Una bolla finanziaria rischia di scoppiare nel settore green? La situazione della finanza sostenibile che ha raggiunto il valore di 180 miliardi di dollari nel 2021.
Il settore della finanza sostenibile sta crescendo a livelli record in Italia e nel mondo. Sul mercato italiano, nel 2021, i green bond si apprestano a raggiungere un valore pari a 30 miliardi di euro, circa il triplo rispetto al 2020.
Queste che appaiono come buone notizie per il raggiungimento di una piena transizione ecologica supportata dagli attori della finanza mondiale, tra cui istituti di credito o fondi d’investimento, potrebbero però nascondere alcune insidie al proprio interno.
Oltre al pericolo del greenwashing, presente in caso di titoli che solo apparentemente rispettano i criteri ESG, sta emergendo, secondo gli analisti, il rischio di una bolla finanziaria nel settore del green.
Green a rischio bolla finanziaria
Come è stato rivelato, infatti, il valore dei titoli di debito relativi alla sostenibilità ambientale sarebbe molto più alto dei progetti effettivamente sovvenzionati da questi bond.
Così, nonostante nell’ultimo anno siano state emesse obbligazioni di questo tipo per un ammontare totale di 180 miliardi di dollari, più di qualsiasi altro settore privato, l’entità del mercato reale dei progetti da attuare per la lotta ai cambiamenti climatici non arriverebbe a toccare tale cifra.
La preoccupazione che emerge dall’allarme lanciato da parte di revisori dei conti, ricercatori e attivisti, sarebbe legata in particolare a una sostanziale difficoltà nel valutare il valore effettivo del sostegno finanziario a quello che dovrebbe rappresentare un nuovo modello economico che tenga conto degli aspetti ambientali.
Un fenomeno dovuto allo stratagemma finanziario che prevede la rivendita dei prestiti verdi attraverso degli strumenti derivati. Questi, per ogni transazione, anche se sono legati a una sola operazione reale, vengono conteggiati ogni volta come un nuovo prodotto sostenibile.
Quanto vale realmente la finanza sostenibile?
In altre parole, dopo aver concesso dei prestiti per un progetto verde, le banche possono trasformarlo in un green bond da collocare sul mercato. A causa del sistema di doppio conteggio, entrambe le operazioni vanno ad aumentare il volume della finanza sostenibile, senza però garantire un vero valore aggiunto al settore.
Procedendo con questo metodo, si rischia di immaginare uno scenario sulla decarbonizzazione mondiale migliore della realtà dei fatti, pagandone le conseguenze in futuro a causa del mancato raggiungimento degli obiettivi per la neutralità climatica.
Inoltre, come è stato sottolineato dagli esperti del settore, un meccanismo simile nel recente passato ha portato alla crisi dei mutui subprime del 2008, avviata negli Stati Uniti e diffusasi in tutto il mondo.
Bisogna quindi correre ai ripari il prima possibile per evitare che uno strumento nato come supporto per i progetti green causi la prossima bolla finanziaria.
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