Il vertice Nato di Ramstein potrebbe essere lo spartiacque della guerra in Ucraina: la Russia ha minacciato rappresaglie dopo le parole del Regno Unito, Italia e Germania invieranno nuovi armi a Kiev e intanto la Moldavia ha messo in allerta le forze di sicurezza.
La guerra in Ucraina potrebbe essere arrivata al momento della sua svolta e le ultime notizie, purtroppo, non sembrerebbero essere positive per chi spera in un accordo di pace in tempi brevi.
Al momento di nuovi colloqui diplomatici sta parlando soltanto la Russia, con Vladimir Putin che ha sottolineato però che senza un accordo per la Crimea e il Donbass non ci potrà essere una stretta di mano.
In questi termini ogni ipotesi di cessate il fuoco non sembrerebbe essere all’orizzonte, anche perché la Nato che si è riunita in maniera straordinaria presso la base tedesca di Ramstein, ha deciso sostanzialmente che la guerra deve andare avanti.
Per prima cosa c’è da dire che, oltre ai 30 Stati che fanno parte della Nato, hanno partecipato al vertice anche altri Paesi come Australia, Israele, Marocco e Tunisia oltre a Svezia e Finlandia, in procinto di entrare a far parte dell’Alleanza atlantica nei prossimi mesi.
Per il numero uno del Pentagono Lloyd Austin si è trattato di un “incontro storico”, anche perché potrebbe segnare l’esito di questa guerra che ormai sta andando avanti da oltre due mesi: a Ramstein infatti si è deciso che i Paesi torneranno a riunirsi a cadenza mensile, segno inevocabile di come nei pensieri della Nato ci sia un conflitto che possa durare a lungo.
Guerra in Ucraina: l’Italia manderà altri armi a Kiev
Uno dei risultati immediati del vertice Nato è stato che l’Italia a breve invierà altre armi all’Ucraina. A darne notizia è stato Lorenzo Guerini, con il nostro ministro della Difesa che proprio da Ramstein ha spiegato che fornirà ulteriori dettagli giovedì prossimo in audizione al Copasir.
Una notizia che ha provocato una levata di scudi da parte del Movimento 5 stelle, pronto a non votare in Parlamento il nuovo decreto in quanto contrario ad aiuti militari “che esulino dalla difesa”.
In contemporanea, anche la Germania ha annunciato che invierà blindati all’Ucraina abiurando così la decisione presa pochi giorni fa di non mandare più armamenti a Kiev. La decisione invece degli Stati Uniti di approvare un nuovo pacchetto da 700 milioni di dollari di aiuti militari, ormai non fa quasi più notizia.
Ad agitare ulteriormente le acque c’è la posizione del Regno Unito che ha etichettato come lecito che gli ucraini possano colpire il suolo russo con armi britanniche. Mosca subito ha annunciato possibili rappresaglie, con la Moldavia che ha deciso di mettere in stato di allerta le proprie forze speciali specie dopo il misterioso attacco a un palazzo governativo in Transnistria.
“Le forze armate russe - si legge in una nota del Cremlino - Sono in continua prontezza operativa per lanciare degli attacchi di rappresaglia con armi di precisione a lungo raggio contro i centri decisionali a Kiev”.
Una sicura “rappresaglia” da parte della Russia è la decisione di chiudere i rubinetti del gas a Polonia e Bulgaria se i due Paesi non dovessero pagare entro oggi le loro forniture in rubli come ora richiesto da Mosca.
Tutti segnali questi che potrebbero far presagire a una possibile escalation bellica: parlare di rischio di una terza guerra mondiale nel cuore dell’Europa ormai non è più tristemente azzardato.
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