Gli analisti di Goldman Sachs, banca d’affari con sede a New York, hanno rivisto al rialzo l’outlook per l’economia USA nel 2021. Determinante la presa del Senato da parte dei Democratici, che aumenta le probabilità di nuovi stimoli fiscali nel primo trimestre.
Goldman Sachs, banca d’investimento statunitense, ha rivisto al rialzo le sue stime sulla crescita dell’economia USA nel 2021.
Complice la sorprendente vittoria dei Democratici al ballottaggio in Georgia, Stato governato dal senatore Repubblicano Kelly Loeffler, che permetterà all’amministrazione Biden di controllare le principali istituzioni degli Stati Uniti: Casa Bianca, Camera dei rappresentanti e Senato.
Una sorta di blue wave, parziale e in ritardo, che secondo gli analisti di Goldman Sachs consentirà ai Democratici di approvare un nuovo pacchetto di stimoli fiscali già nel primo trimestre del 2021, dopo l’iniezione di liquidità – da oltre 900 miliardi di dollari – passata al Congresso sul finire dell’anno.
Non influisce sull’outlook tracciato dalla banca d’affari, invece, il caos politico che ha travolto gli Stati Uniti negli ultimi giorni: l’assalto di Capitol Hill da parte delle fronde estremiste della destra americana, del resto, era stato già ignorato da Wall Street, che nell’ora più buia della democrazia a stelle e strisce aveva continuato a correre senza posa, con l’indice Dow Jones in grado di tracciare un nuovo record storico (31.000 punti).
Con il Senato ai Democratici la ripresa è più vicina
Nelle proiezioni di Goldman Sachs, il Pil statunitense – logorato dalla pandemia negli ultimi dodici mesi – potrebbe registrare una crescita del 6,4% nel 2021. Un outlook, questo, che è stato rivisto al rialzo dello 0,5% rispetto all’ultimo report redatto dagli analisti della banca (5,9%, stima peraltro condivisa da Morgan Stanley).
La fiducia sulle prospettive dell’economia americana, come anticipato, è legata a doppio filo alla travolgente vittoria dei Democratici in Georgia, che ha certificato il controllo del Senato del partito dell’asinello: queste premesse, secondo Goldman Sachs, spianano ora la strada al programma elettorale di Joe Biden.
Non solo gli interventi correttivi sul sistema tributario americano – temuti da Wall Street – ma anche un ulteriore round di stimoli fiscali dopo quello approvato lo scorso dicembre, definito da Joe Biden come “un acconto”.
L’intenzione del Democratico, che alimenta la fiducia degli analisti di Goldman Sachs sulla ripresa dell’economia statunitense, è di definire un nuovo pacchetto di stimoli tra febbraio e marzo: il volume della liquidità che verrà iniettata nel sistema USA potrebbe raggiungere i 750 miliardi di dollari, di cui 300 saranno destinati ai cittadini americani tramite assegni diretti, 200 serviranno a garantire gli aiuti ai Governi locali e altri 150 verranno utilizzati per finanziare i benefit in favore di coloro che hanno perso il lavoro durante la pandemia.
Progressi, del resto, sono attesi proprio sul mercato del lavoro. Secondo Goldman Sachs, il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti – che ha causato negli ultimi mesi la piaga degli sfratti – potrebbe scendere al 4,8% entro la fine dell’anno, per poi toccare quota 3,9% nel 2023.
L’inflazione, invece, dovrebbe raggiungere il 2% entro il termine del 2023, in conformità con l’obiettivo tracciato dalla Federal Reserve. Un fattore fondamentale per i mercati, questo, poiché le piazze finanziarie hanno sin qui beneficiato di quella politica accomodante della Fed sui tassi d’interesse – resa possibile dalla bassa inflazione – che ha incoraggiato la trasmigrazione degli investitori dal mercato obbligazionario a quello azionario.
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