “locale” a quanto già riconosciuto in ambito “nazionale”, rendendo dunque cumulabile il reddito di cittadinanza con alcuni sussidi locali. In questo modo si andrà a guardare anche al costo della vita nelle varie città, così da intervenire dove bisogno.
Politiche attive per i percettori del reddito di cittadinanza
Un’azienda difficilmente assume un beneficiario del reddito di cittadinanza. Un problema che va risolto, ma che conferma lo scarso grado di occupabilità dei percettori di questa misura.
Orlando è convinto, però, che servirà migliorare le politiche attive, le quali “non hanno mai funzionato figuriamoci adesso che serve ricollocare i percettori del reddito di cittadinanza”. Ci sarà un potenziamento dei centri per l’impiego (con concorsi regionali), utili per attuare le politiche attive descritte dal nuovo GOL (Garanzia occupabilità lavoratori). Una strategia che vede un percorso specializzato in base al profilo di occupabilità della persona, con la possibilità anche di formazione per coloro che non vantano spiccate competenze professionali. Orlando assicura che ci sarà una “formazione adeguata” a quelle che sono le esigenze del mercato del lavoro.
Si continuerà dunque a puntare sui centri per l’impiego, anche perché - ricorda Orlando - il beneficiario del reddito di cittadinanza fa parte di una categoria di persone che solitamente non vengono assistite dalle agenzie private.
Va detto che Orlando è più affine a quella che era l’idea alla base del REI, con competenza prioritaria ai Comuni anzichè alle Regioni. Difficile, comunque, che si “possa tornare indietro”.
Ci saranno sanzioni più severe?
Secondo il Ministro del Lavoro, le condizionalità attualmente previste dalla normativa (qui un approfondimento su quando si perde il reddito di cittadinanza) devono essere riviste.
Questo non significa che ci saranno sanzioni più severe. Il Governo, infatti, intende lavorare sulla parte che potrebbe disincentivare i percettori del reddito dall’accettare una nuova offerta di lavoro. Specialmente per quei lavori “saltuari”, bisognerà fare in modo che questi non siano troppo penalizzanti, come tra l’altro è stato fatto con la possibilità che il reddito di cittadinanza possa essere sospeso in determinati periodi lavorativi.
Revisione dell’offerta congrua
Orlando ha anche annunciato una possibile riforma dei criteri che oggi definiscono l’offerta di lavoro “congrua”. Nel dettaglio, potrebbe esserci una riduzione della soglia minima di retribuzione (oggi pari a 858,00€) e della durata, ammettendo anche lavori poco pagati e saltuari.
Per il beneficiario, però, ci sarebbe perlomeno la possibilità di cumulare le due prestazioni, un po’ come succede in altri Paesi.
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