Caso Russia-Savoini, la Lega è ricattabile? I silenzi di Salvini e i misteri di questa vicenda

Alessandro Cipolla

12/07/2019

Con la diffusione della trascrizione dell’incontro tra Savoini e i russi sembrerebbe emergere un gioco di spie: colpire Salvini e la Lega dopo il viaggio negli Usa e alla vigilia del voto in Europa sulle nomine, con il dubbio che tutta questa vicenda sia una sorta di ricatto verso il Carroccio.

Caso Russia-Savoini, la Lega è ricattabile? I silenzi di Salvini e i misteri di questa vicenda

Questa volta il Capitano potrebbe essere finito al centro di un gioco più grande forse anche di lui. Non è strano quindi il nervosismo delle ultime ore di Matteo Salvini, non soltanto per il fatto che la Procura di Milano sta da mesi indagando il suo ex portavoce Gianluca Savoini per corruzione internazionale.

Audio che puzza di servizi, come successo a Strache” è stato il commento di Mario Borghezio, personaggio spesso discutibile ma che dopo tanti anni passati a Bruxelles a tessere rapporti non può essere definito di certo uno sprovveduto.

La tempistica di questo scoop fa poi molto pensare. La pubblicazione arriva proprio dopo il viaggio di Salvini negli Usa e la visita di Putin a Roma, ma anche alla vigilia del voto al Parlamento Europeo sulla nomina della tedesca e atlantista Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Europea, con il Carroccio che appare sempre più come l’ago della bilancia per la sua elezione.

Con ogni probabilità ha ragione Salvini a dire che “non è stato mai preso un rublo” e Giorgetti a sottolineare come “c’è gente che un po’ millanta”, ma il sentore è che come avvenuto per il caso Strache (il leader dell’estrema destra austriaco che si è dimesso dopo un video dove prometteva appalti a finti magnati russi in cambio di soldi) il tutto sia stato orchestrato a tavolino.

Una ipotesi questa che aprirebbe scenari inquietanti anche per il nostro governo, visto che in qualche modo qualcuno starebbe cercando come di ricattare la Lega mettendo nel mirino anche il leader Salvini.

I lati oscuri dello scoop Lega-Russia

La vicenda da giorni è ormai più che nota. Il giornale americano BuzzFeed ha pubblicato un audio e delle trascrizioni di un incontro, avvenuto lo scorso 18 ottobre all’hotel Metropol di Mosca, alla presenza di Gianluca Savoini e altri due italiani oltre che tre uomini russi.

Se da una parte nell’audio il presidente dell’Associazione Culturale Lombardia-Russia parlava di come la Legavolesse cambiare l’Europa”, nella trascrizione si legge anche di un possibile accordo per fare la “cresta” (2% ai russi, 4% agli italiani per un totale di 65 milioni di dollari che sarebbero serviti per finanziare la campagna elettorale del Carroccio per le europee) su una vendita di petrolio da parte di una compagnia russa all’Eni.

BuzzFeed ha pubblicato la trascrizione completa ma l’audio riguarda solo un breve discorso di Savoini sui progetti della Lega in vista delle elezioni europee, parole però che sono irrilevanti al fine delle accuse di corruzione (è reato anche la sola promessa di denaro).

Oltre al risvolto penale di cui si sta occupando la Procura, rimane il fatto che qualche “manina” abbia passato lo scoop prima a L’Espresso e poi a BuzzFeed (con tanto di audio questa volta) facendo pensare più a un gioco di spie che a un reale tentativo di accordo corruttivo.

Appare difficile immaginare di soldi da far deragliare a seguito di una operazione di compravendita di petrolio da parte dell’Eni, con il colosso nostrano che subito si è detto estraneo alla vicenda annunciando querele.

Tutta questa sorta di nuovo Russiagate sta assumendo sempre più i contorni di un autentico trappolone ai danni del Carroccio, sfruttando magari l’ingenuità e la spregiudicatezza dello sherpa Savoini.

Chi ha fatto le registrazioni? Chi erano gli altri uomini presenti all’incontro? Chi ha passato i file poi alla stampa? Domande queste al momento senza risposta, vista anche la mancanza finora di spiegazioni dettagliate da parte di Matteo Salvini sul ruolo di Savoini e su quello che è successo quei giorni a Mosca.

Attacco a Salvini?

Da quando è salito sul palcoscenico principale della politica italiana e internazionale, Matteo Salvini per quanto riguarda la politica estera ha sempre tenuto un atteggiamento che può essere definito un po’ ambiguo, quasi a cercare di voler tenere il piede in due staffe.

Tanti viaggi in Russia, l’ultimo proprio il giorno prima della registrazione del famoso audio al centro della vicenda, oltre che ripetuti attestati di stima a Vladimir Putin e la ferma convinzione della necessità di togliere le sanzioni a Mosca.

Dall’altra parte però c’è la ferma presa di posizione al fianco degli Stati Uniti di Donald Trump, con tanto di appoggio di Guaidó in Venezuela e l’ostilità nei confronti della Cina e dell’Iran, paesi questi alleati di ferro di Mosca così come il regime di Maduro nel paese sudamericano.

In mezzo poi c’è anche la questione del nuovo presidente della Commissione Europea. Il Consiglio Europeo, grazie anche alla spinta dell’Italia nella persona del premier Conte e dei paesi di Visegrad con la Polonia in testa, ha nominato Ursula von der Leyen che però adesso dovrà essere votata a maggioranza assoluta dal Parlamento Europeo.

La tedesca è il ministro della Difesa uscente del governo Merkel, una sua fedelissima, oltre che una convinta atlantista e per trovare i voti necessari alla sua elezione avrebbe una intesa di massima con ECR, il gruppo dei Conservatori che è guidato dai polacchi di Diritto e Giustizia che, per usare un eufemismo, non hanno ottimi rapporti con il Cremlino.

Vista l’ostilità dei Socialisti alla von der Leyen essendo stati tagliati fuori dalle nomine più pesanti, la Lega adesso così come il Movimento 5 Stelle potrebbe votare la fiducia alla tedesca (voti che potrebero essere decisivi) anche così per avere garanzie per la poltrona del commissario alla Concorrenza, dove dovrebbe sedere Giancarlo Giorgetti secondo i piani del Carroccio.

In questo scenario ecco spuntare fuori lo scoop di BuzzFeed, che a livello internazionale getta indubbiamente discredito sulla Lega e su Salvini anche se il vicepremier non è coinvolto direttamente come lo è stato invece Strache.

Che sia il tutto una sorta di avvertimento da parte dei russi dopo la svolta atlantista del Carroccio? Possibile ma ancora tutto da dimostrare, anche se il pensiero di un partito di governo in qualche modo sotto ricatto da parte di un paese straniero non sarebbe una situazione piacevole per l’Italia.

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