SuL mercato dei bond crollano i rendimenti in risposta all’entrata in vigore dei dazi. Come fronteggiare la situazione?
La tempesta sui mercati finanziari sta rimescolando le carte anche sul reddito fisso come le obbligazioni. In una manciata di sedute i prezzi dei bond sono tornati a salire facendo scendere i rendimenti. Tra i risparmiatori è stato un susseguirsi di legittimi interrogativi.
Con l’allarme su BTP e titoli di Stato per il crollo dei rendimenti ci si è chiesto: cosa fare, chi ci guadagna, come gestire la situazione?
Un mix di cause sul crollo delle Borse
Che le Borse avessero bisogno di rifiatare dopo tanto correre, era opinione largamente diffusa. Tuttavia, i mercati non scendono mai “solo perché saliti”, ma salgono e scendono in funzione di valide ragioni. Se a farli salire era stato l’ottimo stato di salute dell’economia mondiale nell’era post Covid, la scintilla a farli capitolare in queste ore lo sono stati i dazi USA. Certo, la reazione è stata molto scomposta, profonda e violentissima.
Così guerra dei dazi, rischi di possibili ricadute dell’economia, incertezze nelle future politiche fiscali e monetarie ed altro ancora hanno incendiato i listini. A Piazza Affari, per esempio, il Ftse Mib ha quasi azzerato in 2 giorni i guadagni da inizio anno.
Politiche monetarie, inflazione e rendimenti delle obbligazioni
Che faranno da qui a fine anno le Banche Centrali, quali politiche monetarie adotteranno? Anche dal loro operato dipende il mercato obbligazionario. È ancora presto per dirlo con certezza: in queste ore si naviga di aspettative, e di supposizioni.
La FED, ma non solo lei, teme giustamente un aumento dell’inflazione per cui pensa di tenere fermi i tassi per prevenirla. In più i dati sull’economia sono buoni, come i posti di lavoro di marzo in crescita sopra le attese (tasso di disoccupazione al 4,2%).
Tagliarli, invece, farebbe il gioco dell’amministrazione Trump che vedrebbe l’industria nazionale tornare a esportare. Un bel dilemma, insomma.
Non è meno intricata la situazione in casa BCE: tagliare o non tagliare i tassi? E quanti effettuarne precisamente entro il 2025 e di quale entità? Se l’intento primo fosse quello di evitare un euro forte (salito a 1,10, +6/7% da gennaio), che penalizzerebbe le esportazioni, dovrebbe mettere mano pesante ai tagli.
Ma il taglio drastico dei tassi nuocerebbe ai bilanci delle banche (meno utili), e anche ciò spiega le copiose vendite delle azioni bancarie di venerdì. Inoltre sulle banche pesa il timore che un’eventuale contrazione dell’economia le esponga inevitabilmente a qualche criticità sui loro crediti corporate.
Infine anche la BCE ha il problema di dover gestire l’inflazione, e il taglio dei tassi non la combatterebbe affatto. Infine ci sono le previsioni di futuri, massicci prestiti obbligazionari per il riarmo comunitario e quelli legati alla spesa pubblica tedesca.
Prezzi e rendimenti dei BTP in questi giorni
Il clima di forte incertezza sul capitale di rischio ha portato fondi e gestori a stornare parte delle masse gestite sul reddito fisso, titoli di Stato in primis. Se la domanda di sovereign bond aumenta, i loro prezzi salgono facendo scendere i rendimenti.
Prendiamo il BTP decennale, che venerdì ha chiuso a 3,756% mentre a metà marzo (14/03) era di una spanna sotto il 4%. Il BTP Fx 3.65% Aug35 (ISIN IT0005631590) il 14 marzo ha segnato un low a 96,96, mentre venerdì ha chiuso a 99,55.
In questi frangenti, quindi, a guadagnarci di più sono gli speculatori in titoli di Stato, ossia coloro i quali antepongono i movimenti dei prezzi al resto. Quest’ultimi, in particolare, sono più marcati sui titoli ad elevata durata e duration.
Allarme su BTP e titoli di Stato per il crollo dei rendimenti: cosa fare e chi ci guadagna?
Il cassettista puro che acquista in principio e tiene fino alla fine resta quasi indifferente a queste dinamiche prezzi/rendimenti. La preoccupazione prima è la certezza del capitale a scadenza e l’incasso del flusso cedolare.
Tuttavia, molti investitori di lunga durata faranno un sospiro di sollievo nel vedere i prezzi dei bond in portafoglio risalire. Vedersi possibili, potenziali perdite in conto capitale non fa mai piacere, neanche quando si è sicuri di non dover liquidare il titolo anzitempo.
Per chi era ed è rimasto liquido, infine, sorge il più classico dei dilemmi. Ossia affrettarsi ad acquistare prima di un ulteriore crollo dei ritorni effettivi a scadenza o aspettare la prossima ricaduta dei prezzi? A rispondere sarà lo stesso mercato con il trend che deciderà di imboccare nelle prossime sedute. Di certo la tempesta non è ancora passata, per cui è bene tenersi pronti a ogni possibile cambio di scenario.
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