È stata rinnovata l’allerta meteo per la giornata di oggi e le previsioni per la settimana che verrà preannunciano il rischio di nuovi eventi estremi. Ecco dove
Le previsioni per la settimana che verrà, dal 28 novembre al 4 dicembre, non sono delle più rassicuranti, difatti la Protezione civile ha emesso un’allerta meteo per la giornata di oggi (27 novembre) per quanto riguarda alcune aree della Campania, della Calabria, della Sicilia e della Basilicata. In particolare preoccupa il rischio di nuovi eventi estremi, come la devastante frana che ha colpito l’isola d’Ischia in Campania.
Soprattutto per quanto riguarda la Campania, infatti, oggi in particolare c’è il pericolo concreto che si verifichino ulteriori frane e colate di fango. Per questa ragione la Protezione civile ha già provveduto ad avvertire la Regione di adottare la massima attenzione.
Quali regioni colpite dall’allerta meteo
L’allerta della Protezione civile, infatti, è arancione per:
- Campania.
- Calabria.
- Sicilia.
L’allerta che ha oggetto la Basilicata è invece gialla. Per quanto riguarda la Campania, che a oggi appare la zona maggiormente a rischio, sono quindi previste precise disposizioni. Nel dettaglio l’allerta arancione è stata prorogata fino alle ore 18 di oggi per le seguenti zone:
- Piana Campana.
- Napoli.
- Isole.
- Area Vesuviana.
Queste aree, infatti, subiranno un ulteriore aumento dei venti con il conseguente peggioramento del moto ondoso, oltre a ulteriori precipitazioni. Nel resto della regione, comunque, persiste fino alle 18 un’allerta gialla dovuta a forti venti con raffiche e al mare molto agitato in prossimità delle coste.
La regione è dunque ad alto rischio idrogeologico ed esiste il serio pericolo che si presentino nuovi eventi estremi, come:
- Frane
- Instabilità dei versanti
- Colate rapide di fango
- Caduta di massi
- Allagamenti
- Esondazioni
- Innalzamento dei livelli idrometrici
- Inondazione delle aree limitrofe ai corsi d’acqua
- Scorrimento superficiale delle acque piovane nelle strade urbane
- Coinvolgimento delle acque nelle aree urbane depresse.
Per questa ragione le autorità sono state invitate a mantenere attivi tutti i Centri operativi comunali, adottando la massima attenzione.
Le previsioni e il rischio di eventi estremi
Anche se il termine dell’allerta è previsto per oggi, 27 novembre, le previsioni per la settimana in arrivo non sono delle più rosee. Gli esperti hanno infatti previsto la formazione di un altro ciclone sui mari italiani. Questo porterà gravi ripercussioni sulle regioni italiane, peraltro molte zone saranno a rischio di alluvioni già dal 29 novembre, causate dalle piogge torrenziali in aumento.
Le precipitazioni che stanno caratterizzando questo fine settimana dovrebbero infatti riprendere con maggiore forza da martedì 29, con una breve pausa soltanto nella giornata di domani. Il ciclone in arrivo nel mar Mediterraneo è dovuto alla discesa di una profonda depressione dal nord Europa, spinta da masse di aria di origine polare.
Una volta formatosi, il ciclone provocherà quindi precipitazioni molto intense che potrebbero assumere le caratteristiche di nubifragio e accompagnarsi a poderose raffiche di vento. Il tutto potrebbe essere fonte di nuovi eventi estremi, così come è stato ipotizzato dalla Sima.
La Società italiana di medicina ambientale ha infatti previsto un peggioramento continuo ed esponenziale degli eventi estremi legati al clima. Nel corso di quest’anno questo tipo di eventi ha superato la media annua degli ultimi 10 anni, con più di 130 eventi.
Fenomeni come alluvioni, picchi di caldo, acquazzoni e trombe d’aria sono infatti influenzati in modo notevole dalle condizioni climatiche le quali possono renderli ancora più pericolosi, aumentandone non solo la frequenza ma anche l’intensità.
Per queste ragioni Sima, in comune accordo con l’Organizzazione mondiale della sanità, ha rivolto al nuovo governo la richiesta di ridurre le emissioni di sostanze alteranti del clima, in un’ottica di miglioramento anche delle condizioni della sanità pubblica. È stata anche sottolineata l’importanza di un’opera di riforestazione, che consentirebbe una riduzione dell’anidride carbonica del 10% a livello globale con la coltivazione di 350 miliardi di alberi. In proposito l’Italia aveva già firmato gli accordi di Parigi, che includono anche la Zero pollution e la Forest strategy.
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