Le ultime notizie della guerra in Ucraina. Le milizie filorusse sarebbero sul punto di conquistare Mariupol, mentre l’Unione europea non parla più di pace: “Si vince o perde solo sul campo”.
La guerra in Ucraina sembrerebbe essere arrivata al suo momento cruciale: dopo aver riposizionato le truppe dalla zona di Kiev a quella Sud-Orientale del Paese, la Russia sarebbe sul punto di sferrare l’attacco decisivo nel Donbass.
L’esercito di Mosca ha annunciato anche di aver preso il controllo del porto di Mariupol, con la strategica città che si affaccia sul Mar d’Azov che presto potrebbe capitolare dopo settimane di bombardamenti incessanti: siamo alla battaglia finale e per il sindaco i morti sarebbero ormai 10.000.
Con Mosca che sarebbe sul punto di per mettere in campo una massiccia operazione terrestre con l’obiettivo di conquistare il Donbass e le tre grandi città che le interessano (Kharkiv, Mariupol e Odessa), l’Europa si starebbe affrettando a inviare a Kiev armi più adatte a contrastare un assalto della fanteria.
Armamenti più offensivi ma di fabbricazione sovietica, quindi conosciute agli ucraini, sarebbero in arrivo dalla Slovacchia e dalla Repubblica Ceca, mentre missili anticarro e droni sono pronti a essere inviati rispettivamente da parte di Regno Unito e Stati Uniti.
Mentre in Ucraina ci si prepara ad affrontare combattimenti “casa per casa”, Josep Borrell che è l’equivalente di un ministro degli Esteri dell’Unione europea ha dichiarato che “la guerra in Ucraina si vince o perde solo sul campo”.
Borrell ha aggiunto poi che in questo momento “servono più armi che sanzioni”, provocando la reazione del Cremlino che ha parlato di " parole che cambiano le regole del gioco ”. Se l’obiettivo dell’Ue è quello di raggiungere al più presto un accordo di pace, quello dell’Alto rappresentante per gli Affari esteri è di certo uno strano modo per dimostrarlo.
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Le ultime notizie della guerra in Ucraina
Incontro Putin-Nehammer
Dopo un assordante silenzio, si torna a parlare di possibili colloqui di pace a seguito dell’incontro durato un’ora e mezza tra il cancelliere austriaco Karl Nehammer e il presidente russo Vladimir Putin.
Si è trattato del primo faccia a faccia tra un leader comunitario e Putin. Nehammer al termine dell’incontro ha parlato di un colloquio “diretto e non amichevole”, con il cancelliere austriaco che avrebbe “usato parole chiare per definire i massacri”.
Al tempo stesso, Karl Nehammer ha confidato che “Vladimir Putin ha ancora fiducia nel processo di Istanbul, negli sforzi diplomatici e nei colloqui in Turchia”. Dopo la tre giorni di vertici chez Recep Erdogan, nessun passo in avanti per fermare la guerra in atto però è stato fatto con i fatti di Bucha che hanno complicato tutte le trattative.
Accordo Italia-Algeria per il gas
L’Italia continua a guardarsi intorno con l’intento di trovare ulteriori forniture di gas e petrolio in vista di un futuro stop alle importazioni dalla Russia. In quest’ottica, è importante l’accordo siglato dai ministri Di Maio e Cingolani con l’Algeria alla presenza anche del presidente Draghi.
Nell’immediato tramite il gasdotto TransMed, che già porta a Mazara del Vallo 21 miliardi di metri cubi di gas ogni anno, l’Algeria pomperà in Italia ulteriori 2-3 miliardi di metri cubi nell’immediato e altri 4-5 miliardi nel giro di 5 anni.
“Gli accordi di oggi sono una prima, significativa risposta a questo obiettivo strategico - ha commentato Mario Draghi - Il Governo è al lavoro per difendere i cittadini e le imprese dalle conseguenze del conflitto”.
Un accordo importante questo con l’Algeria ma che di certo non potrà sopperire a un eventuale embargo alla Russia, visto che da Mosca noi importiamo la bellezza di 29 miliardi di metri cubi di gas naturale ogni anno.
La Cina invia armi alla Serbia
Se nelle ultime settimane da quando è scoppiata la guerra l’Occidente ha inviato miliardi di euro di armi all’Ucraina, non è passata inosservata una fornitura militare che in questi giorni è arrivata in Serbia, Paese amico della Russia, proveniente dalla Cina.
Nel dettaglio Pechino avrebbe inviato alla Serbia un moderno sistema antimissilistico, mentre nei mesi scorsi a Belgrado sono arrivati dalla Russia e dalla Bielorussia dieci aerei caccia MiG-29.
Per il governo cinese questo invio di missili rientrerebbe nel novero di “progetti di cooperazione bilaterale che non hanno nulla a che vedere con la situazione attuale”, con Pechino che ha dovuto confermare una notizia che sarebbe dovuta rimanere top-secret.
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