Il Paese che vieta il coronavirus: arresti per chi indossa la mascherina

Martino Grassi

01/04/2020

In Turkmenistan è vietata la parola coronavirus, e la polizia può arrestare chi indossa le mascherine per prevenire il contagio.

Il Paese che vieta il coronavirus: arresti per chi indossa la mascherina

Sembra assurdo, ma c’è un Paese in cui è vietato dire “coronavirus”. Il Turkmenistan ha proibito l’uso di questa parola ai media e a tutte le altre istituzioni come scuole e ospedali. La notizia è stata segnalata da Reporter Senza Frontiere, un’organizzazione internazionale che si occupa della libertà di stampa nei vari paesi.

Il Turkmenistan è uno Stato autoritario in cui le libertà civili, di espressione e di stampa sono estremamente limitate e represse come in pochi altri stati nel mondo. Tra le imposizioni più pesanti vi è il culto del presidente, nonostante il Paese sia formalmente una repubblica presidenziale.

Il conteggio ufficiale dei contagi fornito del Governo, guidato da quattordici anni da Gurbanguly Berdimuhamedow è zero, e questo dato risulta essere molto ambiguo dal momento che il Turkmenistan confina con Kazakistan, Uzbekistan e Afghanistan in cui si sono registrate diverse decine di contagi, ma soprattutto condivide con l’Iran diverse centinaia di chilometri di confine, in cui si sono registrati migliaia di casi nelle ultime settimane e dove si erano previsti 3 milioni di morti.

Perché il Turkmenistan vieta la parola coronavirus

Nel Paese dell’Asia Centrale la parola “coronavirus” è stata vietata e al suo posto si dovranno utilizzare altri appellativi come “malattia” o “infezione respiratoria”. Le motivazioni che si celano dietro a questa scelta non sono ancora state chiarite del tutto.

Anche negli opuscoli informativi forniti nelle scuole, negli ospedali e nei luoghi di lavoro nei giorni scorsi non ci si riferisce mai al “coronavirus” ma si utilizzano appellativi e perifrasi.

“Vietare il termine coronavirus potrebbe sembrarci osceno ed estremo. Ma in realtà, quando lo Stato controlla tutti i media e tutti i nodi digitali che entrano ed escono, non è così scandaloso. La mia sensazione è che cercheranno di tenere la pandemia sotto controllo il più a lungo possibile”

sostiene Alexander A. Cooley, direttore dell’Harriman Institute della Columbia University ed esperto di politica dell’Asia centrale.

Così il coronavirus assume la stessa valenza di Lord Voldemort nella saga di Harry Potter, il cui nome non poteva essere pronunciato, avvalendosi del principio dello scetticismo filosofico: “se non lo vedo, (pronuncio in questo caso) non esiste”.

Arresti per chi indossa la mascherina

In tutto il Paese, oltre alle restrizioni già in atto, ne sono state introdotte molte altre in relazione alla possibile diffusione del coronovirus.

Molte città sono state chiuse ed è stata imposta la quarantena, i corrispondenti di Radio Free Europe/Radio Liberty ad Ashgabat, la capitale del Paese, riportano che le forze armate in borghese stanno arrestando anche persone che indossano le mascherine per protezione o che discutono della pandemia in pubblico.

Jeanne Cavelier, responsabile del desk di Reporter Senza Frontiere per l’Europa Orientale e l’Asia Centrale, ha commentato questa situazione sostenendo che: “Questa negazione di informazioni non solo mette in pericolo i cittadini turkmeni più a rischio, ma rafforza anche l’autoritarismo imposto dal presidente Gurbanguly Berdymukhamedov” ed esorta le istituzioni e le comunità internazionali “a reagire e ad assumersi il proprio compito per le sue sistematiche violazioni dei diritti umani”.

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