In vista della Legge di Bilancio 2020 spunta l’ipotesi tassa sulle SIM dei cellulari, che graverà su alcuni utenti. Ecco in cosa consiste, chi sarà colpito e perché dovrà pagare di più.
In questi giorni il governo sta discutendo la Legge di Bilancio 2020, e tra le tante proposte avanzate da M5S-PD si fa avanti l’ipotesi di introdurre una nuova tassa, da applicare ai telefoni cellulari.
La nuova imposta prevederebbe 13 euro da pagare per il possesso di una SIM telefonica, un costo che andrebbe a gravare sui consumatori attraverso un bene ritenuto oggigiorno di prima necessità.
Anche quattro anni fa si era paventata la possibilità di dover pagare una tassa sulle schede SIM, che si era poi dimostrata una bufala. Purtroppo questa volta non possiamo dire che sia una truffa, ma aspettando di vedere cosa il governo deciderà di fare al riguardo si può analizzare la nuova possibile tassa sulle SIM: chi dovrà pagarla? e perché?
Tassa sui cellulari: chi dovrà pagare?
La nuova tassa sulle SIM telefoniche prevederà il pagamento di un contributo di 13 euro su ogni ricaricabile, solamente per la clientela business. Si tratta infatti di un’imposta che verrà attivata su tutti quei contratti registrati con Partita IVA, dal libero professionista al commerciante. Il pagamento avverrà una tantum, cioè non sarà annuale ma bensì previsto solo al momento dell’attivazione di una nuova SIM, o alla sottoscrizione di un nuovo contratto. I clienti che hanno già attiva una SIM attiva con partita Iva non subiranno modifiche.
L’imposta dovrebbe essere controbilanciata dall’abolizione della tassa di concessione governativa: la tassa attualmente prevista (detta TCG) a carico dei titolari di un abbonamento per il telefono, pari a 5,16 euro al mese per gli utenti privati e 12,91 euro per i titolari di partita Iva. L’abolizione della TCG e l’attuazione della tassa sulla SIM dovrebbe pareggiare i conti sulla spesa affrontata dagli utenti al momento della sottoscrizione di un nuovo contratto, tuttavia la TCG è un costo attualmente sostenuto dalle compagnie telefoniche, al fine di incentivare e invogliare gli utenti a sottoscrivere nuovi abbonamenti. Sarà così anche per la tassa sulla SIM?
Perché una nuova tassa sui cellulari?
L’ipotetica introduzione della tassa sulle SIM dei telefoni cellulari nascerebbe da una sovrastima delle entrate previste dalle nuove misure alla lotta all’evasione fiscale, che renderebbe necessario trovare altre possibili entrare per lo Stato.
La nuova tassa sulle SIM renderebbe sui 250 milioni di euro l’anno, che moltiplicati per i tre anni di applicazione della manovra ammontano a 750 milioni di euro. Tuttavia, secondo Vito Vitale della Cisl, l’introduzione della nuova imposta arriverebbe nei tempi sbagliati, perché aumenterebbe i costi in un momento in cui si cerca di rientrare della spesa delle licenze del 5G, gravando sugli operatori telefonici e di conseguenza sugli utenti.
Nel mentre anche il viceministro all’Economia, Laura Castelli, si dichiara contraria: “tassare ulteriormente la clientela business, da più parti sollevate, trovano la nostra ferma contrarietà”. Continua a leggere per sapere cos’altro prevede la nuova Legge di Bilancio.
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