Quali saranno le conseguenze sui mutui dopo le decisioni prese da Mario Draghi durante il suo mandato e quale scenario si prospetta con la presidenza di Christine Lagarde per chi ha un mutuo o intende sottoscriverne uno?
Il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea di oggi verrà ricordato soprattutto per l’addio di Mario Draghi alla presidenza della BCE.
L’era Draghi si chiude senza colpi di scena. I tassi d’interesse restano invariati: il tasso principale rimane ancorato allo 0,00%, il tasso sui prestiti marginali resta allo 0,25%, mentre il tasso sui depositi rimane fermo a -0,50%, dopo il taglio di 0,10 punti base avvenuto lo scorso settembre.
Il Quantitative easing, il piano di acquisto dei titoli di Stato, partirà dal primo novembre ad un ritmo di 20 miliardi al mese e «proseguirà finché necessario», fino a quando non si avvicinerà il livello di inflazione desiderato per l’area Euro, e terminerà poco prima che prenda piede una futura politica monetaria che vedrà, prima o poi, un innalzamento dei tassi di riferimento della Bce. E di conseguenza dovranno salire anche i tassi legati ai mutui, l’Euribor su tutti, che interessa da vicino i titolari di un prestito a tasso variabile. Ma al momento, qualunque scenario di aumento dei tassi appare improbabile per un lungo periodo di tempo.
I fari saranno presto puntati su Christine Lagarde, futuro presidente della BCE che succederà a Mario Draghi dal prossimo novembre, anche se sembra che la politica monetaria dei prossimi mesi sia già stata delineata dall’attuale Consiglio direttivo con le ultime mosse di reintrodurre il Qe a tempo indeterminato.
Tornando alla riunione di oggi, la Banca centrale europea si è dichiarata pronta a modificare gli attuali strumenti per tentare di far risalire l’inflazione in linea con gli obiettivi prefissati dallo statuto BCE. Lo stesso Draghi ha dichiarato che una «posizione altamente accomodante» è ancora necessaria e dovrà protrarsi a lungo per far fronte ai rischi di una crescita che nell’Eurozona resta molto debole, puntando l’attenzione ad un rischio di recessione dell’economia, sia a livello europeo, sia a livello mondiale.
Quali saranno le conseguenze per i mutui?
Le ultime dichiarazioni di Mario Draghi lasciano presagire che la Banca centrale europea abbia intenzione di mantenere i tassi invariati ancora per molto tempo, ma a tal proposito si dovranno fare i conti con chi prenderà il posto dell’italiano. Tra una settimana la poltrona più alta della Banca centrale europea verrà occupata dalla francese Christine Lagarde, e solo da quel momento sapremo se il nuovo board proseguirà con l’attuale politica o se le prossime mosse saranno influenzata dalle correnti filo-tedesche, notoriamente più propense ad un cambio di rotta sul tema dei tassi di interesse.
In ogni caso, gli indici Euribor, che riguardano direttamente coloro che hanno un mutuo a tasso variabile, hanno mantenuto un andamento stabile nell’ultimo mese. Le scadenze a 1 mese, 3 mesi e 6 mesi hanno registrato oggi un livello rispettivamente pari -0.44, -0.40 e -0.35, praticamente identico a quello di 30 giorni prima.
Lo stesso scenario non vale per i tassi Eurirs, il parametro di riferimento dei mutui a tasso fisso. Infatti, rispetto ad agosto, quando avevano registrato il loro minimo storico, sono ad oggi saliti di circa 0,30 punti base.
È il momento giusto per accendere un mutuo e sottoscrivere una surroga?
Nonostante l’aumento degli indici IRS, i tassi di interesse in generale resteranno favorevoli ancora lungo, ma in ogni caso questo potrebbe essere il periodo migliore per richiedere un nuovo mutuo o per bloccare il tasso negoziando condizioni migliori con il proprio istituto o avvalersi della surroga, che in certi casi permette ancora oggi di risparmiare oltre 10.000 euro.
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