Intesa Sanpaolo è la prima banca a dire addio (parzialmente) al libretto degli assegni bancari: da quando, cosa cambia per i pagamenti e cosa faranno gli altri istituti?
Gli assegni bancari presto non esisteranno più. Almeno per alcune banche. Il libretto che milioni di italiani hanno nelle loro case (difficile che siano, invece, nelle tasche visto il loro sempre più scarso utilizzo) potrebbe scomparire. Ormai rimpiazzato da pagamenti digitali, carte, app e home banking.
La prima banca a decidere di dire addio agli assegni è stata Intesa: proprio in questi giorni sta comunicando ai correntisti che dall’8 maggio i libretti per gli assegni non saranno più utilizzabili. La notizia è stata anticipata da La Stampa, che ha diffuso i messaggi ricevuti dai clienti.
Per il momento si tratta di uno stop riguardante solo alcuni correntisti, ma presto potrebbe essere esteso anche ad altri. Quali saranno i mezzi per sostituire gli assegni? E cosa faranno le altre banche: seguiranno l’esempio di Intesa Sanpaolo o continueranno a ricorrere all’uso degli assegni?
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Stop agli assegni, la decisione di Intesa Sanpaolo
La comunicazione inviata ai clienti di Intesa fornisce anche un ulteriore dettaglio: dall’8 maggio, infatti, con l’addio agli assegni arriva la possibilità di effettuare online bonifici istantanei senza costi aggiuntivi, come avviene per il bonifico Italia, spiega la banca.
A essere coinvolti finora, secondo quanto riportato da vari media, è solo qualche migliaio di utenti. A questi, però, se ne dovrebbero aggiungere molti altri. Intesa Sanpaolo ha spiegato che già tanti clienti non usano più gli assegni cartacei e per questo preferiscono offrire una modalità alternativa di pagamento, online, che convenga allo stesso modo ed è altrettanto immediata.
In realtà, come spiegato da Intesa Sanpaolo al Sole 24 Ore, lo stop agli assegni per i clienti che ne facevano meno ricorso non è definitivo: chiunque voglia potrà chiedere all’istituto di continuare a utilizzare il libretto e in quel caso la banca potrebbe tornare sui suoi passi.
L’utilizzo degli assegni bancari in Italia
Gli assegni vengono utilizzati ormai sempre meno, come confermano i dati della Banca d’Italia. Il report sul sistema dei pagamenti risalente al settembre del 2022 testimonia che gli assegni sono stati meno dell’1% dei pagamenti totali tra gli acquisti effettuati con strumenti che non siano il contante. La quota scende anno dopo anno: basti pensare che nel 2013 si attestava al 5%.
Gli assegni possono davvero essere superati?
A esprimere qualche dubbio sulla possibilità che gli assegni vengano del tutto superati è un’analisi del Sole 24 Ore. Che ricorda, per esempio, come gli assegni siano necessari per alcune operazioni: l’esempio è quello dell’acquisto di un’abitazione, con il pagamento al momento del rogito che normalmente avviene attraverso assegni circolari non trasferibili intestati al venditore.
D’altronde le altre banche, per il momento, non sembrano voler seguire l’esempio di Intesa. Per esempio Credem non vuole dismettere il servizio a breve, anche se sono pronti a valutare - in un termine temporale più ampio - uno strumento che li sostituisca, essendo ormai sempre meno diffusi. Nessun addio neanche per Banca Sella e Unicredit, che però ha già degli strumenti (in particolare alcuni conti) per disincentivare l’uso di strumenti di pagamento che non siano virtuali. Altre banche, invece, non sembrano aver aperto una riflessione sul tema, pur riconoscendo che l’assegno è sempre meno utilizzato.
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