Adesione concordato preventivo, il termine ultimo rischia di slittare

Nadia Pascale

2 Ottobre 2024 - 11:40

I commercialisti chiedono la proroga dei termini per l’adesione al concordato preventivo biennale: tempi troppo brevi per spiegare ai contribuenti tutte le variabili vista la complessità delle regole

Adesione concordato preventivo, il termine ultimo rischia di slittare

Rischia di slittare il termine per l’adesione al concordato preventivo biennale, troppo ravvicinato il 31 ottobre 2024 per informare i contribuenti.

L’Associazione Nazionale Commercialisti di Firenze chiede una proroga dei termini per l’adesione al concordato preventivo. Rischiano, quindi, di slittare i termini per l’adesione con un ulteriore maggiore vantaggio per i contribuenti forfettari.

Ecco perché la scadenza del 31 ottobre 2024 per l’adesione al concordato preventivo è a rischio e potrebbe slittare.

Termini troppo brevi per l’adesione al concordato preventivo biennale

Solo qualche giorno fa l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la circolare 18/E con un riepilogo delle norme per il concordato preventivo biennale: l’accordo tra Fisco e contribuente che rischia di essere un flop.

Poche ore dopo spunta un’ulteriore novità, l’emendamento al decreto Omnibus che consente di ottenere un ravvedimento speciale (da molti definito condono tombale, sanatoria, scudo fiscale), sui redditi non dichiarati negli anni di imposta 2018-2022. L’emendamento, già più volte modificato, continua a suscitare dubbi e di fatto dal punto di vista strettamente legale ancora non è entrato in vigore. La conversione del decreto legge deve avvenire entro il giorno 8 ottobre, ma fino alla reale conversione non si può dire che l’emendamento sia vigente.

In merito a tale emendamento vi sono dubbi interpretativi. L’insieme di questi fattori porta l’Associazione Nazionale Commercialisti a richiedere un’estensione dei termini per l’adesione.

Perché il concordato rischia di essere un flop se non slittano i termini

L’Associazione Nazionale Commercialisti di Firenze sottolinea che lo strumento principale creato dal Governo per recuperare l’evasione fiscale e finanziare la manovra 2025 rischia di avere una bassa adesione se il termine non viene fatto slittare fino alla fine di novembre.

L’Associazione sottolinea che mancano i tempi tecnici per spiegare ai contribuenti i vantaggi effettivi che si possono avere con l’adesione al concordato preventivo biennale, le cui norme sono molto articolate e ricche di variabili ancora in corso di definizione. A cio si deve aggiungere che i commercialisti entro la fine di ottobre devono provvedere a numerosi adempimenti, tra cui l’invio del modello Redditi Persone Fisiche e il modello 770/2024.

Tempi stretti per il ravvedimento speciale nel concordato preventivo

Proprio l’emendamento al decreto legge n. 113/2024 (Decreto Omnibus) riguardante il concordato preventivo biennale fa sì che il termine del 31 ottobre per l’adesione da parte dei contribuenti coinvolti sia assolutamente inadeguato.

Tale eventuale proroga rappresenterebbe di fatto un ulteriore vantaggio per i forfettari in quanto a tali contribuenti il concordato preventivo biennale si applica in via sperimentale per il solo anno di imposta 2024. Di fatto a fine novembre conoscono in modo quasi certo il volume di affari dell’anno e quindi se si risparmia di più con il concordato o con il sistema ordinario di calcolo delle imposte. Insomma per i forfettari la scommessa sulla tassazione non esiste.

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