Matteo Salvini ha lanciato la proposta di un Comitato di Salvezza Nazionale “da LeU a Forza Italia” per una sorta di governo dalle larghe intese, facendo capire come la Lega abbia paura di finire all’angolo e restare all’opposizione almeno fino al 2022.
Sembra essere passata un’eternità per Matteo Salvini dalla sera dello scorso 8 agosto, quando al termine di un comizio a Pescara annunciava la sua candidatura a premier nelle eventuali elezioni chiedendo agli italiani i famigerati “ pieni poteri ”.
Era il periodo della crisi di governo agostana, del Papeete e dei mojito bevuti quando sembrava certo un voto a settembre dopo che la Lega aveva deciso di togliere la fiducia al primo governo Conte sostenuto dai gialloverdi.
Come è finita lo sappiamo tutti: il machiavellico Matteo Renzi ha aperto ai 5 Stelle creando così i presupposti per la nascita del Conte bis, catapultando il Carroccio all’opposizione nonostante il successo alle elezioni europee.
Tra mille difficoltà e polemiche i giallorossi adesso stanno comunque andando avanti e a breve andranno ad approvare la legge di Bilancio, sperando poi di non crollare a gennaio in Emilia Romagna dove il governatore uscente di centrosinistra appare seppur di poco in vantaggio nei sondaggi.
Il sentore è che questo governo obtorto collo può durare fino alla fine della legislatura, unito più dalla paura delle urne che dalla effettiva volontà di proseguire insieme portando avanti un comune progetto politico.
Una situazione questa che non dovrebbe essere sfuggita a Matteo Salvini, tanto che il leader della Lega ha lanciato un “ Comitato di Salvezza Nazionale , da LeU a Forza Italia” per affrontare le cinque emergenze del Paese e poi andare al voto.
Una mossa questa quasi da Prima Repubblica e che poco si sposa con la baldanza degli ultimi anni, con questo Salvini più responsabile che nasconderebbe il timore di fondo di restare all’opposizione ancora a lungo nonostante il grande seguito popolare.
Le paure di Salvini
“Faccio un appello a tutti quelli che hanno a cuore il futuro dell’Italia, fermatevi, fermiamoci. Sediamoci attorno a un tavolo, da LeU a Forza Italia. Scegliamo alcuni interventi urgenti comuni, ridisegniamo le regole, salviamo il Paese che altrimenti rischia di affondare”.
Non sono queste le parole di un centrista nostalgico delle larghe intese ma di Matteo Salvini, pronunciate a Milano a margine del No Tax Day riprendendo un discorso inaugurato qualche giorno fa dal suo sherpa Giancarlo Giorgetti.
Del resto con il “perché no” della Lega a una ipotesi di Mario Draghi prossimo inquilino del Quirinale, il Carroccio aveva già mandato ampi segnali di apertura al fronte europeista e moderato in merito a uno dei temi più delicati che la nostra politica dovrà affrontare.
Viene difficile pensare però che di colpo Matteo Salvini sia passato dai “pieni poteri” a un più sobrio “affrontiamo tutti insieme i cinque problemi del Paese”, con questa sorta di svolta poco apprezzata dalla alleata Giorgia Meloni che potrebbe celare una grande paura che aleggia nelle stanze di via Bellerio.
Movimento 5 Stelle, PD e renziani fondamentalmente si detestano, ma pur di non andare al voto sarebbero pronti ad accettare qualsiasi cosa. Se contiamo poi che la grande e silenziosa maggioranza dei peones sudano freddo solo a pensare alle elezioni anticipate, specie dopo l’approvazione del taglio dei parlamentari, allora appare evidente che questa legislatura possa arrivare almeno fino al 2022 quando verrà eletto il nuovo Presidente della Repubblica.
Un lungo lasso di tempo in cui Salvini sarebbe inchiodato all’opposizione, estromesso così dalle decisioni più importanti anche sul tema della nuova legge elettorale nonostante il centrodestra sia la maggioranza virtuale del Paese.
Anche l’idea di una spallata al governo attraverso l’assorbimento di senatori 5 Stelle appare difficile, dato che ci sarebbero pronti altrettanti forzisti pronti all’evenienza a puntellare la maggioranza salvando così la poltrona.
Visto che difficilmente a breve ci potranno essere delle elezioni anticipate, mostrandosi più disponibile alle larghe intese la Lega vuole cercare di rientrare in gioco per non finire all’angolo complice anche il movimento delle sardine capace ogni volta di portare migliaia di persone in piazza contro l’ex ministro.
Difficile che l’appello di Salvini per un Comitato di Salvezza Nazionale venga accolto dai giallorossi, ma questa uscita che si somma a quella di Giorgetti fa capire come il Carroccio sia disposto a trattare pur di non rimanere escluso dalle delicate scelte (Presidente della Repubblica, nomine varie e legge elettorale) che questo governo se resterà in piedi sarà chiamato ad affrontare.
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