Goldman Sachs, banca d’affari con sede a New York, nelle sue previsioni 2021 vede l’indice S&P 500 chiudere l’anno in rialzo del 14%. Ecco le motivazioni.
Nelle previsioni per il 2021 di Goldman Sachs, l’S&P 500 – indice di Standard&Poor’s che tasta il polso alle prime cinquecento aziende statunitensi per capitalizzazione di mercato – chiuderà l’anno in rialzo del 14%.
Lo scenario tracciato dalla banca d’affari statunitense vede dunque l’indice toccare quota 4.300 punti entro il termine del 2021, segnando un netto miglioramento rispetto alla quota raggiunta alla fine dello scorso anno (3.756 punti).
Prospettive incoraggianti, alimentate anche dalle indiscrezioni sempre più insistenti su un prossimo round di stimoli fiscali da parte della nuova amministrazione Biden, che ha portato Goldman Sachs a rivedere al rialzo anche le stime di crescita del Pil statunitense: +6,4%.
Previsioni 2021: Goldman Sachs vede l’S&P 500 in rialzo del 14%
Finora, né il terremoto pandemico né l’inasprimento delle tensioni politiche negli Stati Uniti hanno frenato l’appetito degli investitori. A dare man forte ai mercati, come noto, sono state le banche centrali, tra Qe anti-Covid e tassi d’interesse ai minimi che hanno smorzato l’appetibilità dei titoli di Stato.
La trasmigrazione di massa verso l’azionario ha infatti irrobustito le quotazioni dei titoli, con l’S&P 500 in crescita del 18% nel 2020 – gran parte del bottino, però, è andato nelle tasche delle solite Big Tech - e l’indice Dow Jones oltre il suo record storico, di poco al di sopra dei 31.000 punti.
Un’esuberanza travolgente che ha alimentato il disaccoppiamento tra i mercati finanziari e l’economia reale, con quest’ultima fiaccata a più riprese dalle misure restrittive imposte per frenare l’avanzata del virus.
Rischio bolla? Non per Goldman Sachs, che anche nel 2021 vede l’azionario seguire il trend rialzista degli ultimi mesi. Sotto i riflettori soprattutto l’S&P 500, secondo le stime in rialzo del 14% entro la fine dell’anno (4.300 punti, contro i 3.809 attuali).
La fiducia riposta dalla banca statunitense sull’indice, ben inteso, è da ascrivere alle (alte) aspettative sulle prime mosse di Joe Biden alla Casa Bianca, che in conformità con il programma elettorale del Partito Democratico dovrebbe provvedere nel breve termine alla messa a punto di un nuovo piano di stimoli fiscali (da 2.000 miliardi di dollari) per defibrillare l’economia USA, dopo il pacchetto approvato dal Congresso durante le ultime feste natalizie.
In tal senso, le quotazioni di un nuovo intervento sono aumentate in misura esponenziale con la vittoria del partito dell’asinello al ballottaggio in Georgia, che ha assicurato ai Democratici il pieno controllo del Senato: la strada sembra spianata, e i mercati gongolano.
C’è il rischio antitrust per i mercati
Non mancano i campanelli d’allarme, tuttavia. Ed è la stessa Goldman Sachs a spezzare parzialmente l’entusiasmo generato dalle sue proiezioni per il 2021: già nel corso di quest’anno, le manovre antitrust della Cina hanno spazzato via diversi titoli tech cinesi che avevano largamente contribuito alla crescita dell’azionario a stelle e strisce negli ultimi decenni.
Ora, sebbene regni ancora il silenzio, le cause intentate dal Dipartimento di Giustizia e dalla Federal Trade Commission (FTC) contro Google e Facebook potrebbero avere un profondo impatto sui mercati finanziari, visto anche il peso specifico dei due colossi sull’azionario statunitense. La calma prima della tempesta, secondo Goldman Sachs.
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