Le sanzioni attivate dall’UE contro la Cina e la dura risposta del Dragone mettono a rischio l’accordo sugli investimenti firmato lo scorso dicembre. Si va verso una guerra commerciale con la coalizione globale degli USA?
Le tensioni tra Unione Europea e Cina, con i 27 Stati membri del blocco comunitario che hanno concordato dopo 32 anni l’attivazione di nuove sanzioni economiche nei confronti di Pechino per la repressione a Hong Kong e la violazione dei diritti umani verso la minoranza musulmana uigura in Xinjiang, potrebbero compromettere il recente trattato Comprehensive Agreement on Investments.
Il negoziato commerciale tra le due aree economiche siglato a fine dicembre 2020, al termine di 7 anni di colloqui, aveva portato a dure reazioni da parte degli Stati Uniti e al presidente Joe Biden, rischiando di creare nuove frizioni nelle relazioni tra UE e USA.
Ora, invece, Europa e America, insieme a Regno Unito e Canada, si sono trovate d’accordo nel multare il comportamento del regime cinese.
La Repubblica Popolare ha reagito duramente alla decisione di Bruxelles, respingendo al mittente le accuse e annunciando a sua volta la creazione di una lista nera in cui sono stati annotati alcuni soggetti dell’UE.
UE e Cina verso guerra commerciale?
La vicenda non è però finita qui. Il Parlamento Europeo non ha ben digerito l’inserimento di 4 eurodeputati nella blacklist, così ora l’organo legislativo del vecchio continente minaccia di non ratificare il CAI, ovvero l’accordo di investimento UE-Cina, nel voto previsto a inizio 2022.
La possibilità clamorosa che il Comprehensive Agreement on Investments salti avrebbe delle dure ripercussione su entrambe le potenze economiche.
Si tratterebbe inoltre di una sconfitta politica per Angela Merkel, la quale si appresta a terminare il suo mandato di cancelliera dopo 16 anni.
Merkel è stata tra i leader europei più convinti nella ricerca dell’accordo, e la mancata approvazione da parte del Parlamento Europeo rischia di segnare la sua peggiore sconfitta propria alla fine del periodo alla guida della Germania.
A rischio il Comprehensive Agreement on Investments
Il Governo di Pechino, invece, continua a negare fermamente le accuse che le sono state rivolte dall’occidente.
Le autorità hanno affermato che, i campi di internamento denunciati dai Paesi e dalle organizzazioni internazionali, in cui Amnesty International sostiene la presenza oltre 1 milione di musulmani uiguri e altre minoranze, siano in realtà campi di rieducazione per eliminare le forme di estremismo e insegnare ai detenuti nuovi lavori.
Così dopo un avvicinamento senza precedenti tra Bruxelles e Pechino, ora aumenta il rischio di un mancato accordo e addirittura di una guerra commerciale, con gli Stati Uniti che potrebbero convincere il blocco comunitario a entrare nella coalizione internazionale proposta da Biden per fronteggiare il Dragone.
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