Dal 2024 non si applica la Flat Tax incrementale introdotta per il 2023. In compenso entrano in vigore le nuove aliquote Irpef. I contribuenti titolari di partita Iva pagheranno più o meno tasse?
Flat tax, la tassa piatta, introdotta per chi sceglie il regime forfettario, resta un baluardo di parte della maggioranza. Gli ostacoli sono tanti, tra cui la Costituzione che prevede il principio della progressività, ma ogni tanto torna a fare capolino tra le proposte.
Se n’è parlato tanto, al punto che per il 2023 sono stati aumentati i limiti di ricavi e compensi per la fuoriuscita dal regime forfettario in modo che la flat tax risultasse estesa.
Non solo, è prevista nella legge di bilancio 2023 come misura sperimentale la flat tax incrementale. Si è più volte parlato di un’estensione della flat tax incrementale anche ai lavoratori dipendenti, ma di fatto questa norma non è mai stata realmente introdotta.
Molti speravano che la misura agevolativa fosse prorogata anche al 2024, ma di fatto la legge di Bilancio per il 2024 nulla prevede in proposito e siamo ormai vicini al 31 dicembre, data di scadenza della flat tax incrementale e quindi vi è la certezza quasi matematica che non vi sarà la conferma.
Cosa cambia per chi ha la partita Iva? Quante tasse in più dovranno versare i lavoratori autonomi?
Cosa prevede la flat tax incrementale?
La legge di bilancio per il 2023, per il solo anno di imposta 2023, per i titolari di partita Iva, esclusi i forfettari che già pagano le imposte con aliquota al 15%, prevede la possibilità di scegliere il regime opzionale della flat tax incrementale.
La flat tax incrementale trova applicazione per una base imponibile pari alla differenza tra i ricavi e compensi prodotti nel 2023 e “il reddito d’impresa e di lavoro autonomo d’importo più elevato dichiarato negli anni dal 2020 al 2022, decurtata di un importo pari al 5 per cento di quest’ultimo ammontare.”
La base imponibile per la flat tax incrementale non può essere superiore a 40.000 euro.
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Quanto si risparmia con la flat tax incrementale?
L’effettivo risparmio derivato da questa norma dipende dalla situazione del singolo contribuente. Ad esempio un titolare di partita Iva con un reddito imponibile di 60.000 euro nel 2023 dovrebbe applicare l’Irpef con aliquota:
- 23% fino a 15.000 euro;
- 25% per i redditi da 15.000,01 a 28.000 euro;
- 35% per redditi da 28.000,01 e 50.000 euro;
- 43% per redditi superiori a 50.000 euro.
Nel caso in cui nel 2022 (anno con il più alto reddito tra quelli da considerare) lo stesso contribuente abbia dichiarato 50.000 euro, ecco come calcolare la base imponibile potenziale per la flat tax incrementale.
Occorre decurtare la base imponibile 2022 del 5% ed è 2.500 euro.
Quindi sottrarre a 60.000 euro 50.000 euro, restano 10.000 euro da cui si sottraggono 2.500 euro: resta una base imponibile di 7.500 euro con aliquota al 15%.
Quindi abbiamo un doppio calcolo, per la quota di reddito di 52.500 euro si applicano le aliquote ordinarie. Sulla base imponibile di 7.500 euro l’aliquota al 15% corrispondente a un’Irpef di 1.125 euro.
Con l’applicazione di un’aliquota ordinaria a tale base imponibile corrisponde l’aliquota del 43% di conseguenza il contribuente dovrebbe versare 3.225 euro. Il risparmio si nota ed è pari a 2.100 euro.
Vediamo però quanta Irpef in totale è dovuta:
- primo scaglione aliquota al 23% fino a 15.000 euro: fino a 3.450 euro ([no tax area 5.500 euro per lavoratori autonomi e impresa—>145763]);
- secondo scaglione aliquota al 25% per 13.000 euro: 3.250 euro;
- terzo scaglione aliquota al 35% su 22.000 euro: 7.700 euro;
- quarto scaglione aliquota al 43% su 2.500 euro: 1.075 euro;
- dobbiamo aggiungere quindi la flat tax incrementale di 1.125 euro.
Il totale di imposta dovuta è: 16.600 euro.
Quante tasse si pagano senza flat tax incrementale?
La flat incrementale non è stata confermata per il 2024. Questo implica che il contribuente potrà esercitare l’opzione nella dichiarazione 2024 per i redditi prodotti nel 2023, ma non potrà più farlo nel 2025 per i redditi prodotti nel 2024. Occorre però ricordare che nel 2024 entrano in vigore le nuove aliquote Irpef:
- 23% sui redditi fino a 28.000 euro;
- 35% sui redditi compresi tra i 28.000 e i 50.000 euro;
- 43% sui redditi che superano i 50.000 euro.
Si parte dal presupposto che la base imponibile sia sempre di 60.000 euro. Cambia un dettaglio importante, cioè che nel 2024 entrano in vigore le nuove aliquote Irpef.
Lo stesso contribuente con una base imponibile di 60.000 euro pagherà:
- primo scaglione 23% per redditi fino a 28.000 euro: fino a 6.440 euro (dobbiamo sempre considerare anche la no tax area);
- secondo scaglione 35% su 22.000 euro: 7.770 euro;
- terzo scaglione 43% su 10.000 euro: 4.300 euro.
Irpef dovuta: 18.510 euro.
In effetti lo stesso contribuente non potendo optare per la flat tax incrementale pagherà di più. Dobbiamo inoltre aggiungere che la nuova Irpef prevede una franchigia per le detrazioni che prevedono un’aliquota al 19% per i contribuenti con un reddito superiore a 50.000 euro (il nostro caso). La franchigia è di 260 euro, di conseguenza lo stesso contribuente potrà avvalersi di minori detrazioni.
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