La Russia finora tra soldati morti, feriti e fatti prigionieri, avrebbe perso la metà dei 100.0000 uomini inizialmente in campo: Putin potrebbe dichiarare guerra totale per ricorrere a un arruolamento di massa, tutti gli uomini dai 18 ai 60 anni, così come fatto dall’Ucraina.
Perché la Russia il prossimo 9 maggio potrebbe dichiarare una “guerra totale” in Ucraina? Come ormai ben noto, l’indiscrezione è stata fatta filtrare da parte dell’intelligence britannica che, dall’inizio del conflitto, emette dei bollettini in maniera sostanzialmente quotidiana.
Fino a questo momento Vladimir Putin non ha mai pronunciato la guerra, con il mantra del Cremlino che è stato quello della “operazione speciale” da parte delle truppe di Mosca per “smilitarizzare e denazificare tutta l’Ucraina”.
Se invece come anticipato dagli 007 d’Oltremanica il prossimo 9 maggio, giorno in cui ricorre l’anniversario della vittoria dell’Urss sui nazisti, Putin andrà a dichiarare una guerra totale in Ucraina, questo non solo farebbe cadere il velo dell’operazione speciale, ma permetterebbe a Mosca di attivare la legge marziale e di dare vita a una mobilitazione militare di massa.
Una particolare quest’ultimo non di poco conto, con Putin che pur di poter aumentare il numero dei soldati a disposizione sarebbe disposto anche a mandare in soffitta la retorica dell’operazione speciale in Ucraina.
Perché Putin potrebbe aver bisogno della guerra totale
Prima di entrare nel dettaglio delle possibili motivazioni che potrebbero spingere la Russia a dichiarare guerra totale, bisogna ribadire il fatto che si tratta di una ipotesi che al momento non è stata né confermata né smentita da Mosca.
Se alla fine la “soffiata” dell’intelligence britannica dovesse rivelarsi veritiera, di certo non sarebbe una decisione presa a cuor leggero quella di Vladimir Putin e non solo per il venir meno della figlia di fico del genocidio degli abitanti russofoni del Donbass da dover scongiurare.
Il presidente russo infatti già ha dovuto ammettere che in questo momento in guerra sono stati impegnati molti militari di leva, che comunque sono volontari anche se sulla “libertà di scelta” di questi ragazzi molto si è discusso, con una chiamata di massa alle armi che potrebbe essere non accolta con favore dalla popolazione.
Il ricorso alla guerra totale però potrebbe essere l’unico modo da parte della Russia per coprire le perdite militari avute in questi due mesi: stando a quanto riportato dal quotidiano Domani, all’inizio dell’operazione speciale Mosca avrebbe messo in campo in totale circa 100.000 uomini, ovvero stando a fonti americane il 90% del totale attualmente a disposizione.
Di questi 100.000 uomini, fino a 50.000 sarebbero stati uccisi, feriti o fatti prigionieri. In sostanza al momento le truppe russe impegnate in Ucraina si sarebbero dimezzate rispetto allo scorso 24 febbraio.
L’arrivo di mercenari mediorientali e del gruppo Wagner di certo non potrebbe colmare le perdite finora subite: l’unica soluzione per andare avanti in questa guerra di conseguenza sarebbe quella di un arruolamento di massa tra la popolazione maschile.
Gli ucraini infatti che hanno coscritto a imbracciare le armi tutti gli uomini tra i 18 e i 60 anni, adesso avrebbero a disposizione circa 200.000 soldati compresi i tanti volontari stranieri. Truppe queste che da settimane sono rifornite dall’Occidente con armi sempre più sofisticate.
In più la decisione della Russia di concentrare la propria offensiva soprattutto nel Donbass e nella parte costiera dell’Ucraina, avrebbe permesso a Kiev di spostare buona parte delle truppe dislocate a Nord e nella zona della capitale lungo questi fronti caldi.
Ecco perché l’esercito di Mosca starebbe faticando ad avanzare nel Donbass nonostante i bombardamenti a tappeto. Da qui la necessità di una chiamata generale alle armi in Russia, con la dichiarazione di una guerra totale che potrebbe essere l’unica carta in mano a Putin per riuscire a piegare la resistenza dell’esercito ucraino.
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