Amnistia e indulto, novità: nuova mozione presentata al Senato, ma tutto si decide al Referendum

Simone Micocci

30 Novembre 2016 - 12:52

Amnistia e indulto, ultime notizie: mentre si avvicina la data del referendum, al Senato è stata presentata una nuova mozione per la concessione urgente dell’amnistia e indulto.

Amnistia e indulto, novità: nuova mozione presentata al Senato, ma tutto si decide al Referendum

Amnistia e indulto, novità: al Senato è stata presentata una nuova mozione con cui si prova a spingere il Governo a predisporre un rapido provvedimento per la concessione dell’amnistia e indulto.

Infatti, dopo l’appello lanciato da Papa Francesco nel corso del Giubileo dei Carcerati, tenuto lo scorso 6 novembre, e la Marcia dei Radicali, il dibattito su amnistia e indulto si è fatto molto più acceso.

Inoltre, come confermato dal Ministro della Giustizia Orlando la situazione nelle carceri italiane è ancora difficoltosa ed è per questo che urge una riforma.

Tuttavia, sia per la concessione dell’amnistia e l’indulto che per la riforma delle carceri bisognerà aspettare il risultato del referendum costituzionale che si terrà domenica 4 dicembre.

Per quale motivo? Facciamo il punto della situazione analizzando le ultime notizie sull’amnistia e l’indulto.

Amnistia e indulto, novità: nuova mozione al Senato

Una delle novità di oggi riguarda la presentazione in Senato di una nuova mozione , firmata da Barani e da tutti i senatori di Ala (tra cui anche Denis Verdini), con l’obiettivo di spingere il Governo Renzi a valutare la concessione dell’amnistia e l’indulto predisponendo un rapido provvedimento.

La base del provvedimento, come ben sappiamo, già c’è dal momento che da diversi anni in Commissione Giustizia al Senato giacciono i 4 disegni di legge per la concessione dell’amnistia e l’indulto che, però, non sono mai arrivati alle Camere.

Inoltre, nella mozione viene chiesto l’aumento dei posti detentivi regolamentari e di potenziare le misure alternative così da risolvere l’annoso problema del sovraffollamento delle carceri. Difficilmente però questa mozione avrà un seguito, poiché questo è un momento molto delicato per il Governo alle prese con la Legge di Stabilità e soprattutto con il referendum costituzionale da cui potrebbero dipendere le proprie sorti.

D’altronde Renzi nel corso della sua legislatura ha dimostrato in più di un’occasione di non essere propenso a concedere l’amnistia e l’indulto, quindi non c’è alcun motivo per cui questa volta potrebbe andare diversamente.

Amnistia e indulto, novità: perché la riforma delle carceri è necessaria

Anche il Ministro della Giustizia Orlando ha ribadito l’urgenza di una riforma delle carceri dal momento che i detenuti rappresentano un costo molto alto per le già debilitate casse dello Stato.

Secondo le stime ogni anno lo Stato italiano spende circa 3 miliardi di euro per le carceri; un costo molto alto per un sistema che ha dimostrato di non funzionare quanto dovrebbe. Nel nostro Paese, infatti, c’è un tasso di recidiva molto alto a dimostrazione che l’attuale sistema carcerario italiano non rieduca i detenuti, o almeno la maggior parte di questi.

Provvedimenti come l’amnistia e l’indulto però potrebbero non essere sufficienti, perché per risolvere questo problema, a cui è legato quello del sovraffollamento, bisognerà procedere con una profonda riforma.

Magari puntando maggiormente su misure detentive alternative e assumendo nuovo personale visto che al momento l’organico è al di sotto di almeno settemila unità.

Sia per la riforma delle carceri che per la concessione dell’amnistia e l’indulto, però, sarà decisivo il risultato del referendum, vediamo perché.

Amnistia e indulto, novità: cosa cambierà dopo il referendum?

Il prossimo 4 dicembre gli aventi diritto voteranno per approvare o no il testo della riforma costituzionale Boschi-Renzi. In base al risultato del referendum ci potrebbero essere delle novità importanti anche per i detenuti, poiché anche se indirettamente l’esito del voto avrà dei risvolti anche sulla concessione dell’amnistia e l’indulto.

Ad esempio, se vince il Sì e la riforma costituzionale viene approvata, ci sarà la modifica dell’articolo 79 della Costituzione, che stabilisce:

“L’amnistia e l’indulto sono concessi con legge deliberata a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera, in ogni suo articolo e nella votazione finale.
La legge che concede l’amnistia o l’indulto stabilisce il termine per la loro applicazione.
In ogni caso l’amnistia e l’indulto non possono applicarsi ai reati commessi successivamente alla presentazione del disegno di legge.”

L’articolo 18 del testo della riforma costituzionale modifica questa parte cancellando il Senato dal provvedimento relativo alla concessione dell’amnistia e l’indulto. Se vincerà il Sì, quindi, sarà la sola Camera dei Deputati a decidere se l’amnistia, o l’indulto, debba essere concessa.

Non ci sono cambiamenti invece sul quorum per l’approvazione, che resta della maggioranza di due terzi.

Tuttavia, nel caso in cui vincesse il Sì alla guida del Governo resterebbe Matteo Renzi che come abbiamo visto non sembra intenzionato a concedere l’amnistia e l’indulto durante la sua legislatura (la cui scadenza è prevista per il 2018).

Se dovesse vincere il No, invece, la Costituzione non verrebbe modificata quindi per la concessione dell’amnistia e l’indulto servirà ancora l’approvazione di entrambe le Camere. Tuttavia, in questo caso Matteo Renzi potrebbe decidere di dimettersi e di conseguenza la linea politica del Governo potrebbe cambiare.

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