Tre funzionari dell’Agenzia delle Entrate di Torino arrestati con l’accusa di truffa e falso: fingevano di andare in missione per beneficiare dei relativi benefit. A fargli compagnia i 53 dirigenti della Regione Marche denunciati per abuso d’ufficio.
Tre funzionari dell’Agenzia delle Entrate sono stati arrestati oggi, 23 aprile 2018, con l’accusa di truffa aggravata, false attestazioni sulla presentazione in servizio e falsità materiale commessa da pubblico ufficiale.
Al centro dell’ennesimo scandalo che getta fango sui dipendenti statali è l’inchiesta legata ad indagini che già lo scorso anno portarono, nello stesso ufficio delle Entrate, all’arresto e al licenziamento di due dipendenti.
I tre “furbetti” della trasferta, tra il 2015 e il 2017, avrebbero finto di andare in missione per beneficiare dei benefit previsti. Trasferte e sopralluoghi che, invece, non sono mai stati effettuati.
I funzionari dell’Agenzia delle Entrate di Torino, però, non sono soli: a fargli compagnia ci sono i 53 dirigenti della Regione Marche, denunciati per abuso d’ufficio per l’assunzione di 776 dipendenti a tempo indeterminato senza indire regolari concorsi.
Agenzia delle Entrate, tre funzionari arrestati per truffa e falso
Fingevano di andare in missione per poter incassare più soldi: i tre dipendenti dell’Agenzia delle Entrate di Torino, Alessandro Casella di 46 anni, Sonia Garzarella di 59 anni e Paolo Manzo di 50 anni sono indagati per truffa e falso.
Nel dettaglio, l’ordinanza di custodia cautelare eseguita dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Torino muove su tre capi d’accusa: truffa aggravata, false attestazioni sulla presentazione in servizio e falsità materiale commessa da pubblico ufficiale.
I tre funzionari timbravano regolarmente il proprio cartellino, uscivano per i presunti sopralluoghi e predisponevano, come da prassi, la scheda di rilevazione quadrimestrale sulla missione svolta. Una trafila di scartoffie da compilare per arrivare poi alla fine del mese a beneficiare del benefit di missione.
Fatti che, secondo le indagini dei carabinieri di Torino, risalirebbero al periodo da luglio 2015 a luglio 2017 e che riguarderebbero un ufficio delle Entrate non nuovo ad episodi simili: a giugno 2017 per gli stessi motivi furono sottoposti a misura cautelare altri due dipendenti, ora licenziati.
53 dirigenti della Regione Marche denunciati per abuso d’ufficio
Un danno pari a 121 milioni di euro: è questo l’importo calcolato dalla Guardia di Finanza per i 53 dirigenti della Regione Marche accusati di abuso d’ufficio.
Ben 776 persone stabilizzate, quasi tutte nel settore sanità, e quindi assunte a tutti gli effetti con contratto a tempo indeterminato con concorsi predisposti ad hoc o, addirittura senza alcun tipo di concorso.
Tra il 2008 e il 2014 i dirigenti avrebbero “eluso la normativa di settore omettendo di predisporre i Piani triennali del fabbisogno di personale”, passo necessario per verificare la necessità o meno di procedere con nove assunzioni.
I bandi, quando predisposti, prevedevano requisiti fotocopia rispetto a quelli posseduti dai lavoratori, co.co.co, LSU o a tempo determinato, che sarebbero dovuti esser assunti con contratto a tempo indeterminato.
Oltre all’accusa di abuso d’ufficio mossa dalla Guardia di Finanza di Macerata, coordinata dalla procura di Ancona, i 53 dipendenti della Regione avrebbero violato la norma costituzionale che prevede l’accesso alla PA previo superamento di un concorso pubblico.
L’ennesimo scandalo che coinvolge i dipendenti pubblici ai danni dello Stato e, quindi, di tutti i cittadini italiani.
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