Secondo uno studio di Unimpresa, i conti dello Stato continueranno ad aumentare e la spesa pubblica crescerà oltre i 900 miliardi nel prossimo triennio.
La spesa pubblica dell’Italia è destinata a salire e nel 2022 potrebbe arrivare oltre i 900 miliardi di euro. Lo sostiene Unimpresa, il cui centro studi ha condotto un’analisi sui conti pubblici del nostro Paese, basandosi sulle rielaborazioni di dati della Corte dei conti, dell’Istat e del Tesoro.
A contribuire all’aumento delle uscite saranno soprattutto il peso delle pensioni, gli interessi su BoT e Btp e gli investimenti pubblici.
La spesa pubblica cresce
Secondo quanto emerge dal report, il totale della spesa pubblica è destinata ad aumentare nel prossimo triennio 2020-2022: crescerà di 59,4 miliardi di euro, segnando +6,8% rispetto al 2019. Ciò significa che si passerà dagli 869,7 miliardi spesi nel 2018 ai 929,2 miliardi previsti nel 2020.
Un incremento dovuto essenzialmente alle pensioni, una voce che peserà sul bilancio dello Stato per 28 miliardi in più portandosi da 277 a 305 miliardi. A incidere in maniera significativa anche gli interessi da pagare sulle emissioni di BoT e Btp che cresceranno di quasi 10 miliardi e gli investimenti pubblici in salita di oltre 9 miliardi.
Altro che tagli, insomma. Non a caso il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci, osserva:
“La spending review è una chimera, da anni ormai è diventata solo una faccenda da campagna elettorale e un argomento utile per creare costose consessi di esperti che non cavano un ragno dal buco. La prima commissione fu creata quasi 40 anni fa, all’inizio degli anni 80, da allora la spesa è solo cresciuta, mentre tagli e razionalizzazioni sono rimasti nel cassetto”.
Le voci di spesa in aumento
Complessivamente, segnala lo studio di Unimpresa, le spese correnti lieviteranno del 6,3% passando da 812,6 miliardi a 864,1 miliardi di euro.
“Nel dettaglio, saliranno di 2,3 miliardi (+1,3%) le uscite per gli stipendi dei dipendenti pubblici da 172,6 miliardi a 174,9 miliardi; gli acquisti di beni e servizi passeranno da 144,1 miliardi a 150,0 miliardi con un incremento di 5,9 miliardi (+4,1%)”
fanno sapere dall’Unione Nazionale delle Imprese.
L’incremento riguarderà anche le prestazioni sociali che segneranno +9,1% portandosi da 364,1 miliardi a 397,1 miliardi. Su questo dato in salita
“peseranno i 27,8 miliardi in più (+10,0%) di uscite per assegni pensionistici (da 277,4 miliardi a 305,2 miliardi) oltre ai 5,2 miliardi di maggior esborso per il comparto previdenza (+6,0%), che passerà da 86,7 miliardi a 91,9 miliardi”.
Si gonfiano anche gli interessi passivi: nel 2022 si attesteranno a 73,7 miliardi, il 15,2% in più rispetto ai 64 miliardi del 2019.
La spesa pubblica dell’Italia salirà anche per le uscite in conto capitale, destinate ad aumentare del 13,8% da 57,1 miliardi a 65,0 miliardi. Su questo dato incideranno gli investimenti pubblici destinati alle infrastrutture e alle grandi opere che ammonteranno a 60,4 miliardi, con un incremento del 18,2% rispetto ai precedenti 51,2 miliardi.
L’unico segno negativo si registrerà sulle altre spese in conto capitale che subiranno invece una diminuzione di 1,3 miliardi (-22%) da 5,9 miliardi a 4,6 miliardi.
“La spesa primaria, ovvero il totale delle spese esclusa la voce per interessi passivi, salirà di 49,7 miliardi (+6,2%) da 805,7 miliardi a 955,4 miliardi; mentre il totale delle uscite dalle casse pubbliche si attesterà, a fine 2020, a 929,1 miliardi con una crescita di 59,4 miliardi (+6,8%) rispetto agli 805,7 miliardi del 2019”
segnala infine Unimpresa.
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