Stop al pesce fresco sull’Adriatico: date e Regioni interessate

E. C.

17/08/2021

È arrivato lo stop al pesce fresco sull’Adriatico: ecco da quando sarà in vigore e quali sono le Regioni interessate.

Stop al pesce fresco sull’Adriatico: date e Regioni interessate

Stop al pesce fresco a tavola lungo tutta la costa dell’Adriatico. A dare la notizia è Coldiretti Impresapesca che, nell’annuncio, specifica anche le date dello stop e i luoghi precisi che ne saranno interessati.

Il motivo dello stop è il fermo pesca che quest’anno cade in un momento difficile, proprio nel momento del turismo e di un principio di ripresa economica per le attività. Per di più, i giorni di blocco quest’anno saranno di più a seconda della zona e del tipo di risorsa pescata.

Cos’è il fermo pesca e quando inizia

Il fermo pesca è un blocco della pesca che interessa ormai da parecchi anni le unità che sono autorizzate a usare sistemi di strascico e/o volante. Si tratta di un obbligo che entra in vigore ormai ogni anno ed è volto alla tutela delle specie.

In effetti, il fermo pesca è un sistema ideato per poter consentire alle specie marine bentoniche e pelagiche la riproduzione senza che l’intervento umano possa disturbare questo processo così importante per l’ecosistema e il benessere del mare.

Quando e dove inizia il fermo pesca

Il fermo pesca, in generale, inizia il 17 agosto e durerà diversi giorni a seconda della località. Da Trieste ad Ancona l’interruzione della pesca è già iniziata e durerà fino al 5 settembre. Da San Benedetto del Tronto a Tremoli, l’interruzione obbligatoria della pesca per l’anno in corso andrà avanti fino al 14 settembre, mentre per le zone da Manfredonia a Bari, si andrà avanti con il blocco fino al 29 agosto.

Da Brindisi a Gaeta l’interruzione di pesca obbligatoria per le attività inizierà invece il 6 settembre e andrà avanti per 30 giorni consecutivi fino al 5 ottobre. Nel Lazio, da Roma a Civitavecchia il blocco pesca è già passato (12 giugno - 11 luglio), mentre da Livorno a Imperia l’interruzione arriverà più tardi, dal 4 ottobre al 2 novembre.

La rigidità del fermo pesca attuale non aiuta le imprese...

Quest’anno il fermo pesca è abbastanza rigido e Coldiretti Impresapesca coglie l’occasione per ricordare che quest’obbligo è organizzato in modo da non rispondere adeguatamente alle esigenze delle aziende, le quali si trovano costrette a concentrare un’attività di pesca che deve sostenere l’impresa per 365 giorni in appena 140-170.

Il settore pesca avrebbe bisogno - secondo Coldiretti Impresapesca - di poter scegliere in autonomia quando operare e quando fermarsi in base alle condizioni di mercato, alla necessità di ferie del personale e alla manutenzione ordinaria delle imbarcazioni.

...e non aiuta nemmeno i mari

Per di più, Coldiretti Impresapesca ribadisce che il fermo così predisposto pare non risponda nemmeno alle esigenze della sostenibilità delle principali specie della pesca nazionale, dato che nonostante l’impiego di questo mezzo per impedire la pesca durante il periodo di riproduzione, non si è comunque riscontrato un ingente miglioramento.

L’auspicio per il nuovo anno è che si possa iniziare col nuovo piano Feampa in modo da mettere in modo un nuovo sistema che tenga realmente conto sia delle esigenze di riproduzione delle specie marittime sia delle esigenze economiche dei pescherecci.

La pandemia, il clima e il fermo pesca

Altre problematiche in merito alla pesca sono state evidenziate anche dalla pandemia in corso.

Con la chiusura dei ristoranti e l’aggravio dei costi in merito al rispetto delle nuove misure di distanziamento e sicurezza sulle imbarcazioni, in abbinamento al cambiamento climatico in corso e alle importazioni dall’estero, il risultato - sempre stando a quanto ha dichiarato Coldiretti Impresapesca - è che il settore è in grave perdita, sia come posti di lavoro, sia come introiti.

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